24 - Nick

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Mai come in questo momento, l'Alta Uniforme che indosso mi è andata così stretta da farmi mancare l'aria nei polmoni ogni volta che provo a respirare. Il Tridente che ho sempre portato con orgoglio adesso mi brucia sul petto come magma incandescente che scioglie la mia pelle sotto strati e strati di tessuto.

Non avrei mai immaginato che un giorno, di ritorno da una missione, sarei sceso da un aereo militare portando in spalla il mio migliore amico chiuso in una fottuta cassa di legno scadente.

Non avrei mai immaginato di starmene seduto di fronte alla gigantografia di una sua foto che immortala un Alan con la solita aria strafottente e un sorriso ampio dipinto sulle labbra, con mazzi di fiori lasciati a terra come omaggio alla sua memoria.

«Fratelli e sorelle, siamo qui riuniti per commemorare il nostro amico, e fratello, Alan.»

Davanti a me, una bara troppo stretta per contenere una montagna come lui.

«'Fanculo Al», bofonchio mentre allento con le dita il colletto della camicia che sento sempre più stretto, come se fosse un cappio pronto a strozzarmi.

Accanto a me c'è la donna che un tempo mi ha spezzato il cuore e che adesso mi ritrovo ad abbracciare per consolarla dal dolore che la consuma.

Rivederla è stato come un tuffo al cuore. Era diversa. Era cambiata. Era più bella. Ma era sempre la stessa donna che mi aveva ferito ed era scappata con un altro uomo.

Ma adesso ha bisogno di me.

Piange senza sosta.

Piange da quando io e Ryan ci siamo presentati alla sua porta per comunicarle la brutta notizia.

Piange, perché suo fratello era l'ultimo pezzo della famiglia che le era rimasto.

La vita non è mai stata troppo tenera con i due fratelli. Hanno perso i loro genitori troppo presto e sono stati affidati immediatamente alla zia materna che li ha accolti nella sua vita facendoli sentire sempre amati.

La vecchia e cara zia Ruth non aveva figli, e non era neanche sposata, ma si è prodigata sin da subito per prendersi cura dei suoi unici nipoti, come avrebbe fatto una madre con i propri figli. Li ha amati e istruiti. Li ha accuditi e protetti. Sempre. Fino all'ultimo.

Cinque anni fa però, anche lei se n'è andata lasciando un vuoto incolmabile nei loro cuori, ma entrambi sapevano che ci sarebbero sempre stati l'uno per l'altra.

Ora invece, Rachael è rimasta completamente sola. Sola in un mondo troppo grande per una donna insicura come lei.

Adesso che lei ha bisogno del mio sostegno, mi chiedo però cosa sono disposto a fare pur di non farla sentire ancora più sola. Cosa sono disposto a fare per lei?

Non so darmi delle risposte. So solo che tutto questo mi sembra un incubo. Ed io vorrei svegliarmi e trovare Alan ancora qui, nella mia blanda vita, a discutere delle solite cose, a litigare perché vuole che torni con sua sorella, a darmi il pilotto su tutto, ma lo vorrei lo stesso. Nonostante tutto, nonostante le nostre discussioni, Alan mi manca.

Per me era un punto di riferimento fermo nella mia vita. Era più di un amico. Era più di un semplice compagno. Era la mia famiglia. E non doveva morire in quel modo. Non dovevamo abbassare la guardia. Non dovevo sottovalutare la situazione. Sapevo che avrebbero colpito ancora. Sapevo che avrebbero tentato ancora di farci saltare in aria. Ma l'unico ad averci rimesso la vita è stato lui.

Mentre la funzione sta per giungere a termine, mi interrogo ancora sul da farsi.

Non ho avvisato Thaara del mio rientro. La prima cosa che ho fatto quando ho messo piede sul suolo americano è stato andare da Rachael per dirle che non avrebbe più rivisto suo fratello.

IL BUIO IN FONDO AL CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora