12 (Angela)

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Deve essere il brutto tempo, riflettei. Non riuscivo a trovare un'altra spiegazione. Questo clima grigio e oscuro sembra stimolare tutti questi pensieri sul sesso. Questa fu la mia riflessione quando Lisa ci propose qualcosa di inusuale un pomeriggio, mentre eravamo sedute al solito tavolo del nostro rituale appuntamento tra amiche in una caffetteria.

«La mia amica Carola organizza una delle sue feste e mi ha chiesto di portare degli amici. Ovviamente ho pensato subito a voi e ai vostri mariti» esordì Lisa.

Jenny, come il suo solito, parve subito entusiasta: «Sì, che bello, una festa».

«Per quale ricorrenza?» domandai curiosa.

«Nessuna ricorrenza in particolare, solo il desiderio di stare insieme e di passare una notte un po' diversa dal solito.»

«Una notte diversa dal solito, in che senso?»

«Due o tre volte l'anno Carola organizza feste come questa. Ha una casa molto grande, una villa con parco, anche se di questa stagione il parco è di fatto inutilizzabile. Però ha anche una sauna e una jacuzzi enorme. Così si balla, si beve, si socializza, si conosce qualcuno di nuovo, come avviene normalmente alle feste. Chi vuole fa una sauna o si immerge nell'idromassaggio. A fine serata, per chi vuole partecipare, la festa si conclude con un gioco di scambio di coppia.»

«Un gioco di scambio di coppia?»

«Sì, un gioco.»

«E come si gioca?»

«Ah, semplicissimo. Le donne che vogliono partecipare scrivono il proprio nome su un biglietto e lo infilano in un vaso che, di solito, è posizionato su di un tavolino all'ingresso. Quando inizia il gioco, ciascun uomo interessato può pescare un biglietto a caso. La donna il cui nome è scritto su quel biglietto passerà l'intera notte in sua compagnia.»

«L'intera notte? Facendo sesso?» chiesi stupita.

«Di solito chi scrive il proprio nome sul biglietto non lo fa pensando di partecipare ad una pesca di beneficenza» rispose ironica Lisa.

«E se non ti piace l'uomo che pesca il tuo nome?» domandò Jenny.

«Beh, non sei obbligata. Comunque, non ho mai visto nessuna rifiutare il proprio partner casuale e nessuno si prende la briga di controllare se la coppia decisa dal caso faccia veramente sesso oppure no.»

«Quindi tu hai già partecipato altre volte» dissi rivolgendomi a Lisa.

«Sì, svariate volte.»

«Hai fatto sempre sesso con il partner che ha estratto il tuo nome?»

«Sì, certo.»

«E Thomas?»

«Thomas il più delle volte è stato fortunato, ha pescato bene» rispose Lisa ignorando volutamente il vero senso della mia domanda.

«Dimmi una cosa» insistetti, «cosa succederebbe se io inserissi il mio nome e fosse Thomas ad estrarre il mio biglietto? Non sarebbe imbarazzante per tutti noi?»

«Perché mai? Sarebbe stato il destino ad accoppiarvi. Inoltre, penso che a Thomas piacerebbe scopare con te.»

Rimasi senza parole. Comprendendo il mio imbarazzo e capendo che probabilmente si era spinta un po' oltre, Lisa precisò: «Non è obbligatorio partecipare al gioco, comunque, si può anche andare via dalla festa prima che il gioco abbia inizio.»

«Io voglio partecipare» disse Jenny. «Mi sono già eccitata con i tuoi racconti.»

«Io, invece, credo che dovrò passare» risposi con decisione. «Ringrazia la tua amica Carola per l'invito, ma preferisco evitare questa festa.»

«Ma dai, vieni! E se non ti piacerà, potrete andarvene tu e Marco prima che iniziamo a giocare. Sarà comunque divertente!»

«Non so, ne parlerò con Marco» mi limitai a rispondere.

Quando la sera a cena riferii a Marco dell'invito e della natura della festa, contrariamente alle mie aspettative, si mostrò interessato.

«Ma Lisa e Jenny vogliono partecipare al gioco?» chiese incuriosito.

«Sembra proprio siano intenzionate a farlo. Lisa, in realtà, lo ha già fatto e chissà quante altre volte.»

«Thomas e George? Parteciperanno anche loro alla riffa?»

«Thomas, a dire di Lisa, ha sempre partecipato. George non saprei. Non so neppure se conosce già le intenzioni di Jenny.»

Continuammo a cenare. Cambiai argomento di discussione e raccontai a Marco di un'altra occasione in cui uno dei miei progetti era stato scartato a favore di un altro che, a mio parere, era decisamente peggiore. Marco stette ad ascoltare, come faceva di solito, il mio sfogo contro il proprietario dello studio e il pessimo gusto degli svedesi in fatto di arredamento d'interni. Non cercò nemmeno di consolarmi, perché sapeva che erano solo sfoghi unilaterali e il suo unico compito era ascoltare le mie imprecazioni. Quando finii di parlare e la mia rabbia si trasformò in una sorta di rassegnazione, Marco tornò a parlare della festa.

«Ma tu parteciperesti?» chiese con mia sorpresa.

«A cosa, alla festa delle coppie? Ma no, certo che no.»

«Cosa ti fa dire di no, il non desiderare la compagnia di un altro uomo o il pensiero di me con un'altra donna?»

«Guarda che non si tratta di compagnia, Lisa è stata molto esplicita, nella quasi totalità dei casi il passare la notte insieme si traduce in rapporti sessuali.»

«La mia domanda resta comunque valida» si limitò a dire guardandomi negli occhi come se stesse aspettando una mia risposta.

«Entrambe le cose» dissi un po' seccata da questa sua insistenza. «Penso sia sbagliato, mi sembra sia una mancanza di rispetto verso il proprio partner.»

«OK, OK» disse Marco comprendendo che la discussione si stava spostando verso un confine pericoloso. «Alla festa però penso sia bene partecipare» aggiunse, «stare in compagnia non ci può che fare bene. Parleremo con qualcuno, sentiremo musica, se ci andrà balleremo, mangeremo qualche stranezza svedese e, prima del gioco finale, saluteremo e ce ne torneremo a casa.»

«Io non ci andrei proprio» risposi, «ma se ci tieni così tanto.»

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