venti

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🩰🌷☀️🎀

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🩰🌷☀️🎀

«aspettatevi il nuovo daytime della pettinelli che mi fa nera» dice stella tornando in casetta

«perché che ti ha detto?» chiede il roscio

«ha parlato solo lei, mi ha fatto vedere il video dove mi lamentavo della canzone che mi ha assegnato»

«io pensavo ti fosse andata bene, perché appena sei arrivata ridevi» dice sarah

«rido per non piangere»

«io ora mi aspetto una sfida, un qualcosa»

«ma perché bacchetta?» dice samu spina

«stella» rimbomba la voce della pettinelli

«orco cane» dico saltando dalla paura

rientriamo tutti e anna inizia fare un discorso a stella, a fine discorso lei si alza piangendo e va in camera

«amo non la prendere così» dico andandole dietro

«mi da fastidio che passo per una che non sono cioè una che si lamenta per tutto»

«ma ci sta che un’assegnazione non ti piace, non ti devi preoccupare tu la canti e come va va»

~

«ballerini sulle gradinate» dice una voce della produzione

questa volta mi metto vicino a marisol essendo che dobbiamo dividerci per squadre

“gara di balla: la mia storia, la mia coreografia” appare sullo schermo

«ai vostri insegnanti è stato chiesto di indicare un allievo a testa che nella prossima puntata si esibirà in questa gara» legge gaia

«non sono capace» sussurra mari

«celentano, me» dice dustin ridendo

«eh si, you please» risponde marisol

io marisol e dustin ci alziamo per vedere chi ha scelto la maestra

“alessandra celentano ha scelto…”

«io non so se ce la faccio raga» dico stringendo la mano a mari

“camilla” appare il mio nome sullo schermo e mi metto una mano in faccia

«penso che sia una bella possibilità però non penso di farcela» dico giocando con l’elastico che ho al polso

raimondo sceglie gaia

emanuel sceglie simone

subito dopo ci alziamo e ognuno va in una sala per iniziare a fare la coreografia

«non posso farcela» sussurro a simone

«stai serena, vedi che ce la fai» dice lasciandomi un bacio sulla fronte

entro in palestra e vedo elena

«ehilà» dice appena mi vede

«ciao elena, già sai della gara?»

«so tutto darling, che tema hai scelto»

«allora» dico ingoiando

«ho scelto la morte di mio papà» affermo guardando a terra e lei mi mette una mano sulla gamba

«papà è morto in un incidente quando avevo 14 anni, andavamo molto d’accordo per me lui era come un migliore amico, l’uomo della mia vita» dico iniziando a piangere

«poi dopo qualche anno, circa quando avevo 16 anni mamma si è messa con un altro però tutt’ora non mi trovo bene con lui perché lo vedo come un rimpiazzo di mio padre, non riesco proprio a vederlo come una figura paterna e anche se lui prova a starmi vicino io non riesco»

«per qualsiasi cosa sai che puoi contare su di me, te la senti di iniziare?»

«certo per la danza sono sempre pronta» dico alzandomi

~

esco dalla palestra e vedo simone sulle gradinate della sala relax

«come è andata?» dice lui venendo verso di me

«bene a te?»

«è andata» dice alzando le spalle

«che tema hai scelto?»

«la rabbia, che per fortuna qui ancora non è uscita fuori»

«non me ne hai mai parlato..» dico guardandolo con dispiacere

«prima o poi te ne parlerò, tu cosa hai scelto?»

«la morte di mio papà» dico io e una lacrima comincia a scendere sul mio viso

«no che palle non devo piangere»

«è normale piangere cami, un giorno quando ti sentirai pronta me ne parlerai» dice baciandomi

«ho bisogno di te nella mia vita, ti prego simone non te ne andare mai» dico guardando i suoi occhi a pochi centimetri di distanza

«mai» ripete lui

𝐔𝐍𝐀 𝐐𝐔𝐄𝐒𝐓𝐈𝐎𝐍𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐆𝐔𝐀𝐑𝐃𝐈 || 𝐒𝐈𝐌𝐎𝐍𝐄 𝐆𝐀𝐋𝐋𝐔𝐙𝐙𝐎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora