-POV VITTORIO-
Le luci fluorescenti dell'ospedale riflettono un'atmosfera gelida e sterile. I corridoi sono affollati di persone, ciascuna con la propria storia, ma non riesco a pensare ad altro che ad Aurora. Mi isolo dal resto del mondo. Dopo la notizia tremenda, mi siedo su una panchina nell'angolo del reparto, il cuore mi batte forte nel petto mentre Barbara ed Aria, cercano soluzioni, ma le parole sembrano svanire nell'aria sterile.
"Dobbiamo avere fiducia," dice Barbara, con gli occhi lucidi di lacrime trattenute. La sua voce trema, ma cerca di infondere un briciolo di speranza.
Annuisco, ma il pensiero ritorna a lei, e questo mi attanaglia come una morsa. Non posso fare a meno di pensare ai nostri momenti insieme, assieme alle altre, ai sorrisi, alle parole dette nei momenti giusti, alle torte che creavamo nei momenti di noia, ai segreti sussurrati durante le lunghe notti estive, ora mi sembra tutto così distante. Così irreale.
"Ci dev'essere qualcosa che possiamo fare. Spargiamo la voce." Risponde Aria - "Dev'esserci qualcuno che può aiutarci. Scriviamolo sui social, chiediamo di condividere."
"Il dottore ha detto che le stanno facendo tutte le analisi necessarie," dice Barbara, "ma possiamo provarci." mi stringe la mano come a trasmettermi un po' della sua forza. Ma anche lei sa che il futuro è incerto, e l'oscurità di quella situazione si allunga come un'ombra.
Il pendolo alla parete ticchetta, il suono sembra scandire ogni secondo di attesa, ogni attimo di angoscia. Aria si alza e si avvicina alla finestra, cercando di scorgere qualcosa oltre il vetro, ma il mondo esterno sembra lontano anni luce. Mi avvicino alla macchinetta per prendere un caffè, dopo aver chiesto alle ragazze se lo volessero, ma io ne avevo bisogno. Ne ho bisogno. All'improvviso, la porta scorrevole si apre, e un uomo irrompe nell'atrio. Lo riconosco subito: è Diego, il professor Diego, ma oggi è diverso. Il suo volto, solitamente sereno e sorridente, è solcato da un'espressione di preoccupazione e disperazione. I capelli sono spettinati e la sua camicia è sbottonata, come se avesse messo insieme i pezzi di sé in tutta fretta per arrivare qui. Lo osservo avvicinarsi al bancone dell'accettazione, i suoi occhi cercano disperatamente volti familiari, ma vedono solo sguardi curiosi e impazienti. Non posso fare a meno di notare come la paura si rifletta nel suo sguardo, come una tempesta che si avvicina minacciosa. Guardo Barbara ed Aria, che non avevano notato nulla, prese da altri pensieri, le chiamo.
"Aria."
"Cosa?" si gira verso di me, e capisco che abbiamo visto la stessa persona dal suo sguardo.
"Come ha fatto a saperlo?" Risponde.
Anche Barbara si gira ed anche lei lo vede.
"Forse all'Università. Ho incontrato Luca, mi ha chiesto chi fosse in ospedale. Forse ha sentito gli altri ragazzi che ne parlavano. Ma come ha fatto a trovare l'ospedale?"
"Aurora Panni. E' il quinto ospedale in cui chiedo. Per favore."
Sento la sua voce, è rotta, il tono di voce pur essendo alto, si affievolisce in un sussurro. Mi alzo, in un impulso, e assieme alle ragazze, ci avviciniamo a lui. "Professore?" dico cercando di restare impassibile, ma la mia voce tradisce un'emozione che fatica a trattenere. Posso vedere come le sue mani tremano leggermente mentre si stringono attorno alla giacca. Alza lo sguardo, e in quegli attimi mi sembra di leggere la fragilità di un amore che sta affrontando la più dura prova.
"Allora è vero..."
Facciamo un cenno all'infermiera che stava cercando il suo nome, e lo portiamo dove eravamo seduti.
-END POV-
-POV BARBARA-
Il rumore monotonico delle macchine e l'odore di disinfettante si mescolano in un ambiente sterile e deprimente. Quando la porta si apre e vedo entrare il mio professore, con i suoi capelli più disordinati del solito, non posso crederci. Avanza lentamente verso la panchina dove eravamo seduti, mentre Vittorio gli spiega la situazione, i suoi occhi affondano nel pavimento come se avesse il mondo intero sulle spalle. I passi incerti rimbombano nel silenzio. Quando finalmente alza lo sguardo per incontrare il mio, la sua espressione tradisce il peso che porta con sé. Sento il mio cuore battere più forte; so bene che l'unico motivo per cui è qui è per lei, Aurora. La loro relazione è complicata, ma ora, la situazione è diversa. Non riesco a trattenermi, e dopo averlo salutato con un sorriso moscio, sento il bisogno di rompere il silenzio.
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Romance"Se l'amore esistesse sul serio, se l'amore non seguisse alcun tipo di regola, se l'amore fosse così forte da superare ogni ostacolo, se..." Questo è uno dei pensieri di Aurora Panni, una giovane studentessa di Editoria, che si trova per la prima vo...