I MIEI SCLERI!!!

Ghost Rule: Oneshot

Per il contest di scrittura di welcome_to_your_fate, è uno psicologico ed è la prima volta che scrivo storie del genere, portate pazienza perché non sarà il massimo!

Copertina:

Purtroppo, nella vita, gli sbagli si commettono... e io ne ho commessi fin troppi, il problema è che nessuno lo sa e nessuno lo capisce.

Mi sento bloccata da catene enormi che mi tengono bloccata alla mia vita e al mio corpo, e nell'esatto momento in cui decido finalmente di abbandonare tutto quelle catene tirano, premono soprattutto il mio collo, la mia testa e il mio stomaco, e mi ancorano al mio corpo proprio quando sto per abbandonarlo.

E più il dolore continua, più desidero che si propaghi ovunque riesce ad arrivare.

Tutto quanto è iniziato quando ho improvvisamente iniziato a prendere voti più alti del solito a scuola: la gente ha iniziato ad ammirarmi, a venerarmi, e mi sono sentita accesa dopo una vita dove non venivo notata da nessuno.

Al che, ho iniziato a diventare amica di tutti coloro che volevano avvicinarsi a me, anche solo per approfittarne del talento che avevo scoperto, e quando cercavano di usarmi io cambiavo le carte in tavola e li manipolavo.

Oh, e poi non era tutto: ad ogni loro richiesta, non ero capace di dire di no: anche se era qualcosa che andava contro i miei ideali e stavo per negare la mia disponibilità di farlo, di colpo le mie labbra modificavano la risposta in un sì.

Non se ne rendevano conto.

Mi piaceva avere il controllo sulle cose, ma era un piacere immotivato. 

In un attimo ero diventata il dio malvagio di un nuovo gruppo religioso che mi serviva e si lasciava manovrare da me, e loro, poveri idioti e idiote, me lo lasciavano fare.

Ed ero talmente presa da questo gioco di potere da non riuscire più a rendermi conto che la situazione stava degenerando...

...e che sarei dovuta uscirne immediatamente.

Avevo una vita perfetta.

E, per rovinarla, avevo agito da sola.

Quando se ne sono accorti, è stato troppo tardi, e per me era finita.

Iniziarono tutti ad abbandonarmi e a correre via da me, come se fossi affetta da una grave malattia infettiva e avessi potuto trasmettergliela da un momento all'altro. Non appena qualcuno veniva a conoscenza di quello che avevo fatto, cercava di tagliare tutti i rapporti con me e io mi sentivo come se dei frammenti di vetro mi trafiggessero il corpo in ogni punto, fino a cancellarlo completamente perché ricoperto dal sangue completamente.

Poi, poi sono arrivate loro, le catene...

Quando la gente ha iniziato a rendersi conto di come sono in realtà, quelle hanno preso ad avvolgermi le gambe, le braccia e tutto quello che riuscivano ad afferrare con la loro presa di metallo e a tirare in tutte le direzioni, togliendomi il respiro e la forza di riuscire a ribattere.

Sentivo che per me era finita.

Provavo ad urlare più forte che potevo, ma anche le corde vocali erano vittima di quelle armi che le bloccavano, di conseguenza nessuno riusciva a sentirmi.

Il vero motivo per cui ho sofferto così tanto dopo essermi fatta scoprire era molto semplice: brillavo, quasi accecavo, e ora mi ritrovavo ad essere invisibile e dimenticata, proprio come all'inizio.

Penso che ci sia una specie di meccanismo, una regola, per cui le persone, dopo un certo tot di tempo in cui si sono fatte notare e hanno ottenuto lodi che non meritavano, a un certo punto diventino dei veri e propri fantasmi: vagano a vuoto, senza più uno scopo della vita.

Le catene tirano sempre di più.

Non c'è più ragione di continuare a vivere nel dolore, mi dico, mentre gli ultimi fiotti di sangue escono dalla mia bocca e vanno a macchiare i miei vestiti.

Urlo un ultimo "mayday" che, per quanto forte, non verrà ascoltato da nessuno... se c'è qualcuno che può sentirmi, per favore, lo faccia ora e non aspetti che decida io stessa come finirà questa storia...

Ed è in quell'esatto momento che le catene tirano l'ultima volta, proprio quando la mia visuale ricade sul mondo intorno a me che si sta distruggendo dato che, perché il finale potesse essere questo, ho fatto tutto da sola.

Mi mancheranno da morire.

Faceva schifissimo ma ehi... scusa il ritardo, Mitsu!