9 • La Pecora Bianca Della Famiglia

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Avevo definitivamente preso atto di quanto poco fossi bravo ad essere un tipo paziente

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Avevo definitivamente preso atto di quanto poco fossi bravo ad essere un tipo paziente.

Di norma vivevo il momento, niente di tutto ciò che riempiva le mie giornate mi causava eccessivi scompensi emotivi perché tutto ormai era abitudine. Però stavo imparando che avere a che fare con le cose belle mi agitava.

Da quando, ieri, Skye mi ha dato il biglietto del circo, sconvolgendomi non poco, non ho fatto altro che sperare che questi due giorni passassero il più in fretta possibile. Stanotte sarei voluto andare a dormire, e risvegliarmi direttamente alle cinque di domani pomeriggio.

Non avevo mai partecipato ad uno spettacolo, e mi sentivo eccitato come lo erano i miei compagni di scuola nelle giornate che precedevano le gite fuori città.

Gite a cui io non partecipavo mai.

«Ares? Mi stai ascoltando?»

Direi di no. In realtà sto mangiando di malavoglia il risotto che c'è sul mio piatto, e rimuginando su ciò che mi aspetta domani. Non mi ero proprio accorto di Zane, venuto a sedersi a tavola, figuriamoci se ho notato che ha cominciato a parlare.

«Puoi ripetere?»

«Dove diamine hai la testa negli ultimi tempi, ragazzo? Devo preoccuparmi?»

«Ero solo distratto. Stanotte ho dormito poco e adesso sono stanco, è un crimine?»

«Siamo nervosi, eh? Mi sembri tua madre in quella settimana del mese. Ti ho detto che più tardi ti allenerai in palestra con Tobias. Domani entrambi sosterrete un incontro importante».

Quella comunicazione racchiude così tante informazioni che mi straniscono, che torno subito vigile.

«Domani quando?», è la prima cosa che pretendo di sapere.

«I combattimenti non si terranno al solito posto, c'è un po' di strada da fare, partiamo nel tardo pomeriggio. Perché, hai qualche impegno da spostare?» conclude con sarcasmo.

Ma porca puttana.

Fanculo.

Non potrò andare a vedere Skye. Perché ovviamente non posso dire a Zane che non combatterò, né dargli alcun tipo di spiegazione.

«Certo che no. In che posto dobbiamo andare? E perché due combattimenti di fila, siamo così tanto a corto di soldi? E poi hai detto che sarà un incontro importante. Che storia è?»

«Troppe domande, Ares. Sai quanto le odio. Tu pensa ad allenarti, oggi. E a dare il meglio di te domani. Il resto lo saprai a tempo debito».

«Il resto? Cos'è che non mi stai dicendo?»

Tobias aveva ragione, i nostri genitori ci nascondono qualcosa.

Zane mi lancia un'occhiata torva, si alza e va via senza rispondere. Quando si comporta così è inutile insistere, finiremmo per litigare e non otterrei nulla in ogni caso. Se non vuole dire qualcosa, non la dirà e basta.

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