cinquantasette

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🩰🌷☀️🎀

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🩰🌷☀️🎀

«ciaoo» dico entrando in sala 4, trovandomi all’interno isobel e elena

«tanti auguri per ieri» dice la bionda sorridendomi «è andata bene?»

«si, è andata benissimo. sono stati stra carini con me» dico appoggiando il borsone a terra

«allora iniziamo?» chiede elena, avvicinandosi al computer della musica

«bevo, un secondo» dico recuperando la bottiglietta d’acqua dalla borsa

«ti togli il pantalone lungo, e rimani con il pantaloncino? almeno vediamo anche le gambe» mi chiede elena

«va bene» dico sospirando, sfilandomi il pantalone, per poi sistemarmi il tacco 

«perfetto» commenta isobel con accento australiano, prendendo una sedia

stiamo preparando, per la puntata, una coreografia diversa dal solito, una coreografia di heels, e sono in enorme difficoltà

«5, 6, 7, 8» canticchia elena dopo che mi sono messa in posizione, facendo partire la base

«fino alla fine, non staccarmi gli occhi di dosso» mi urla elena a metà coreografia, guardandomi negli occhi

«focus» dice invece isobel alla fine della coreografia

«era meglio di ieri o peggio?» chiedo buttandomi a terra

«meglio, molto meglio. i passi sicuramente ti sono entrati in testa, li fai bene. devi lasciarti andare un po’ di più. devi essere più convinta, più tagliente anche solo nello sguardo» mi consiglia elena

annuisco con la testa

~

«sei sicura che non vuoi tornare in casetta?» mi chiede elena dopo 3 ore di prove senza pausa

«no, davvero, sto bene» dico bevendo un sorso d’acqua

in realtà non sto per niente bene, ho saltato la colazione e anche il pranzo, e non mi reggo più in piedi

«va bene, allora continuiamo» dice elena non molto convinta facendo ripartire la base

dopo circa 20 secondi di coreografia sento la porta sbattere, è la celentano

mi concentro ancora di più ma senza molti risultati, la testa mi continua a girare

«bene» dice isobel a fine della coreografia

«dobbiamo perfezionare qualcosina ma ci siamo, abbiamo ancora 2 giorni. maestra cosa dice?» chiede a quel punto elena

tutte e tre ci voltiamo verso la donna, che sta girando gli occhiali sulla mano

«non è perfetta, ti vedo traballare molto spesso. hai lo sguardo basso, assente e dovrebbe essere tagliente, stai in uno spazio piccolo quando dovresti occupare tutto lo spazio che c’è» afferma la celentano, sedendosi sulla sedia di isobel

«si, l’ho sentito anche io. non mi sento molto sicura con questa coreografia» dico abbassando la testa

«potete lasciarmi sola con lei? devo parlarle» chiede e afferma la celentano voltandosi verso le due professioniste

mi salutano e escono velocemente dalla stanza

«voglio essere chiara con te. tu mi piaci, altrimenti non ti avrei presa a settembre, ma stanno iniziando a balenarmi tanti punti di domanda» dice la celentano

resto ad ascoltarla, so dove vuole arrivare. sento le lacrime iniziare a rigarmi il volto e affretto ad asciugarle

«al capodanno in musica non mi hai soddisfatta - ci sta la pressione, l’emozione - ma mi è mancata l’adrelina da parte tua. mi aspettavo che fosse perfetta per quante volte è stata provata. su quel palco ti ho vista priva di emozioni, come se non ti facesse piacere essere lì» mi spiega la donna guardandomi

«non lo so, io ero molto emozionata di essere lì, se non si è visto, mi dispiace» affermo abbassando la testa

«ma non parliamo solo del capodanno, sul palco qui ad amici stai iniziando a diventare una ballerina qualunque. non sei più camilla, la unica. mi sembri svogliata, mi sembra che tu sia qui perché lo vuole qualcuno e non perché lo vuoi tu. non sei precisa nei movimenti, come lo eri a settembre, non ci metti emozione, come a settembre. mi sembra che stai peggiorando» dice concludendo il suo discorso

«anche io mi sento cambiata da settembre. sento di non star dando il 100% però non ho idea del motivo» affermo

«camilla, siamo a gennaio, tra poco inizia il serale. la mia squadra deve essere solida, pronta ad affrontare il periodo difficile del programma. non posso permettermi di portare una ballerina che non sa perché è cambiata, che non è più la ballerina che ho scelto a settembre. io voglio aiutarti ma devi darmi la possibilità di farlo. da oggi sarò in sala con te dall’inizio della lezione alla fine» mi dice la maestra seriamente

«io mi impegno ma il mio corpo non vuole darmi una mano» cerco di spiegare mentre trattengo le lacrime

«ti voglio aiutare, dammi la possibilità di farlo. se non ne usciamo, sono costretta a toglierti la maglia» dice la donna combattuta

«lo capisco» dico alzandomi in piedi per tornare in casetta

~

«cosa è successo?» chiede simone correndomi dietro appena varco la porta della casetta

«per favore, non mi parlare. non voglio trattarti male» dico facendo staccare la sua mano dal mio braccio

«cosa è successo?» ripete lui

«probabilmente non andrò al serale, la maestra mi eliminerà prima» spiego d’un fiato, buttandomi sul letto

simone spalanca la bocca

«chi te l’ha detto?» mi chiede lui, mettendosi di fianco a me

«la maestra, mi ha appena fatto un discorso chiaro e conciso. non le piaccio più»

«per un motivo particolare?» mi chiede lui asciugandomi le lacrime

«mi ha detto che sono cambiata, da settembre sono peggiorata» cerco di spiegare tra i singhiozzi

mi abbraccia

«per favore, non piangere. la risolverai benissimo, ne sono sicuro» cerca di consolarmi simone

«simone non hai capito, sono già fuori praticamente»

«non sei già fuori, devi solo dimostrare quanto vali, perché vali tantissimo» dice mettendomi una mano intorno alla vita

sento il respiro farsi pesante

«camilla» mi richiama simone «guardami» dice facendomi mettere seduta sul letto

«respira» dice mettendomi una mano dietro la schiena

«espira» dice subito dopo

seguo il suo movimento e alla fine lo abbraccio

«grazie» dico semplicemente, facendo combaciare le nostre labbra

«non mi devi ringraziare» dice lui accarezzandomi la guancia

𝐔𝐍𝐀 𝐐𝐔𝐄𝐒𝐓𝐈𝐎𝐍𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐆𝐔𝐀𝐑𝐃𝐈 || 𝐒𝐈𝐌𝐎𝐍𝐄 𝐆𝐀𝐋𝐋𝐔𝐙𝐙𝐎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora