13 (Marco)

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Quando arrivammo a casa di Carola molti invitati erano già presenti.

«Quanti invitati sono previsti?» chiesi ad Angela.

«Una cinquantina, a sentire Lisa.»

«Tutte coppie?»

«Non solo, penso ci siano anche dei single, sia uomini che donne.»

Angela questa sera era bellissima. Malgrado avesse partecipato mal volentieri, si era vestita in modo provocante. Io non avevo detto nulla, ma mi interrogavo su quale fosse stata la motivazione che l'aveva guidata alla scelta di un tale abbigliamento. Ci venne incontro Lisa. Ci salutò abbracciandoci.

«Siete pronti?» chiese.

«Ce ne andremo prima che inizierete a giocare» rispose risoluta Angela.

«Va bene, ma nel caso ci ripensaste ...» disse Lisa porgendo ad Angela un biglietto di color rosa su cui erano stampati in rilievo due cuoricini. Angela guardò il biglietto, lo tenne in mano sino a quando fummo entrati in casa e poi lo appoggiò su un tavolino che era posizionato su di un lato del salone principale. Si rifece viva Lisa in compagnia di una bionda appariscente.

«Vi presento Carola, la padrona di casa.»

«È un piacere avervi come ospiti, spero vi divertirete questa sera» disse la bionda. Probabilmente aveva ripetuto la stessa frase a tutti quelli che aveva incontrato quella sera. Rispondemmo cortesemente, ringraziandola per l'invito.

«Ti rubo Angela per un momento» disse Lisa. Prese per mano Angela e la trascinò letteralmente via con lei. Guardai con circospezione intorno a me. Nessuno stava notando la mia presenza. Ne approfittai per prendere il biglietto di partecipazione al gioco che Angela aveva abbandonato sul tavolino e me lo misi in tasca. Presi dal buffet un calice di vino e iniziai a sorseggiarlo stando in piedi ed osservando un gruppo di altri invitati che, da come si comportavano, avevano una certa confidenza reciproca. I partecipanti alla festa erano nella maggior parte sulla quarantina. Mi sembravano in preponderanza coppie svedesi, ma era più una sensazione che una certezza.

Dopo circa dieci minuti, Angela fece ritorno: «Jenny è di là che piange».

«Che piange? Come mai?» chiesi.

«Colpa di questa stupida festa. Lei e George sono arrivati. George non sapeva nulla di come si sarebbe conclusa la festa, lo ha saputo solo al suo arrivo. Jenny ha voluto inserire a tutti i costi il suo nome nel contenitore e George, come prevedibile, si è incazzato.»

«E dove è George adesso?»

«Penso sia da qualche parte in casa.»

«Cerco di parlarci e convincerlo a fare pace con Jenny.»

«Se riesci.»

Lasciai Angela da sola e mi misi alla ricerca di George. Dopo alcuni minuti e il mio peregrinare tra varie stanze di quell'immensa villa, lo vidi seduto su un divano che sorseggiava un bicchiere probabilmente di whisky.

«Tutto solo?» esordii prima di sedermi accanto a lui. Mi raccontò ovviamente di quanto accaduto con Jenny.

«A me non dispiacerebbe se Angela partecipasse al gioco» gli dissi con sua e in parte anche mia sorpresa. «Così mi sentirei libero di poter avere rapporti con un'altra donna, nel caso lo desiderassi.»

Il pensiero dell'occasione persa con Eli era sempre presente nella mia mente.

«Dici davvero?» chiese George stupito dalla mia affermazione.

«Sì, certo che dico davvero.»

Lasciai George a crogiolarsi nei suoi dubbi. Ero stato sincero con George. Per la prima volta avevo ammesso, anche a me stesso, che sarei stato disposto a barattare la fedeltà di mia moglie per potermi scopare Eli. Senza ben comprendere cosa avrebbe potuto comportare, presi il biglietto di partecipazione al gioco dalla tasca, scrissi Angela a lettere maiuscole e, furtivamente, lo infilai nel contenitore all'ingresso. Mentre ritornavo al salone principale, notai Angela che stava ridendo e scherzando con altri partecipanti alla festa.

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