25 - Thaara

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1 SETTIMANA DOPO...


I giorni scorrono lenti. Il tempo sembra essersi inchiodato sempre alla stessa ora. 13:45. L'ora in cui quel giorno ormai lontano, Nick mi ha salutato sulla soglia di casa.

Vivo questi mesi come un'agonia che non mi lascia una via di fuga. Sono costantemente in balia di un dolore insostenibile e una rabbia incontrollabile. Mi distinguo facilmente in mezzo alla gente. Io sono quella che in questi ultimi mesi vive con i capelli sempre spettinati. Gli occhi gonfi. Le riviste mai sfogliate e i libri mai aperti che giacciono a terra da troppo tempo, sommersi dalla polvere. Mangio solo quando me ne ricordo o quando la mia amica storica me lo impone di fare.

La mia casa è ridotta peggio di me, è così disordinata che stento a credere che sia il mio appartamento, quello che ho sempre tenuto con maggiore cura perché amo il pulito e detesto il disordine. Non vivo più da quando Nick è partito. E da allora mi sento imperfetta, ma questo non vuol dire che lo sia davvero. Mi sono solo messa in pausa, in attesa del suo ritorno. Tranne i miei pensieri. Quelli regnano sovrani nella mia testa e creano un caos ingombrante. Sono pensieri che mi dilaniano. Nick mi manca così tanto che stargli lontana sta diventando sempre più asfissiante.

Non pensavo che avrei amato ancora, e quando l'ho fatto, quando ho aperto il mio cuore a un nuovo amore, sono stata ripagata in questa maniera.

Sono sveglia da diverse ore, ma non ho ancora abbandonato il letto, e non ho nessuna intenzione di farlo. In questi giorni mi sento talmente fiacca che solo il pensiero di dover respirare per vivere mi fa star male e mi toglie le forze.

Quando bussano sonoramente alla porta sobbalzo per lo spavento.

«Thaara, apri», la voce di Chloe arriva prepotente nelle mie orecchie, nonostante la distanza che ci separa.

Afferro un cuscino e mi copro la testa per non sentirla. Non voglio vedere nessuno. Non oggi.

«Non ci sono», brontolo.

«Smettila di fare la scema e apri, o giuro che ti faccio buttare giù la porta dai pompieri», colpisce il battente più forte.

«Sto bene», urlo, gettando il cuscino ai piedi del letto. Mi sollevo e con gli occhi assonnati guardo la luce che filtra dalle imposte rimaste accostate.

Ed eccole qui, le mie stupide lacrime, che non smettono di rigare i miei occhi stanchi. Ho bisogno di sentire Nick. Ho bisogno di sapere che sta bene. Ma soprattutto che tornerà da me, sano e salvo.

«Non stai bene, ti prego Thaara, apri questa dannata porta», insiste e me la immagino dietro alla porta di casa, con l'aria di una veramente arrabbiata.

Segue un breve silenzio. Accidenti ai miei sensi di colpa, non posso lasciarla lì fuori come una scema.

Mi alzo con la velocità di una lumaca e raggiungo la porta trascinando le mie gambe stanche. Quando la apro, una folata di vento mi investe e mi stringo nel golfino. Non fa freddo, ma io sento il ghiaccio nel mio corpo. Un gelo che non riesco a scaldare con nulla.

«Ce l'hai fatta accipicchia», esordisce e piomba in casa. Si guarda intorno e poi posa i suoi occhi preoccupati su me.

«Cavolo Thaara, non puoi continuare così», mi rimprovera contrariata.

«Non sono in vena di ramanzine», metto in chiaro scontrosa.

«Non sono qui per farti delle ramanzine, ma per chiederti di uscire con me. Credimi, ti farà bene», sembra così sicura delle sue parole.

Mi farà bene? Non credo. L'unica cosa che potrebbe allietare il mio dolore è avere Nick qui con me. Ma lui non c'è. E mi manca.

«Credimi Chloe, uscire è l'ultima cosa che desidero in questo momento», rimbecco stanca.

IL BUIO IN FONDO AL CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora