«Un, due, tre... Stella!» urlò, voltandosi, il piccolo Alberto, un sorriso radioso e lo sguardo indagatore.
Alessandro provò a rimanere immobile, un guizzo di assoluta felicità negli occhi. Giocare con i bambini era uno dei suoi passatempi preferiti. Anche Christian, che se ne stava vicino al papà, non riuscì a non ridere di gusto. Il suo fratellino era un vulcano di pura energia. In effetti, non perdeva occasione per coinvolgerli in quei classici giochi d'infanzia che, nonostante il fluire incessante del tempo, non sarebbero mai passati di moda.
Alberto si girò di nuovo. «Un, due, tre... Stella!» riprese, e in quello stesso istante Alessandro percepì l'inconfondibile rumore della serratura, che lo spinse a voltarsi immediatamente verso la porta.
«Ah-ah! Hai perso, papà!» strillò Alberto, trionfante. Si mise a saltellare in lungo e in largo per il soggiorno, Christian al seguito.
Quando comparve Amanda sulla soglia, Alessandro le sorrise immediatamente e le corse incontro. «Lascia, faccio io», le sussurrò, schioccandole un tenero bacio sulle labbra. Le era mancata come l'aria. Non fece neanche in tempo a toglierle di mano la consueta bustarella della spesa, che Alberto e Christian le si fiondarono addosso, entusiasti del suo ritorno.
«Ciao, mamma! Ci sei mancata un sacco!» le dissero in coro, un sorriso a trentadue denti che somigliava tantissimo a quello che spesso le rifilava Alessandro.
«Oh, tesori miei! Anche voi mi siete mancati tanto. Anzi, tantissimissimo! Ma non siete stati bene con papà?» domandò lei, scrutando di sottecchi il marito. Nonostante fossero passati già sei anni dal fatidico sì e malgrado i classici segni del tempo, lei lo trovava sempre più affascinante. Fare il padre, evidentemente, lo rendeva l'uomo più felice del mondo.
«Benissimo», rispose Christian. «Però quando ci sei tu è tutto più bello.»
«Concordo», intervenne Alessandro. «Bentornata a casa, tesoro.»
Amanda contemplò la sua famigliola al completo, gli occhi lucidi. Era stata via soltanto per tre giorni – come al solito, si era concessa un breve weekend a casa di Federico e Roxanne –, eppure le era sembrata un'eternità. Istintivamente, si toccò la pancia e iniziò ad accarezzarla. Alessandro le si avvicinò ancora una volta, lo sguardo amorevole. «Come sta la mia violetta?» le chiese, dispensandole altre dolci carezze.
«Ma non doveva chiamarsi Margherita?» domandò Christian, l'aria confusa.
Amanda e Alessandro risero appena. «Certo che sì, Chris. La vostra futura sorellina si chiamerà proprio Margherita», gli rispose il papà.
Alberto e Christian si avvicinarono ad Amanda, e con infinita premura presero anche loro a sfiorarle il ventre con la punta delle dita. Ogniqualvolta si abbandonavano a quel gesto, Amanda sentiva, dentro di sé, l'accrescersi di un'emozione talmente forte da lasciarla quasi senza respiro. I suoi occhi si fecero lucidi. Non avrebbe mai pensato di costruirsi una famiglia tanto meravigliosa nel giro di così pochi anni, eppure c'era riuscita. Lei e Alessandro c'erano riusciti. Avevano esaudito un grande sogno.
«Piccoli miei, ho una bellissima sorpresa per voi», sentenziò, gli occhi carichi di aspettativa.
I due figlioletti la fissarono. «Una sorpresa? E che sorpresa?» domandò Alberto, ricominciando a saltellare come un pazzo.
STAI LEGGENDO
In Un Giorno Qualunque
Chick-Lit[COMPLETA] Amanda Benassi è appena diventata una scrittrice affermata. Non è mai stata una ragazza particolarmente estroversa, tantomeno appariscente. Tutto d'un tratto, si ritroverà catapultata in una realtà completamente diversa da quella di un t...