«Papà? Riserva un posto a tavola anche per me, per favore. Ho deciso di festeggiare questa giornata con voi», sentenziò Amanda, il cuore e lo stomaco prigionieri di un'ansia profonda. Dopo l'ennesima nottata in bianco, aveva deciso di passare all'azione e affrontare una situazione dalla quale per tanti, troppi anni, era fuggita come un coniglio.
Dall'altra parte della linea calò un silenzio dai connotati agghiaccianti. Senonché, dopo mezzo minuto buono, il genitore proferì di nuovo parola. «Va benissimo. Sono contento che tu abbia deciso di venire.»
Amanda sorrise. «Anch'io lo sono. Allora... allora a più tardi.»
«A più tardi», rispose l'altro, che subito riattaccò.
Amanda si concesse un respiro profondo. Erano soltanto le otto e mezzo del mattino e, solitamente, la sua famiglia soleva riunirsi a tavola per le tredici. O perlomeno, era sempre stato così quando i suoi stavano ancora insieme. Ricordava alla perfezione il momento in cui il papà, non appena lei e la sua amata consorte si fossero alzati dal letto, si sperticava in sorrisi entusiastici e nel consueto "Buon Natale" completo di teneri baci sulle guance alla sua unica figlioletta e un dolcissimo bacio sulle labbra alla moglie. Amanda non avrebbe mai dimenticato il modo in cui le guardava. Per lui, erano entrambe le sue principesse. Lo aveva detto loro talmente tante volte, che la ragazza non lo avrebbe mai scordato. Nemmeno fra cent'anni.
Buttò giù un paio di lacrime, che si affrettò a scacciare seduta stante. A Natale non erano concessi piagnistei di sorta. Non quando tantissime persone, là fuori e sommerse dal freddo, avrebbero pagato oro per essere al suo posto. Con un tetto sopra la testa, accompagnata dal confortante tepore del caminetto, le cui fiamme dai toni straordinariamente caldi zampillavano euforiche, in una danza dai tratti affascinanti e non meno selvaggi.
Doveva comunque essere grata alla vita, e non soltanto per il successo che aveva ottenuto con la scrittura. Poteva comunque contare sulla certezza di avere un padre, malgrado il suo non-rapporto con lui. Dentro di sé, era convinta che nel momento del più estremo bisogno ci sarebbe stato, e che magari... l'avrebbe stretta in uno di quegli abbracci che non conoscono il fluire incessante del tempo, ma che bensì sconfinano nella più assoluta, sublime dolcezza.Si asciugò il viso, di nuovo cosparso di lacrime. Era davvero bello lasciarsi cullare dal piacere vano delle illusioni, di tanto in tanto. Così diceva il grande Giacomo Leopardi. Appellarsi a quel solido piacere, alcune volte, era di importanza vitale per Amanda, benché fosse del tutto consapevole che sin troppo spesso è il dolore a cambiare le persone.
E suo padre, per qualche oscuro motivo, era cambiato. Si era trasformato in quello che non era perché, forse, non aveva trovato il barbaro coraggio di affrontare a viso aperto quello stesso dolore che tanto l'aveva annientato. Forse nemmeno con l'ausilio di Grazia ci era riuscito. La separazione doveva avergli fatto più male di quanto credesse. Non poteva biasimarlo, se aveva scelto di tornare a credere nell'amore. Probabilmente avrebbe fatto lo stesso anche lei. Perché suo padre, in fin dei conti, non era che un sognatore. Sua madre, invece, era assai più razionale e altrettanto pratica. Due poli opposti che, in un certo qual modo, si erano attratti l'uno con l'altro rimanendo saldamente uniti per qualche tempo. Amanda abbandonò la cucina e si rifugiò in camera. Avrebbe indossato il solito vestito rosso con annesse calze invernali e stivaletti in pelle, insieme a un'elegante giacchetta in cashmere per coprirsi le spalle. Avrebbe poi aggiunto un filo di trucco e aspettato fino alle tredici, l'ora fatidica in cui si sarebbe avviata a casa del genitore.
Cos'avrebbe fatto nel frattempo? Amanda recuperò il romanzo di Dickens che aveva mollato sul divano il giorno prima e cercò di proseguire con la lettura. E, tanto per scongiurare il rischio del troppo silenzio – che per la prima volta la metteva in forte agitazione, anziché tranquillizzarla –, aprì l'mp3 dallo smartphone e mise su qualche composizione strumentale di Keith Emerson, uno dei suoi pianisti preferiti.
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In Un Giorno Qualunque
ChickLit[COMPLETA] Amanda Benassi è appena diventata una scrittrice affermata. Non è mai stata una ragazza particolarmente estroversa, tantomeno appariscente. Tutto d'un tratto, si ritroverà catapultata in una realtà completamente diversa da quella di un t...