5 - Nick

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Non avevo nessuna voglia di uscire questa sera, ma se non l'avessi fatto, mi sarei dovuto sorbire quel rompipalle di Gunner e tutte le sue idiozie sull'omosessualità. E adesso per colpa sua, mi ritrovo in un locale troppo chiassoso, a bere un drink insulso, in mezzo a un branco di allupati che non fanno altro che sbavare dietro alle curve di ogni ragazza che gli capita sotto tiro.

Alan e Ryan sono seduti di fronte a me, mentre Gunner è al mio fianco e seduto accanto a lui c'è quella montagna di Red.

Da quando siamo arrivati, Gunner sta facendo il filo a una tipa seduta a un tavolo poco distante dal nostro.

«Avete visto come mi guarda quella sventola?» chiede sicuro di sé.

Ma io non lo sto neanche ad ascoltare e lo ignoro. Sorseggio la mia bibita in silenzio e mi guardo in giro.

«Secondo me, è a caccia di sesso anche lei...» continua, mangiandosela con gli occhi.

Dio mio, non resisterò tutta la serata così, ne ho le palle piene di tutte le stronzate che dice.

È insopportabile.

Dannazione.

«Sei un rompipalle Gun, vai da lei e smettila di tartassarci», sbotta Alan visibilmente infastidito.

«Quante storie, non dirmi che sei gay anche tu e che te la fai con lui...» rimbecca l'idiota con fare odioso, puntando i suoi occhi divertiti su di me.

Alan mi guarda con aria interrogativa e cerca una spiegazione a questa sua stupida affermazione da me.

«Accidenti ragazzi, mi sa che ci ho visto giusto questa volta. I due piccioncini si guardano in un modo...» insiste Gunner facendomi innervosire.

«Che stronzate vai blaterando?» gracchia Alan in procinto di alzarsi per prenderlo a pugni.

«Da quando tua sorella l'ha lasciato, è passato dall'altra sponda, e così ho pensato che anche tu...» non termina la frase, ma so già cosa sta insinuando e la cosa mi dà il vomito.

«Smettila Gunner», lo ammonisco stringendo i pugni sulle mie gambe.

«Cosa cazzo stai insinuando?» sbraita Alan alzandosi di scatto.

Il suo corpo è un fascio di nervi.

Ogni muscolo è in tensione.

Gunner sbuffa una risata dal naso e si accomoda meglio sulla sedia lasciandosi andare contro lo schienale, e lo guarda con aria di sfida.

Non ho alcuna intenzione di assistere a un'altra delle loro scazzottate, e ultimamente si azzuffano di continuo, ed io sono stufo marcio di starli a dividere ogni volta.

«Lo sai che quando qualcuno si scalda così tanto, vuol dire che ha la coscienza sporca?» Rincara la dose, divertito.

Sono più che convinto che Alan non resisterà un secondo di più senza prenderlo a pugni.

Sta per esplodere.

Lo conosco fin troppo bene.

«Avanti Al, lascialo stare, lo sai che è un coglione...» dico, mentre tengo lo sguardo fisso su Gunner.

«Ascolta il tuo amore, altrimenti finisce male...» ribatte con aria da spavaldo.

Santo cielo, se continua a dire altre merdate, sarò io stesso a prenderlo a pugni.

«Sei pesante, e non sei per niente simpatico quando fai così», sbotto.

Gunner ride fragorosamente e butta la testa indietro. Alan stringe un pugno e quando sta per partire all'attacco lo afferro per un braccio e lo trascino via, per evitare una rissa inutile.

IL BUIO IN FONDO AL CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora