Era tutta un fremito. Se inizialmente provò un viscerale entusiasmo per l'imminente appuntamento con quell'uomo, dopo qualche minuto – e senza che potesse in alcun modo cavarsi fuori dall'impaccio – le toccò fare i conti con un profluvio di giornalisti piuttosto insistenti, che l'avevano trattenuta anche più del dovuto, tant'è che la ragazza non ebbe nemmeno il coraggio di guardare l'ora.
Se ne sarà sicuramente andato, pensò, sconsolata.
Con aria seccata, uscì a passo svelto dalla libreria e ringraziò il cielo che Alessandro, poco dopo le interviste, fosse scappato nel negozio accanto alla disperata ricerca di un vinile da spararsi una volta tornato in patria. Svoltò l'angolo ed entrò nel CaféNoir, il cuore che batteva forte. Si guardò intorno e, come sospettava, non lo vide. Gli avventori del locale le regalarono un'occhiata curiosa. Alcuni di questi lei li riconobbe persino, e un profondo senso di fastidio la colse non appena uno di loro – il solito maschio alpha, perlomeno secondo Amanda – le aveva rifilato l'ennesimo sorrisetto impertinente. Visibilmente delusa si trascinò, a passo stanco, verso l'angolino più remoto del bar, sperando di non ricevere ospiti sgraditi.
Un giovane barista le andò subito incontro. «Desidera?» le chiese in tono gentile.
Amanda, sulle prime, non fiatò. Una parte di sé avrebbe tanto voluto chiedergli se avesse notato un uomo alto, dall'aria integerrima e dai folti capelli grigiastri aggirarsi nei pressi del locale – o se addirittura vi fosse entrato –, ma alla fine ci rinunciò. «Un vermouth rosso, per favore», gli rispose, annoiata. A malapena lo stava guardando, concentrata com'era sul cellulare che aveva estratto dalla borsa.
«Prendo lo stesso della signorina», proruppe poco dopo una voce, che Amanda riconobbe all'istante.
Le cadde quasi lo smartphone dalle mani, quindi cercò immediatamente di ricomporsi.
«Mi scusi tanto, non volevo spaventarla», disse lui, le mani in tasca. «È che sa, non vedendola arrivare mi sono fatto un giretto nei pressi del negozio accanto.»
Amanda abbozzò un sorriso. «Quello di musica?»
«Esatto.»
Alessandro 2, pensò, divertita.
«Trovato qualcosa di interessante?»
«Non proprio», rispose l'altro, facendo spallucce. «A dire il vero, cercavo un vinile piuttosto raro.»
Amanda notò con sorpresa che ancora non osava sederglisi accanto.
Che uomo discreto!
«Prego», lo invitò, indicandogli il posto libero adiacente al suo. «Non vorrà gustarsi il suo vermouth in piedi.»
«Molto gentile da parte sua, la ringrazio», rispose prontamente l'altro, accomodandosi accanto alla ragazza, rispettando comunque le dovute distanze. Si guardarono per un tempo sufficientemente lungo perché Amanda potesse captare il colore dei suoi occhi: erano di un verde intenso, proprio come i suoi. E lo rendevano ancora più affascinante.
«Grazie a lei per avermi aspettato. Sa, non l'avrei biasimata se avesse deciso di andarsene. Ma i giornalisti mi hanno praticamente assaltata.»
«Non si preoccupi», rispose lui, scuotendo la testa. «Ho immaginato. Non che fossi sicuro che lei sarebbe venuta, anzi. Però...» Fece spallucce, quindi aggiunse: «E comunque, direi che siamo pari... D'altronde ho fatto ritardo anch'io, no?»
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In Un Giorno Qualunque
ChickLit[COMPLETA] Amanda Benassi è appena diventata una scrittrice affermata. Non è mai stata una ragazza particolarmente estroversa, tantomeno appariscente. Tutto d'un tratto, si ritroverà catapultata in una realtà completamente diversa da quella di un t...