Capitolo 17: Desiderio che cresce in crescendo.

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Sono chiusa in questo bagno da ormai dieci minuti, le mie mani tremano, non fanno che toccarsi le labbra, posso ancora sentire le sue. Al pensiero, rabbrividisco. Com'è potuta succedere una cosa del genere? Chi ha rapito le mie emozioni ed il mio cuore per quell'intenso minuto? Non faccio che pensare a quel momento, non riesco a togliermi dalla testa il suo respiro, il suo tocco sulla pelle, non ho il coraggio di uscire. Poco dopo sento bussare alla mia porta.

"Occupato." Rispondo.

"Si, sei lì dentro da parecchio. Va tutto bene?" Non riesco a riconoscere la sua voce, quindi cerco di respirare profondamente ed uscire.

"Va tutto bene, grazie." Apro la porta, mi trovo di fronte una ragazza che non avevo mai visto prima d'ora.

"Sicura? Ti ho sentita sospirare profondamente. Non volevo che fosse successo qualcosa."

La guardo un po' confusa, perchè si stava interessando così tanto a me?

"Non fraintendermi. Non volevo essere invadente. " Indietreggia, guardando verso il basso. "Felice che vada tutto bene."

"Non preoccuparti, - rispondo avvicinandomi a lei -, grazie per la premura. Avevo bisogno di un momento."

"Scusami, scusami, scusami." Stava... piangendo?

"Oh, non fare così. Non preoccuparti."

"E' così che ho perso mio cugino." Dice, - "In un fottuto bagno." Indica il bagno, ridendo, con le lacrime che le rigavano il viso.

"E' andato via perchè nessuno ha avuto la prontezza di sentire i suoi sospiri pesanti."

"Mi dispiace molto, davvero." Rispondo, le tocco la spalla.

"Non preoccuparti, - si asciuga le lacrime, - scusami." Risponde, scansandosi leggermente. Quello era il mio segnale d'uscita, mi dirigo verso la porta.

"Comunque mi chiamo Lara."

"Aurora." accenno un sorriso ed esco.

Mi dispiace molto per Lara, dev'essere stato brutto, e non volevo che proprio il giorno di capodanno riaffiorassero questi ricordi. Ma non potevo saperlo. Nel frattempo, uscita da quel bagno il caos della serata rientra nel mio cervello, per quanto ho insistito io di venire a questa festa, ora volevo solo andare via, fuggire, per paura di dover rincontrare quell'uomo misterioso, per paura che lui possa invece aver visto qualche dettaglio, un colore degli occhi, un increspatura del vestito, o il colore dei capelli grazie alla poca luce che entrava. Tutto urlava di andar via, eppure il mio cuore voleva trovarlo. Voleva trovare colui che mi ha fatto rabbrividire ogni cellula del mio corpo, che mi ha fatto dimenticare per un quel lunghissimo minuto tutto ciò che mi tormentava. Ho bisogno di incontrare i suoi occhi. Ma era impossibile, quindi, cerco di cacciare questo pensiero. Quello di cui ho bisogno davvero erano Aria, Vittorio e Barbara.

Mi dirigo verso il posto in cui li avevo visti l'ultima volta, ma al loro posto, trovo una coppia che stava avvinghiata l'uno all'altro, le luci sono soffuse, dev'essere romantico. L'amore è la forza che trasforma il comune in straordinario.

Ma al contempo c'erano ancora le nostre borse, quindi non devono essere andati lontani, mi avvicino per recuperare il mio cellulare dalla borsa, quando.

"Aurora?" sento una voce provenire da dietro.

- POV. ARIA -

Parlare con Aurora mi ha fatto riflettere. Come può provare quello che prova e non fare nulla a riguardo. L'amore è proprio una seccatura, è una tempesta che distrugge tutto, lasciando dietro di sé solo rovine emotive. Questa sera ho deciso di affrontare il discorso con Vittorio una volta e per tutte, ho bisogno di capire se c'è qualcosa che ci tiene legati oppure no. E' da quando siamo arrivati che non mi dedica neanche uno sguardo, ed io non so se riuscirò a resistere ancora a lungo. La canzone continua e lui evita ogni contatto visivo.

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