quattordici

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🩰🌷☀️🎀

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🩰🌷☀️🎀

sono in cucina con chiara

«amo mi puoi passare, per favore, quella ciotola?» chiedo alla ragazza dietro di me

«eccola» dice lei passandomela dopo pochissimo

«grazie» dico abbracciandola

«ma che è successo con simone?» mi chiede la ragazza preoccupata

«niente» dico cambiando l’espressione del volto

incrocio lo sguardo con simone

«non è successo niente» dico ritornando sulla terra

«gli hai lanciato uno sguardo di fuoco. è successo qualcosa» mi dice lei

«è geloso di petit» dico guardandola per vedere la sua reazione

«e avete litigato?» dice lei lasciando il cucchiaio

«si» dico semplicemente

«e sei troppo orgogliosa per parlarci vero?» mi chiede lei

«certo. poi ha torto lui, deve venire lui da me e non so se lo perdono» le dico

«non lo perdoni cosa?» dice lei incredula «no, non ci credo»

~

pov’s simone

«fra. camilla continua a lanciarmi sguardi pieni di odio. non mi parla da ieri. io vorrei andarci a parlare ma tanto non mi perdonerà mai» dico a kumo

«ti verrà a parlare prima o poi. se non lo farà, devi andare a provarci tu. io ti consiglio di provare anche oggi così giusto per vedere la sua reazione» mi consiglia il ballerino

«la conosco, non verrà mai da me è troppo orgogliosa e penso che se ci andassi oggi mi sbroccherebbe»

«è veramente questo il problema? il fatto che lei ti potrebbe sbroccare? guarda che non sarà l’ultima volta» continua il riccio

«lo so però quando si arrabbia mi sento in colpa perché io l’ho fatta arrabbiare»

«sei troppo buono simo, se ti vuole veramente verrà a parlarti e se non verrà da te vorrà dire che non ti merita»

«ma io già lo so che non mi vuole» dico guardando a terra

«come scusa?»

«me lo ha detto lei mentre litigavamo»

«era semplicemente un momento di rabbia e non stava ragionando anche perché petit per lei è come un fratello»

«sarà…»

«sei geloso di petit?» chiede kumo

«no» dico io

«non ci credi neanche tu» dice matthew spuntando da dietro

«sai che devi fare?» dice entrando nella discussione mew dietro di matthew

«che cosa?» chiedo voltandomi verso la ragazza

«da come la conosco io, lei è orgogliosa ma se gli dimostri il contrario di ciò che pensa, cambia idea» dice la cantante

«e come faccio?» chiedo

«azioni, piccoli gesti»

pov’s camilla

«cinque, sei, sette, otto» dico contando il tempo del pezzo che devo ballare

inizio a ballare in sala da sola, sono in anticipo e elena non è ancora arrivata in sala

«che coglioni» dico a fine coreografia «perché viene male» dico sbroccando

rimetto la musica e riprovo

«no non ce la faccio» dico sedendomi a terra aspettando l’arrivo di elena

~

«c’è qualcosa che non va?» mi chiede elena vedendomi in difficoltà

«sto bene. sono solo stanca» vorrei parlarle dei miei mille problemi ma mi limito

«sei sicura che qualcuno del programma non c’entra?» mi dice lei

ha capito

«ho litigato con simone però è tutto ok» dico sedendomi a terra per strecciare le gambe

«vuoi fermarti?» mi chiede la professionista

«più mi fermo, più penso. poi la danza mi aiuta» dico alzandomi in piedi

«allora mettiamoci all’opera. devi stare concentrata. quando entri qua, deve sparire tutto» mi dice elena

annuisco e mi rimetto in posizione

~

«sei sicura di stare bene?» mi chiede giulia per la terza volta alla mia seconda lezione del giorno

faccio un cenno con la testa

«vieni, siediti» dice lei sedendosi

mi siedo di fronte a lei

«ho litigato con simone. durante la litigata ho detto un sacco di cose che non volevo dire, ma mi sono uscite normali. lui ci sarà rimasto malissimo» dico abbassando la testa

«cami io sono sicura lui abbia capito tu fossi in un momento di rabbia. sbagliare è umano. puoi andare a chiarirci tranquillamente e spiegargli» mi consiglia la ballerina

«io ci vorrei andare ma è proprio contro di me. non riesco ad andare a risolvere. se viene lui, risolvo ma il contrario non riesco» dico

«allora aspettalo, arriverà. se non arriva, non ti merita. vai avanti, forza eh» dice lei facendosi un sorriso

«grazie giu» dico «posso abbracciarti?» chiedo sorridendo

«certo»

~

entro in sala relax e trovo simone, sono le 17:30 ciò vuoldire che sta per iniziare la lezione con emanuel,  lui mi guarda ma cerco di fare il possibile per non incrociare il suo sguardo. si percepisce il disagio da km

«camilla» dice lui prendomi il polso

guardo prima la sua mano sulla mia pelle e poi guardo i suoi occhi color mare restando in silenzio

«possiamo parlare per favore?»

«vai a lezione, stai facendo tardi» dico io liberandomi dalla sua presa

«non mi interessa»

«lo dico per te, vai a lezione» dico prendendo il borsone e abbandonando la sala a testa bassa

𝐔𝐍𝐀 𝐐𝐔𝐄𝐒𝐓𝐈𝐎𝐍𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐆𝐔𝐀𝐑𝐃𝐈 || 𝐒𝐈𝐌𝐎𝐍𝐄 𝐆𝐀𝐋𝐋𝐔𝐙𝐙𝐎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora