trentadue

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🩰🌷☀️🎀

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🩰🌷☀️🎀

«no raga, è impossibile» urla petit

«che hanno fatto?» mi chiede lil togliendosi le cuffiette dalle orecchie

«non ho capito neanche io» dico ridendo

«no raga, non ci credo» dice di nuovo il cantante mettendosi due mani sulla testa

«che è successo?» dice simone alzando la testa dalle mie gambe

«mi ha repostato vasco» dice lui venendo verso il divano in cui siamo sdraiati io, lil e simone «capito?» dice lui

«nooo» diciamo in coro io e la cantante mettendoci una mano sulla bocca

«non state a capì» continua lui quasi emozionato 

«amò che cosa bellissima che è successa» dice angela

«sono felicissima per te, com’è?» dico sorridendo

«madò sono felicissimo» dice lui «mi ha ripostato» ripete

«per me hai già vinto» dice ayle spuntando dalla cucina

«si bro, hai vinto tutto» conferma angela affianco a me

«bravo sasà, sono fiera di te» dico alzandomi per andare ad abbracciarlo

«grazie» dice lui dandomi un bacio sulla guancia stringendomi nell’abbraccio 

«non ci credo, vi giuro» ricomincia il cantante

«OOO TI HA REPOSTATO VASCO, COSÌ CI CREDI?» dice kumo urlandogli nelle orecchie

«no» dice lui ridendo

«TI HA REPOSTATO VASCO» ripetiamo in coro io e kumo

«non ci credo» dice di nuovo lui

«ooo petit si emoziona aspettate» dico io mettendo una mano sulla spalla di kumo

«sta ridendo e piangendo» dice tiziano dandogli un bacio sulla testa

~

«i cantanti in studio» dice mida

«no raga, io stavo mangiando» dice mew

«ma cosa dobbiamo fare?» continua la bionda

«non lo so. mi hanno detto di chiamarvi e stop» dice lui andando a cercare anche gli altri cantanti

«amò mi presti la giacca? non trovo la mia» mi chiede mew

«certo. è là» dico indicando un’attacca abiti

«grazie» dice lei «dopo ti preparo un panino» dice ridendo

«lo aspetto» commento ridendo

in quel momento ritorna in casetta anche simone

«simo» dico correndo verso di lui «mi sei mancato» dico con l’intento di abbracciarlo

«ciao» dice lui scansandosi dal mio abbraccio e dirigendosi verso la sua camera

«che hai?» dico seguendolo

sento solo uno sbuffo, nessuna risposta

«vuoi essere lasciato in pace o posso stare?» dico appena entriamo in stanza gialla

«no, puoi stare» dice lui lanciando la borsa, che teneva sulle spalle, sul pavimento

«è successo qualcosa?» gli chiedo

«ho paura, cami. tantissima» dice lui sdraiandosi sul letto

«di cosa hai paura di più?» gli chiedo

«di andare a casa e lasciare così incompleta un’esperienza che non riavrò mai più. anche lasciare te, qua da sola. mi sentirei in colpa» dice lui facendo spallucce

«non devi impegnarti al 100 ma al duecento per cento questa settimana. in sala devi stare concentrato, seguire e mettere in atto tutte le correzioni che ti danno. devi fare vedere che sei bravo, che vali, che ti meriti di restare, va bene?» dico sedendomi ai piedi del letto

«facile a dirsi» sbuffa lui

«lo so simo, capita a tutti un momento no. questo è il tuo. ne devi uscire a testa alta. ce li ho avuti anche io dei momenti così, lo sai bene. ma sono qua» dico incoraggiandolo

«il momento no non dura così tanto. già 2 mesi che sono nel periodo buio» dice lui buttando la testa indietro

«simo io l’ho vissuto per 5 mesi interi il mio periodo no» dico

attimi di silenzio

«sei arrivato anche primo, te lo ricordi?» gli dico

«si, ma non vuol dire niente» dice sbuffando

«sei forte. non lo penso solo io, capito?» dico guardandolo

«no cami, lo pensi solo tu»

«simone tu non hai visto i commenti sotto i tuoi post. un sacco di persone credono in te, quanto ci credo io» dico

«quanto ci credi tu in me?» mi chiede lui guardandomi

«tanto, non immagini neanche quanto» dico fissando lo sguardo nei suoi occhi color mare

ricambio il mio sguardo, sorridiamo

«se vai un po’ più lontano finisci in antartide» dice lui distogliendo lo sguardo

rido e mi alzo in piedi per avvicinarmi

«dai vieni» dice lui aprendo le braccia

appoggio la schiena sul suo petto e lui mi avvolge i fianchi con le braccia

«a te come è andata la lezione?» mi chiede

«abbastanza bene. spero di fare meglio in questa puntata che viene perché nell’altra ero uno straccio» dico

«sai che mi sono visto la tua esibizione su mediaset mentre avevo il telefono?» dice lui

«e hai sprecato dei minuti in cui potevi chiamare chi c’è fuori» dico girandomi verso di lui

«si. ma non mi interessa. volevo vederti, mi è mancato vederti ballare» mi dice

«e com’era? era tanto inguardabile? io non mi sono rivista» dico voltandomi verso di lui

«ci credi se ti dico che sei stata troppo, troppo brava e meritavi il podio almeno?» mi dice lui avvicinandosi al mio viso

«no, non ci credo. so di aver fatto male, puoi dirmelo. non mi arrabbio» dico ridendo

«dico le cose come sono» dice lui annullando le distanze tra i nostri volti

«te l’ho mai detto che sei bellissima?» dice allontanandosi di qualche millimetro dalle mie labbra

«si» dico arrossendo

rifà combaciare le nostre labbra

𝐔𝐍𝐀 𝐐𝐔𝐄𝐒𝐓𝐈𝐎𝐍𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐆𝐔𝐀𝐑𝐃𝐈 || 𝐒𝐈𝐌𝐎𝐍𝐄 𝐆𝐀𝐋𝐋𝐔𝐙𝐙𝐎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora