Maddie aveva tutto: soldi, amici, fidanzati...
Stava visitando la Spagna per trascorrere un po' di tempo con una vecchia amica, che l'avrebbe portata con sé per trascorrere del tempo con i suoi amici e i giocatori del FC Barcelona.
Per la prima volt...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
⚠️ Contenuto Esplicito
Lo fissai e mi appoggiai al pilastro scuotendo la testa.
— Maddie, spogliati e mettiti il pigiama.
Scossi di nuovo la testa e lui si avvicinò stando a pochi centimetri da me.
— Spogliati, Maddie.
— Spogliami tu, Pablo.
Si lasciò sfuggire un sospiro e poi mi allontanò per un attimo dalla parete per afferrare la cerniera e tirarla giù in un unico rapido gesto. Poi abbassò il vestito e lo lasciò cadere a terra.
Sollevai un piede, calciai il vestito e poi alzai lo sguardo su di lui.
Lo vidi incrociare le braccia e lo guardai sorridendo.
— Non posso piegarmi per togliermi i tacchi.
Lui si chinò, afferrò uno dei miei piedi per slacciarli e mi baciò la caviglia.
Mi slacciò le cinture e mi baciò la caviglia.
Abbassai lo sguardo e lo guardai mentre mi baciava lo stinco fino al ginocchio.
— Cosa stai facendo?— Chiesi.
— Ammirare una dea
Sorrisi e lo seguii lungo le cosce.
Aprii le gambe, lui mi guardò sorridendo e mi baciò l'interno delle cosce.
Portai le mani ai suoi capelli e li strattonai mentre sentivo che baciava la mia intimità ancora coperta dalle mutandine.
Appoggiai la testa all'indietro contro il muro mentre lui scostava il tessuto delle mie mutandine per affondarvi la lingua.
Sussultai e mi morsi il labbro.
Mi staccò dal muro e mi afferrò il culo mentre usava la bocca.
Gemevo e gli tiravo i capelli mentre lui muoveva i fianchi per darmi più piacere.
Sapeva le mie intenzioni perché mi afferrò il sedere e mi sollevò poi mi portò al tavolo, mi fece sedere sopra di esso e mi baciò con rabbia.
Gli tirai i capelli e gli passai le mani sulla nuca.
Si staccò dalla mia bocca e mi guardò.
— Andrò all'inferno per questo.
— Anch'io.— confessai.
Mi afferrò i fianchi e con un movimento rapido mi fece appoggiare al tavolo, con il petto premuto contro di esso e il culo che sporgeva.
Mi sculacciò e io allungai le braccia sul tavolo.
Un'altra sculacciata. Un mio gemito.
Sculacciata. Gemito.
Poi sentii che mi mordeva una natica ed emisi uno strillo soffocato.
