15 • Salva Il Tuo Presente O Salva Il Tuo Futuro

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Mi sono sempre raffigurato Detroit come una cittadina spaccata a metà

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Mi sono sempre raffigurato Detroit come una cittadina spaccata a metà.

Da una parte, la città era vissuta dalla gente che avremmo potuto definire normale; i suoi abitanti erano benestanti e felici, le sue strade piene di vita, di colori, di appartamenti confortevoli. Ogni cosa lì era come un giardino pieno di piante rigogliose e in salute.

Dall'altra parte invece,c'era la Detroit che cadeva a pezzi; quella abitata dalla povertà e dai cuori bui, quella che appassiva giorno dopo giorno insieme ai suoi uomini, quella fatta di strade tristi e quartieri che si reggevano a stento in piedi.

È stupido ma, nel presentarmi alla villetta dei Rowan, mi fa strano trovarmi davanti una dimora di lusso, con la facciata dipinta di recente e implementata in una zona pulita e tranquilla. Gli interni poi, sfarzosi e a tratti di gran classe, mi destabilizzano ancora di più.

Eppure, a pensarci bene, si tratta pur sempre di una gang mafiosa, è ovvio che questa famiglia sia piena di soldi e circondata dall'agiatezza.

È solo che, nella mia testa, ai cuori marci corrispondeva un ambiente altrettanto deteriorato.

È a questo che aspirano i miei fratelli? Il lusso e la comodità sono il loro nuovo obiettivo?

Seguo Zane lungo un corridoio illuminato da lampadari di cristallo, che segue a sua volta una domestica che sta per condurci nell'ufficio dei Rowan.

Dal momento che ho accettato di diventare un loro dipendente, Zane mi ha informato che volevano prima avere un incontro ufficiale per conoscere il sottoscritto.

Sono teso come forse non lo sono mai stato in vita mia. Ogni cellula del mio corpo mi sta urlando di ripensarci e fuggire, che sto per prendere una pessima decisione, ma so che ormai è fatta. Che da certe scelte non si torna indietro. Che, a questo punto, posso solo augurarmi che non si riveli tutto un enorme disastro.

La domestica si congeda non appena giungiamo davanti a una porta socchiusa.

Le nocche di Zane ci bussano contro.

Una voce possente ci dà il permesso di entrare.

E così alla fine siamo dentro. Dentro alla stanza, dentro alle mani dei cattivi.

I miei occhi registrano a malapena i mobili e gli accessori presenti nell'ampia sala, e incontrano subito quelli piccoli e scuri dell'uomo più anziano seduto dietro alla scrivania. Avrà qualcosa come settant'anni, e anche questo mi stupisce perché, sempre nella mia visione delle cose, i cattivi hanno vita breve. Io stesso non mi sono mai immaginato anziano.

Accanto a colui che deve essere Marcus Rowan, ci sono altri due uomini che non possono che essere i suoi figli. Riconosco quello più adulto, perché era presente il giorno in cui ci è stato chiesto di combattere per loro.

Lo sguardo di tutti i presenti mi si posa addosso -mi studiano proprio come io sto facendo con loro- e non fa che aumentare la tensione e il nervosismo che hanno preso in affitto ben più di qualche stanza, nel mio corpo.

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