-POV ARIA.-
Sono un po' nervosa mentre apro la porta della stanza d'ospedale. L'aria fredda del corridoio mi colpisce ancora più duramente. La mia mente è affollata dai pensieri su Aurora, sulla sua fragilità e sulla speranza che tutto potesse andare per il meglio. Sono la prima ad uscire, Vittorio e Barbara sono ancora dentro, mentre cammino lungo il corridoio, lo sguardo si posa ancora una volta, su di lui. Il professore. Ha deciso di non entrare, forse per evitare di creare disagio ad Aurora. E' appoggiato al muro, mentre parla con il dottore, il volto pallido e segnato dall'ansia. Non so perché, ma un impulso mi spinge ad avvicinarmi. La curiosità, forse. La penso allo stesso identico modo di Barbara, ma anche lui sta soffrendo così come stiamo soffrendo noi. Prendo una tazza di caffè, e mi dirigo verso di lui, ma mentre mi avvicino, sento le sue parole, chiare e taglienti, che si elevano sopra il brusio dell'ospedale.
"Non voglio che sappia chi sia", dice, la voce densa di preoccupazione. Non si è neanche accorto della mia presenza. Il dottore, con il camice bianco e lo sguardo professionale, annuisce. Un brivido mi attraversa la schiena. Le parole si aggrovigliano nella mia mente, evocando mille domande.
"Professore.." mi avvicino, nel momento in cui il dottore va via.
"Oh, ciao. Non ti avevo vista arrivare." risponde.
Gli porgo la tazza, la prende facendo un segno di assenso con la testa.
Mi siedo, su di una panchina lì presente ed interminabili minuti di silenzio seguono questo gesto, dopodiché si siede accanto a me.
"Allora? Come sta?"
Le lacrime fuoriescono dai miei occhi quasi istintivamente.
"Sta... come qualcuno che potrebbe non farcela." rispondo, tirando su con il naso.
Mi guarda e poi guarda altrove.
"Sai, Aria.. - si ferma per un istante, bevendo un sorso dalla sua tazza, - Vedi, qualche anno fa ho vissuto un'esperienza che ha cambiato la mia vita. Un incendio. Era tutto in fiamme, il fumo era denso, e la paura..." - si ferma per un secondo - "Oh, la paura era palpitante. Pensavo che non ce l'avrei fatta. Ma in mezzo a quel caos, ho trovato una forza che non sapevo di avere." Le mie labbra iniziano a tremare, sento il suo sguardo su di me, come se stesse cercando le parole giuste. "Era come se tutto intorno a me si fosse fermato, -continua - Non posso dire che sia stato facile. Ho perso cose, persone, ma sono riuscito a salvarmi, grazie ad un uomo."
"Cos'ha fatto?"
"Mi ha salvato la vita. Andammo in ospedale, e mi disse: *Tu un giorno, sarai quel che sarai, ed io sarò fiero di te.* Queste esatte parole." si ferma.
Alzo lo sguardo verso di lui, gli occhi pieni di un dolore profondo, ma ora c'è anche una scintilla di qualcosa. Non lo avevo mai visto così vulnerabile.
"Quella fu' l'ultima volta che vidi mio padre." Beve l'ultimo goccio sulla tazza. "E' morto tre giorni dopo, per un infarto."
E questo è il colpo finale della storia. Ma... allo stesso tempo, ad ogni frase che pronuncia, sento crescere dentro di me una sensazione di rivelazione. E' come se un velo si stava sollevando, pian piano. Mentre pronuncia queste parole, mi viene in mente Aurora, e il modo in cui lo guardava. L'amore è una forza che unisce le fragilità, e in questo momento, tutto sembra avere un senso.
"Aurora è forte, lo so per certo.. Ha sempre avuto quella luce dentro di lei, e anche se ci sono momenti in cui sembra che la speranza stia svanendo, noi dobbiamo essere la sua forza." Mi guarda. "So che è difficile, ma non perdiamo mai la speranza. Questo è ciò che conta. E, chi lo sa, forse un giorno potrai raccontare ad Aurora di come abbiamo lottato per lei. Non è questo che vogliamo?"
Nel frattempo, si avvicinano Barbara e Vittorio.
"Diego Natale?" una voce dal corridoio.
"Arrivo." Risponde. Si alza, e ci saluta con un cenno della testa.
"Cos'è successo?" Dice Barbara, non appena il professore lascia la stanza.
"Ragazzi, non lo so. Non l'ho mai visto così." rispondo sinceramente, buttando via un sospiro.
"Ti ha detto qualcosa?" Risponde Vittorio, sedendosi accanto, e mettendo la mano sulla mia, appoggiati alla mia gamba.
"Mi ha detto che dobbiamo avere speranza e coraggio, perché potremmo diventare l'unica ancora per Aurora."
Tocco la fronte di Vittorio con la mia, sono così felice che sia qui con me.
"Non è una giustificazione..." dice Barbara. "Resta un uomo sposato."
"Sono d'accordo, Barbara... Ma quando parlava, sentivo qualcosa di strano. Come una scossa, non so cosa sia, ma lui sta soffrendo quasi quanto noi."
Barbara non risponde, si siede e guarda altrove.
Penso alle sue parole, quelle di Barbara, che non sono nient'altro che quel tipo di moralità che ci viene insegnato e che, in fondo, spesso sembra reggere sulla superficie. Ma l'amore... l'amore è come un respiro che non puoi controllare. Non conosce confini, né limiti, né restrizioni sociali. La mia mente torna ad Aurora, in quella stanza, così fragile eppure così forte. E in questo momento, mi chiedo:
E' possibile amare in modo profondo e sincero anche quando la società ti dice che non dovresti? La contraddizione si accende dentro di me, e io continuo a chiedermi:
Cosa c'è di sbagliato nell'amare?
L'amore che prova verso il suo professore — si può vedere nei suoi occhi ogni volta che ne parla, nei sogni che condivideva con noi, nelle sue attenzioni.
Ma è giusto?
Questo amore, ostacolato da convenzioni e giudizi, da un'età che separa due mondi. Ho sempre pensato che l'amore fosse libertà, ma guardando la porta chiusa, la mia mente si perde in un groviglio di dubbi.
Forse l'amore dovrebbe essere meno complicato, più semplice, più puro... eppure, la verità è che l'amore è tutto tranne che semplice.
Mi ricordo delle notti passate a parlare di lui, di come lui la guardava. Ho visto la luce nei suoi occhi quando ne parlava, il suo viso che si illuminava con ogni ricordo. Era felice, e io gioivo per lei. Ma ora, con il suo destino appeso a un filo e il peso delle scelte che pesa sui miei pensieri, mi chiedo:
L'amore vale il rischio?
Vale il dolore?
Cosa succederebbe se non ci fosse più?
Cosa resta di un amore proibito in un mondo che ha già tanto dolore da offrire?
Sospiri e lacrime?
O forse, la consapevolezza che, al di là di ogni regola, ogni emozione, ogni battito del cuore, l'amore trova sempre una sua strada, anche quando sembra impossibile?
Mi ritrovo qui, con la speranza che tutto vada bene e mi chiedo se, dopo, dovrei dirle... qualunque cosa, qualsiasi cosa che possa metterla in guardia, che possa farle capire la fragilità di quest'amore.
Ma poi, un altro pensiero mi invade:
e se fosse proprio questa fragilità a renderlo così prezioso?
Scosto i pensieri, mentre il silenzio si fa più denso. Non posso fare altro che aspettare, mentre le domande affollano la mia mente. Guardando la porta, mi rendo conto che, dentro di me, so già la risposta.
L'amore è tutto ciò che abbiamo, e forse, in fondo, quello è l'unico motivo per cui vale sempre la pena rischiare.
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Romance"Se l'amore esistesse sul serio, se l'amore non seguisse alcun tipo di regola, se l'amore fosse così forte da superare ogni ostacolo, se..." Questo è uno dei pensieri di Aurora Panni, una giovane studentessa di Editoria, che si trova per la prima vo...