Maddie aveva tutto: soldi, amici, fidanzati...
Stava visitando la Spagna per trascorrere un po' di tempo con una vecchia amica, che l'avrebbe portata con sé per trascorrere del tempo con i suoi amici e i giocatori del FC Barcelona.
Per la prima volt...
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Terza partita. Contro il Giappone.
Avevamo guardato le partite delle altre squadre e sinceramente avevo paura del Giappone.
Mi fidavo sempre dei ragazzi, ma non di loro.
Io e Sira arrivammo allo stadio e andammo sugli spalti.
Mi sedetti e poi qualcuno mi batté sulla spalla.
Mi sono girata per trovare Aurora.
Sorrisi e mi alzai per abbracciarla.
— Come stai? Bene?— chiesi guardandola.
— Bene, e tu?
— Bene, un po' nervosa.
— È normale, sono sotto pressione.
Ho annuito.
Avevo già beccato Gavi in un paio di occasioni guardando le critiche che gli sono state rivolte su Twitter.
Non potevo lasciarglielo vedere. E cosa ancora peggiore, che credesse all'opinione di persone che dovevano averlo postato dal loro divano di casa, così gli nascosi il telefono per qualche giorno.
— Come va con mio fratello? Dà molti problemi?
Ho riso e ho scosso la testa.
— Lo sapevo.
La guardai.
— Sapevo che saresti stata quella giusto non appena avessi varcato la porta di casa mia.
— A quel tempo ci odiavamo Aurora.
— Non importa, quella era la fiamma che vi teneva attaccati l'uno all'altro.
Ho sorriso dolcemente.
Poi toccarono il braccio di Aurora e lei si voltò.
E poi Aurora mi guardò sorridendo.
— Maddie, questi sono i miei genitori.
Cosa? Oh no...
Si è girata e poi li ho visti.
Gavi era proprio come suo padre, e Aurora era proprio come sua madre, era chiaro.
Entrambi mi guardarono.
— Mamma, papà, questa è Maddie, la ragazza di Gavi.
Sua madre mi fissò e si avvicinò per abbracciarmi.
— Piacere di conoscerti, io sono Aurora.— disse guardandomi.
Io sorrisi.
— È un piacere conoscerla.
— Questo è mio marito, Pablo.
Annuii e Pablo si avvicinò per darmi due baci.
Cominciarono a farmi domande e Aurora chiese loro di calmarsi.
