Capitolo 24: Effetto farfalla?

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Uscita da quella stanza le emozioni erano così forti che impossibili da decifrare. Avrei voluto poter fermare quel momento, da rivivere in loop. Nient'altro, non avrei avuto bisogno di mangiare, di bere o di qualsiasi altra cosa, bastava il suo sguardo sulle mie labbra per farmi vivere. Ma le circostanze hanno voluto che il tempo passasse e anche velocemente. Una volta fuori l'aula, tiro un respiro profondo ed inevitabilmente le lacrime scorrono sulle mie guance. 

"Allora? Cos'è successo? Com'è andata?"

Sorrido, mentre le lacrime accarezzano le mie guance. "E' finita, - rispondo tirando su con il naso - è andata, semplicemente andata." 

"Ti ha detto qualcosa?" Quella frase di Vittorio mi colpisce diritto nelle costole. Non potevo raccontare cosa fosse successo, non qui.

"30 e Lode", rispondo.

"Dici sul serio?!" Risponde Barbara, "Ma è bellissimo!"

"Ma perché allora piangi?" sussurra Aria, facendo rendere conto agli altri che effettivamente qualcosa non andava. Non so bene cos'è che non andasse, ma era esattamente così che mi sentivo, impotente. Dopo qualche secondo di silenzio mi stringono in un abbraccio in cui sorrido cercando di singhiozzare non troppo forte.

- POV. ARIA -

Sono qui fuori ormai da più di un'ora ed il professore ancora deve chiamare nessuno di noi se non Aurora. Ad ogni esame, anziché dire al ragazzo che ha finito di esaminare di far entrare l'altro, esce il Professore per chiamare personalmente il prossimo, ed il suo sguardo inevitabilmente cade verso di noi, e vedo gli occhi di Aurora abbassarsi, ed i suoi cercarli. Ero così tanto in ansia che notare le altre cose al momento è la cosa che mi usciva meglio, e loro mi rendevano triste. Io stento a crederci, il professore, un uomo di quarant'anni, sposato, con una vita ordinaria, si era invaghito di lei, una sua studentessa. Un amore silenzioso, un desiderio irrealizzabile. La sua età, la sua posizione, la loro differenza di età, tutto gli sussurrava di tenere le distanze. Ma puntualmente non appena quella porta si apre, vedo Aurora sussultare sul suo posto.

Posso vedere il suo cuore in gola, mentre ogni volta si affaccia alla porta solo per cercarla, per poi tornare in aula, con la stessa furtività con cui è uscito, dopo aver nominato il nome del suo ennesimo studente prima di noi. Potrebbe esserci un motivo al non averci ancora chiamato a fare l'esame?

Finalmente, alle 14 arriva il turno di Vittorio. Ormai eravamo rimasti solo noi quattro fuori l'aula.

"Dite che l'ha fatto apposta?" dice Aurora.

"Cosa?"Risponde Barbara.

"A farci fare l'esame per ultimi? Certo." Rispondo, guardando verso di loro.

"Perché avrebbe dovuto?"

"La vera domanda è: punizione o volontà?" Rispondo.

"In che senso?" Commenta.

"Andiamo, è ovvio che lo abbia fatto di proposito. E' da capire se è stato per punire Aurora o perché non vuole che finisca."

"Io... non so che pensare." Risponde Aurora, è strana. Capisco che incontrare il professore dopo tanti mesi abbia potuto scatenare in lei qualcosa, ma sicuramente c'è dell'altro. Dev'essere successo qualcosa.

Abbassa lo sguardo, e sfoglia un libro. Quando silenziosamente si apre la porta, e vedo lo sguardo del professore che la osservava di nascosto, quasi come se fosse consapevole di essere un uomo diviso tra il suo dovere e il suo desiderio. 

Ed ecco pochi secondi dopo, uscire Vittorio, con un bel sorriso.

"Ho preso 28, l'esame è stato facile. State tranquille." dopodiché, il Professore chiama Barbara ad entrare e dunque sono ufficialmente l'ultima.

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