34 - Thaara

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«Sapevo che ti avrei trovata qui...»

La sua voce provoca in me un turbamento che non so gestire come vorrei.

«Perché sei qui?» chiedo senza neanche voltarmi a guardarlo, mentre fisso con dispiacere il mutamento radicale della casa che tanto amavo.

Lui mi affianca e segue la rotta del mio sguardo.

«Perché sapevo che ti avrei trovata qui», ripete.

«Quindi, mi stavi cercando?» deduco.

«Sì», ammette e un sorriso gli arriccia le labbra piene.

Lo guardo con la coda dell'occhio. Il cuore che viaggia nel mio petto ad altissima velocità.

«E così, il mio posto segreto è diventato il nido d'amore di qualcun altro», commento mentre il fiato si mozza.

Non pensavo che prima o poi avrei dovuto dire addio a questo posto.

Quando sono andata via il mio era solo un arrivederci, ora sono tornata ed è mutato tutto.

«A quanto sembra, sì», fa un passo avanti e si ferma poco distante dal punto esatto dove scavalcavo ogni volta che venivo qui.

«Dovrò trovare un altro posto dove possa sentirmi in pace con me stessa», poggio le mani alla rete e la stringo forte tra le mie dita.

«Magari, puoi continuare a venire qui quando vuoi, sono sicuro che ai nuovi proprietari non dispiacerà», dice ridacchiando.

Alzo gli occhi al cielo. Lui cerca di sdrammatizzare sulla mia perdita, ma perdere questo posto per me è catastrofico e doloroso. Socchiudo gli occhi e provo ad immaginarmi altrove. Ma riesco a vedermi solo seduta su quell'altalena.

«Chissà quante cose saranno cambiate qui. Secondo te, avranno anche sradicato l'albero con tutta l'altalena?» chiedo a voce alta.

Io non lo guardo, ma sento i suoi occhi puntati addosso. C'è silenzio ora. Non parla. Ma so che mi sta guardando.

«Andiamo a vedere?» si fa avanti.

«Da quando sei diventato così trasgressivo? Mi ricordo di un ragazzo fifone che per farlo scavalcare ho dovuto quasi supplicarlo, perché se la stava facendo sotto!» lo prendo un po' in giro ridendo.

Soppesa le mie parole.

Poi sospira.

«Quel ragazzo non c'è più...» dice.

Quel ragazzo io lo amavo alla follia. Non può averlo accantonato.

«Però, io lo vedo ancora», mi ritrovo a obiettare.

Lui mi guarda ancora. Lo vedo allungare una mano e avvicinarla alla mia con lentezza. Quasi avesse paura di toccarmi, ma so che è proprio quella la sua intenzione. Io resto ferma. In attesa.

«Allora, vogliamo andare a sbirciare o restiamo qui impalati?» cambia subito argomento e tiene gli occhi fissi davanti a lui.

«È una scusa per farti arrestare con me?» sbircio il suo profilo.

Stare con lui, qui, riporta a galla tutti i momenti che abbiamo vissuto insieme.

«Chissà...» fa il tenebroso.

«Mi porti sempre sulla cattiva strada», mi tiro su il vestito e lascio scoperte le gambe.

Lui fischia sfrontatamente e io lo colpisco sul torace per scherzare.

Nick guarda in modo famelico la mia pelle nuda senza nascondere minimamente i suoi pensieri peccaminosi. Conosco quello sguardo. Fin troppo bene.

«Smettila di fare lo scemo», lo colpisco ancora.

IL BUIO IN FONDO AL CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora