33 - Thaara

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UN ANNO DOPO... 


«Sei arrivata?» la voce squillante di Chloe mi arriva dall'altra parte della cornetta.

Sono partita dal North Carolina in fretta e furia, portando con me l'indispensabile. Sto guidando da due giorni, mi sono fermata solo questa notte in un Motel e ho fatto qualche piccola sosta veloce per andare in bagno. Sono quasi arrivata a destinazione e i tacchi che porto ai piedi mi fanno un male cane, nell'ultima tappa che ho fatto, mi sono vestita per la cerimonia perché non avevo tempo di tornare a casa e cambiarmi, la strada era troppo lunga per arrivare in tempo al matrimonio del secolo. Quindi eccomi qui, alla guida del mio pick-up tirato perfettamente a lucido per l'occasione, con indosso un vestito fin troppo scollato per una che si veste sempre in modo casual e indossa solo vestitini e Converse ai piedi.

Sono agitata come non mai. Il pensiero di dover rivedere tutti e dover fare i conti col passato, mi mette addosso un'ansia tremenda, ma prima o poi sarei dovuta tornare. Il mio corso è terminato un mese fa, ma ho prolungato la mia permanenza lì perché avevo ancora bisogno di starmene per conto mio.

Devo ammettere che la lontananza mi è servita molto, anche se la mia vita di sempre, seppur caotica, mi è mancata da morire. Stranamente mi manca il mio pidocchioso appartamento. Mi mancano le cose di ogni giorno. Le mie cose. I miei mobili. Mi manca Richard, che non vedo l'ora di riabbracciare. E mi manca quella pazza di Chloe, anche se ci siamo sentite ogni santo giorno e videochiamate quasi ogni sera. È proprio la mia quotidianità a mancarmi.

Ma soprattutto, la spensieratezza che mi regalava la vecchia casa che affaccia sul mare.

Ma non è solo questo a mancarmi, perché anche se mi secca ammetterlo, è stato Nick a mancarmi più di ogni altra cosa.

Non so più nulla di lui, dal giorno in cui ho deciso di lasciarmi tutto alle spalle per seguire i miei progetti e mettere un po' di ordine nel mio cuore. Solo questa notte ho trovato il coraggio di leggere la lettera che mi aveva dato prima della mia partenza. Voleva lasciarmi libera di amare. Forse avrei potuto farlo. Ma non avrei mai dimenticato lui. Mi stava chiedendo troppo. Qualcosa di impossibile.

Ad oggi, sono consapevole di fare il mio ritorno nel Coronado con un bagaglio pieno di ricordi, e un cuore nuovo da riempire, con tutto quello che la vita ha in serbo per me d'ora in poi.

Quando arrivo vicino alla villa che gli sposi hanno preso in affitto per questa giornata speciale, sento sempre di più l'ansia strozzarmi il collo come un cappio che prima o poi mi lascerà senza fiato.

Gli invitati sono arrivati già tutti, a quanto sembra, mancavo soltanto io. Come al solito i miei ritardi si fanno notare.

Faccio il mio ingresso nell'immenso giardino correndo con queste stupide scarpe che mi stanno spaccando sempre di più le piante dei piedi. Saltello come una pazza attirando l'attenzione di alcune persone su di me.

Merda!

Sento che sto per stramazzare al suolo, ho il fiatone e come se non bastasse ho anche lo stomaco sottosopra quando raggiungo la mia migliore amica che trovo in preda a una crisi di nervi.

Perfetto, proprio quello che mi ci voleva, una sposa in crisi! Un rientro da urlo direi.

È radiosa e isterica al tempo stesso e la cosa mi fa ridere.

Ed è bella da far invidia a tutte le spose del mondo, nel suo abito semplice, ma raffinato, che fascia il suo corpo alla perfezione, come se fosse una seconda pelle.

«Finalmente sei qui!» Mi trascina per un braccio in una stanza tutta adornata da gigli bianchi.

«Sono qui, e mi sei mancata da morire!» Trillo e l'abbraccio.

IL BUIO IN FONDO AL CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora