22 (Angela)

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Quando Marco mi confidò che era stato con una sua collega norvegese mentre era in trasferta ad Oslo, mi sentii sollevata. Non che provassi un senso di colpa per ciò che avevo fatto con Mikael, quello venne dopo. In quel momento mi bastava trovare qualcosa che giustificasse il mio comportamento. In fin dei conti io avevo scopato con Mikael e lui con la collega. Eravamo pari. Ciò mi bastò per sentirmi legittimata a portare avanti la mia relazione con Mikael, attenta solamente a non farla diventare una relazione sentimentale. Dopo quanto mi aveva detto mio marito, non mi facevo più problemi a tornare tardi nella notte anche quando Marco era a casa. Non gli avevo mai detto esplicitamente cosa facessi, ma non facevo nulla per nascondere i miei interessi. Marco, da parte sua, non faceva alcun accenno alla situazione che stavamo vivendo e cercava di comportarsi come se nulla stesse accadendo. Solo un anno prima sarei riuscita a capire il suo stato d'animo da una sola espressione del viso. Invece ero stata talmente risucchiata da quel vortice di sesso e passione che non comprendevo che quel comportamento quasi distaccato celasse un suo profondo disagio. I sei mesi concordati inizialmente stavano ormai quasi per esaurirsi, ma ora non avrei accettato di interrompere la nostra avventura di coppia aperta.

Una sera in cui Marco e Thomas erano entrambi ad Oslo, Lisa aveva mandato i figli a casa dei nonni ed aveva organizzato una cena. Jenny aveva declinato l'invito perché aveva preso precedentemente un impegno con Agnes, Frida e chissà con quali nuovi amici. Ci ritrovammo io e Lisa in compagnia di Hans e Mikael. Lisa non me lo aveva detto esplicitamente, ma dall'atmosfera che si creò fin da subito le sue intenzioni mi sembrarono evidenti. Dopo cena ci accomodammo sui divani in soggiorno.

«Hai mai fatto sesso di gruppo?» mi chiese Lisa.

«No, mai.»

«E vorresti provare?»

Alla domanda di Lisa, provavo un misto di timore e di eccitazione. Negli ultimi sei mesi avevo fatto cose che prima non mi sarei mai sognata di fare, ma questa mi sembrava che andasse oltre al limite che in qualche modo mi ero posta.

«Non saprei» riuscii a malapena a sussurrare. Mikael mi stava già stringendo le spalle con un braccio e toccandomi il seno con l'altra mano. Senza quasi rendermene conto ci trovammo tutti e quattro nudi nella camera da letto di Lisa. Mikael iniziò a baciarmi e ad accarezzare il mio corpo e lo stesso fece Hans con Lisa. Continuammo un poco in quel modo, una coppia accanto all'altra. Dopo di che, la lussuria ebbe il sopravvento su tutto. Lisa sembrava avesse come unico desiderio vedermi fare sesso con entrambi gli uomini ed io non mi tirai indietro. Mentre facevo sesso con uno e poi con l'altro e poi con entrambi insieme, mi dimenticai di Marco, del mio matrimonio ed anche di me stessa. Quando il sesso ebbe termine, mi sentivo come svuotata. Indugiammo un poco, sdraiati sul letto. Lisa mi baciò sulla bocca. Quando mi fui ripresa, andai in bagno a lavarmi sommariamente e mi rivestii.

«Vado a casa» dissi congedandomi dalla compagnia.

«Fermati qui a dormire, Thomas e Marco sono ad Oslo» mi propose Lisa.

«No, grazie, è meglio che vada.»

Guidai verso casa con difficoltà. Avevo la vista annebbiata. Sfiorandomi gli occhi come per cercare di vedere meglio capii il perché: quasi inconsapevolmente stavo piangendo. 

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