Capitolo 20: Senza, ma essenza pura.

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Il suono della chiusura della porta ha simboleggiato dentro di me un suono molto sordo, un qualcosa che ho racchiuso dentro di me per molto tempo. Rabbia. Rabbia per me stessa, rabbia per il dolore che sto provando e che ho provato, ed in questo momento sono tornati a galla tanti di quei momenti trascorsi che non hanno fatto altro che farmi pensare a quanto io abbia sempre cercando di cambiare ma senza mai farlo realmente. Ho racchiuso tutta la mia rabbia in un viso ben curato, sempre amorevole, sempre disponibile. Ho sempre pensato che l'amore un giorno mi avrebbe fatto cambiare idea su quanto una persona possa desiderare nella propria vita, come se questo sentimento avesse realmente qualche potere sulle persone e forse é anche vero, ma non per me. Nel momento in cui l'amore entra in qualche modo in contatto con me, rovina qualsiasi altro sentimento.
Dopo quel momento, prendo il cellulare che avevo spento il giorno prima, lo accendo e trovo dieci chiamate perse da Luca, e diversi messaggi su Whatsapp. Chiamo Luca.
"Aurora! Finalmente, per fortuna prima di sparire nel vuoto cosmico hai mandato la posizione." Risponde prontamente.
"Io-"
"Ti sei affacciata fuori? C'è una neve bellissima. Tra poco si scioglierà per questo sole che c'è." Ed è vero, guardo verso la finestra e vedo questo bellissimo paradosso, un sole che sembra quello estivo con un i raggi che penetrano la finestra ed una neve leggera che scende giù dal cielo, mi avvicino verso la finestra e noto uno strato di neve non indifferente, finalmente la tempesta ha smesso e la calma ne ha preso il suo posto. Così come farò nella mia vita.
"Luca sent-"
"Dai, -ribatte senza darmi il tempo di rispondere- scendi, che andiamo al resort."
"Luca, luca. - cerco di farlo tacere in qualche modo anticipando e interrompendo ogni frase successiva - Tra poco scendo, dammi 10 minuti."
"Signor Zone." Sento una voce provenire dal telefono. Era lui.
"Professor Natale, anche lei in vacanza approfittando di questa splendida neve?"

Risponde, allontanando il telefono dall'orecchio. Non riesco a sentire null'altro se non un "che casualità".
"Luca, luca, ti prego rispondimi. Luca!" Urlo, ma dopo un po' cade la linea. Non ho mai corso così tanto nella mia vita, prendo il pigiama e vestaglia, e lo butto nella borsa noncurante di stropicciare tutto, prendo il telefono e occhiali e scendo di corsa giù.
Al mio arrivo nella sala comune trovo Luca seduto sul divano, da solo. Strano.
"Luca! Eccoti."
"Oh, Aurora. Eccoti finalmente, andiamo?"
"Certo, andiamo." Mi avvicino per abbracciarlo e sento il suo corpo leggermente rigido. "Va tutto bene?" Gli chiedo.
"Certo, va tutto perfettamente. Sono felice che tu stia bene. Andiamo?"
"Certo... andiamo." Prende la mia borsa e avanza verso la reception. Il suo sguardo é spento, spero che non abbia scambiato alcun tipo di conversazione con Diego.
Arriviamo alla reception e trovo Emma con un suo gran sorriso che ci accoglie.
"Spero che stanotte tu abbia dormito bene." Dice Emma, e mentre sento le sue parole deglutisco rumorosamente, di nuovo.
"Tutto molto bene, tutto molto tranquillo."
"Eppure c'è stata una forte tempesta." Mi guarda Luca incuriosito, "E tu hai paura delle tempeste."
"Si, é così, ma per fortuna sono riuscita a chiudere subito occhio."
"Ne sono felice." Dice, sorridendomi.
"Ecco a te le chiavi, grazie per tutto." Poggio le chiavi sul bancone, nel mentre prendo il portafogli mi ferma dicendo.
"No, tranquilla. Questa notte offre la casa."
"Assolutamente no, Emma." Prendo il portafoglio.
"No, seriamente, il pagamento è già stato effettuato." Mi guarda sorridendo.
Non capisco, guardo d'istinto Luca, sorridendo.
"Non guardare me!" Risponde.
Mi giro nuovamente verso Emma, "Per favore, Emma, non voglio che mi offriate nulla,
prendetemi come se fossi una vostra affettuosa cliente."
"Aurora, sul serio! - ride, girando il computer - guarda, la prenotazione che avevo inserito al tuo nome, non esiste più. È' stata completata."
"Ma da chi?" In quel momento ho realizzato, il professore aveva offerto quel soggiorno, forse per scusarsi. Ciò mi fa imbestialire ancor di più, ma chi si crede di essere per comportarsi in questo modo? Come se ciò che provo potesse mettermi a tacere con questi soldi, tuttavia lo sguardo di Luca cambia vertiginosamente come se avesse iniziato a capire qualcosa, quello sguardo è pungente e sembro sanguinare.
"D'accordo, allora, grazie infinite di tutto. Tornerò sicuramente a trovarvi."
"Aurora, ci ha fatto tanto piacere conoscerti. Spero di ritrovarti presto."
A malincuore, sono consapevole del fatto che questa sarebbe stata l'ultima volta in cui ci saremmo viste. Il suo sguardo sembra così speranzoso, ed ora che lo osservo più attentamente, assomiglia molto al suo, così intenso e così allegro.
"Spero anch'io, raccomanderò questo posto a tutti coloro che vogliono venire nella quiete e nel calore. Grazie ancora." Mi giro verso Luca, che con sguardo vago, fa un cenno con il capo ed esce. Mi guardo intorno un'ultima volta, sapevo che tra quelle mura poteva ancora esserci lui, avrei voluto che fosse uscito fuori per parlarmi un'ultima volta, per prendermi per mano ed abbracciarmi, stringermi forte, ma la realtà é un'altra. 

Io sono sparita dalla sua vita, lui é sparito dalla mia vita.
E con esso, la metà del mio cuore.

Usciamo così dalla tenuta, mi avvio verso Luca che sembrava aumentare il passo molto velocemente. 

"Luca, aspetta." dico mentre mi avvicino, ma sembra non assecondare la mia affermazione. Si avvicina alla mia auto, dove al suo fianco era parcheggiata la moto del professore. Mi chiedo se ha riconosciuto la mia auto, ma dubito fortemente. 

Tolgo l'antifurto alla macchina e Luca pone la mia borsa dentro, per poi recarsi alla sua auto, ma prima riesco finalmente a fermarlo un secondo.
"Luca, aspetta un secondo."
"Dimmi, che succede?" Risponde.
"Che succede a te." Rispondo, con tono preoccupato. Non riesco a capire il suo comportamento.

"Nulla, davvero. Partiamo?" Dice queste ultime parole, mentre si volta per entrare nella sua auto.

Entro in auto ed il viaggio è sempre più solitario. Se avessi saputo che questo giorno sarebbe andato così, non avrei mai percorso questa strada. La luce del mattino filtra attraverso il parabrezza dell'auto mentre mi dirigo lungo la strada di campagna. Il paesaggio si risveglia lentamente: la neve ha coperto molto ed il sole forte scioglie. Penso e ripenso a questi momenti, a quelle parole, a quei sorrisi. Tutto mi sembrava così chiaro ed invece, adesso... Solo ora, con la luce del giorno che inizia a illuminare il mondo intorno a me, che la verità diventa evidente. Le sue parole risuonano nella mia mente, ogni frase, un colpo al mio cuore già ferito. Non riesco ad essere felice, non riesco ad essere triste. Anche se le sue parole rendevano tutto più chiaro, cariche di sincerità e desiderio, non facevo che oscurare tutto, non posso continuare a vivere in questa bolla di illusioni. Nonostante il calore che avevo sentito, so che c'è qualcosa di insormontabile tra noi. La differenza di età è come un abisso che ci separa, un divario che nessuno dei due può superare. Con il cuore pesante, devo mettere fine a questa situazione. Non importa quanto siamo compatibili in ogni altro modo, tutto ciò che sta succedendo è impossibile da colmare. Una lacrima solitaria scivola lungo la guancia, mentre il peso della realtà si fa sempre più oppressivo. Anche se il mio cuore desidera con tutta se stesso poter essere con lui, sa che è un desiderio destinato a rimanere irrealizzato. E così, con un sospiro carico di tristezza e rassegnazione, porto via dal viso quella lacrima, notando finalmente il resort da lonatno. Quella strada l'ho percorsa per inerzia, la macchina di Luca non mi ha mai sorpassata, nemmeno un attimo.

Sospiro.

E' giunto il momento di lasciar andare questo sentimento, di liberarmi da queste catene.

Non appena arrivati, lasciamo le auto nel parcheggio dedicato ai clienti e mi avvicino a Luca.

"E' stato un bel viaggio silenzioso."

"Si, ma credevo fossimo più lontani, invece eravamo abbastanza vicini." Risponde Luca, prendendo i bagagli dalla sua macchina e poi si avvicina alla mia per prendere il mio borsone.

"Grazie." 

"Figurati, - risponde - ora entriamo, non vedo l'ora di raggiungere la stanza. Stasera fanno la serata karaoke."

Per un momento, il suo sguardo mi è sembrato diverso. Non è più lo stesso di quando siamo partiti, non è scontroso, non è preoccupato. E' sinceramente felice. Ed io, voglio esserlo a mia volta. Ho bisogno di essere felice e farò in modo che questo accada. 

Che questi 3 giorni possano essere un segno. 

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