5 (Marco)

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Terminato agosto, con settembre le giornate iniziarono a farsi più corte e, soprattutto, più piovose. Il bel tempo che ci aveva allietato a partire dal nostro arrivo in Svezia sembrava ora solo un ricordo. Angela non si lamentava, ma dal suo sguardo si vedeva che non si sentiva a suo agio. Kista non le era mai andata a genio, figurarsi ora con il maltempo.

Il progetto di cui ero responsabile, dopo la fase di avviamento, procedeva ormai in modo spedito, richiedendo sempre più il mio impegno. Iniziai ad andare in trasferta ad Oslo con cadenza bisettimanale. Solitamente partivo per la Norvegia di lunedì per far ritorno il mercoledì sera. Alloggiavo in hotel, lasciando Angela sola a casa per due notti. Anche di ciò non si lamentava mai, ma comprendevo che per lei non fosse una situazione ideale.

Fu così che decidemmo di trasferirci a Stoccolma. Angela fu entusiasta e si mise subito alla ricerca di una casa con l'aiuto di Lisa. Quando alla sera tornavo dal lavoro, mi faceva il resoconto di tutte le case visionate quel giorno e di quelle che avrebbe visto nei giorni successivi. Pur tornando a casa stanco morto, la stavo a sentire con attenzione perché capivo che per lei era una cosa importante.

«Scegline una. Non dobbiamo acquistarla, ma solo prenderla in affitto per un paio di anni» le dissi una sera, non perché fossi stanco dei suoi resoconti giornalieri, ma semplicemente perché anche io ero stufo di vivere a Kista.

«Hai ragione» rispose. «Devo fare una scelta.»

Solo in quel momento, dal tono della sua risposta, compresi la verità. Nel momento in cui avrebbe scelto la casa in cui avremmo vissuto, la sua attività di ricerca sarebbe finita e sarebbe ritornata alla noia dei giorni precedenti: «Scegline una vicina alla casa di Lisa, così quando io e Thomas saremo in trasferta ad Oslo, potrete farvi compagnia».

Angela seguì il mio consiglio e un paio di giorni dopo la scelta della casa fu fatta. Dopo una settimana dal nostro trasferimento, anche George e Jenny decisero di trasferirsi a Stoccolma. Bene, pensai, così Angela sarà impegnata ancora per un po' di tempo ad aiutare Jenny a trovare una casa. Ma fu un'illusione. Angela e Lisa avevano visionato così tante case e Jenny era così poco interessata a valutare pregi e difetti di ciascuna, che la decisione su quale scegliere fu presa quasi istantaneamente.

Le nostre condizioni di vita mi sembravano così migliorate. Ci eravamo trasferiti in un appartamento meno spazioso rispetto al precedente, ma a Stoccolma e non in un sobborgo pieno solo di uffici. I nostri amici abitavano vicino a noi al punto che avremmo potuto raggiungere facilmente la loro casa a piedi. Tempo permettendo. Il maltempo continuava a imperversare. Pioveva incessantemente da giorni e le previsioni per le settimane successive non promettevano miglioramenti.

Le prime settimane dopo il trasferimento furono fantastiche nonostante il maltempo. Riprendemmo a cenare fuori spesso e ad andare in locali con musica dal vivo. La nostra vita sessuale ebbe un'impennata. Facevamo l'amore ogni sera e talvolta anche al mattino appena svegli. Ma l'idillio durò poco. I primi rapporti sull'avanzamento del progetto iniziarono a segnalare problemi di tempistiche e soprattutto di costi. Il lavoro cominciò a divorarmi. La pressione sul nostro gruppo di progetto era massima. La sera mi trascinavo a casa, ma spesso dovevo lavorare ancora fino a tarda notte. Niente più cene e niente più sesso. Angela era sempre comprensiva e mi dava il massimo supporto morale. Più di una sera ci chiedemmo se avessimo fatto la scelta giusta, se davvero valesse la pena sacrificare parte della nostra vita per un obiettivo lavorativo. Ma ormai era andata così, inutile avere rimpianti o ripensamenti.

Così passarono giorni e settimane mentre io ero intrappolato in riunioni infinite e trasferte in Norvegia. L'autunno giunse al termine, e ci preparavamo ad affrontare l'inverno. 

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