14 (Angela)

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Jenny non aveva alcun dubbio, era stata la miglior scopata della sua vita. Era stata una delle ultime ad essere estratta dal vaso, ma una delle più fortunate. La mano che aveva pescato il biglietto con il suo nome era quella di Rachid, uno dei single presenti alla festa, ma, tra questi, sicuramente il più interessante. Se ne era andata in sua compagnia sotto lo sguardo incazzato di George ed avevano trascorso una notte di fuoco.

Così prese a raccontare Jenny non appena Lisa le chiese come fosse andato il dopo festa. «Abbiamo scopato tre o quattro volte, non ricordo neppure bene quante. Non ero mai stata con un ragazzo nordafricano prima d'ora. Spero di ripetere l'esperienza» disse Jenny e mentre lo diceva le si illuminavano gli occhi celesti.

Lisa rivolse lo sguardo verso di me: «Mi spiace per quello che è accaduto».

«Qualcuno deve aver messo un biglietto con il mio nome a mia insaputa. Penso sia stato Marco. Mi ha fatto fare una figuraccia anche nei confronti degli altri ospiti.»

«Per gli altri ospiti non ti devi preoccupare. Albert ha semplicemente fatto un'altra pescata, penso sia riuscito a consolarsi. Invece tu adesso, proprio per quel che è accaduto, sei considerata dagli uomini la preda più ambita. Tutti sperano di rivederti presto ad una nuova festa.»

«Non ci posso credere.»

«Credici, invece. Ma perché Marco avrebbe inserito il tuo nome contro la tua volontà?»

«Mi ha confidato che non sarebbe contrario ad avere una relazione aperta; per un certo periodo almeno. Dopo dieci anni di monogamia pensa sia giusto per entrambi poter soddisfare i nostri desideri repressi. Penso avrebbe voluto che iniziassi io quella sera per poter giustificare sé stesso.»

«Sei una donna fortunata» disse Jenny. «Vorrei tanto io avere un marito come Marco. Invece George è da quella sera che mi tiene il broncio e non mi parla.»

«Ero convinta che George fosse d'accordo» disse stupita Lisa. «Lo hai fatto senza il suo consenso, dunque?»

«L'accordo era che avrei partecipato all'estrazione, avrei flirtato un po' con chi avrebbe pescato il mio nome, poi lo avrei salutato e ce ne saremmo tornati a casa insieme. Quando però ho iniziato a parlare con Rachid, ho compreso che cosa desideravo veramente. Ho mollato George e me ne sono andata via con Rachid. Quando la domenica mattina ho fatto ritorno a casa, George non c'era. L'ho chiamato al telefono, ma non ha risposto. L'ho atteso tutta la giornata. È rientrato verso sera, ma non mi ha degnato di uno sguardo. Sono tre giorni che non mi rivolge la parola e che viviamo da separati in casa.»

«Mi sa che hai fatto un bel casino» disse Lisa.

«Ma no» rispose Jenny, «qualche giorno e poi gli passerà. Non è la prima volta che abbiamo un diverbio e mi tiene il broncio per una settimana o più. Comunque, non sono affatto pentita per quello che ho fatto. Io voglio una relazione aperta e George deve farsene una ragione se vuole rimanere con me.»

«È una situazione paradossale» commentai. «Marco vuole avere una relazione aperta ed io sono contraria. Tu la vorresti e George è contrario. Dovremmo scambiarci di coppia.»

«Non dirlo due volte» rispose Jenny. «Io con Marco ci starei subito.»

Le rivolsi uno sguardo non proprio amichevole.

«Scherzavo» si giustificò immediatamente Jenny.

Quando mi separai dalle mie amiche, intrapresi a piedi il tragitto verso casa che separava la caffetteria Starbucks, il nostro rifugio abituale, dalla mia abitazione. Malgrado fossimo a metà febbraio, il tempo non dava segni di miglioramento. Le strade erano ancora in gran parte ghiacciate, e dovevo fare attenzione per non scivolare. Il buio regnava sovrano già dalle prime ore del pomeriggio.

Mentre cercavo di camminare con passo sicuro per evitare di finire a testa in giù nei cumuli di neve accatastati ai lati della strada, riflettevo sulla situazione che si era creata. Le mie due amiche consideravano come una cosa normale avere avventure sessuali extraconiugali. Marco desiderava una relazione aperta per soddisfare alcune delle sue fantasie. Temporanea, aveva detto, come se volesse semplicemente esplorare qualcosa che forse aveva trascurato prima del matrimonio.

Iniziai a pensare che, tutto sommato, la mia scopata con Erik potesse essere inserita in questo quadro, un quadro che persino mio marito aveva iniziato a considerare come normalmente accettabile. Adesso, con il senno di poi, posso affermare senza dubbio che fu più il bisogno di giustificare un mio comportamento sbagliato che una vera convinzione a farmi acconsentire alla proposta di Marco.

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