Punto accapo

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*alessandro*

Passarono molti e soprattutto lunghissimi mesi da quando Marco se n'è andò via lasciandomi solo in quella città che conoscevo a malapena senza conoscere quasi nessuno.
Dopo la sua partenza, comunque decisi di restare lo stesso a Milano, infondo mi trovavo abbastanza bene, era un bella città.
Le mie giornate diventarono un loop.
Mi svegliavo, mangiavo, uscivo, lavoro e dormivo.
Solo questo.
Non mi frequentavo con nessuno, per scelta mia.
Rifiutavo ed ignoravo tutti.
Sapevo che un giorno Marco sarebbe tornato ne ero convinto.
Il mio cuore apparteneva solo a lui.
Ogni secondo pensavo alle notti passate insieme, soprattutto al suo ultimo ti amo.
Non abitavo più con Marco, nella sua grande casa.
No, abitavo in un appartamento abbastanza piccolo, però mi andava bene, non era così male come pensavo.
Ogni tanto invitavo da me il mio amico Noah.
Eravamo come fratelli, passavamo il tempo a fare gossip ed a bere.
Mai niente di più.
Mi andava bene.
I miei amici mi chiedevano se mi mancasse ancora Marco, ovviamente rispondevo di no, ma sapevo che dentro di me ciò fosse una grande bugia.
Ogni singola cosa mi ricordava lui.
Riusciva a farmi fare cose che manco io sapevo di fare.
Era una parte di me, mi completava.
Era la mia metà.
L'unica domanda che mi porgeva in mente era "cosa starà facendo lui?".
Non lo so, alcune volte volevo scrivergli anche un solo "ciao, come va?" ma non avevo il coraggio, eppure mi mancava così tanto.

Guardai il poema che avevo appena scritto nelle note del telefono.
Lo rilessi d'accapo fino al punto finale, in cerca di aggiungere altro.
Ciò che avevo appena scritto mi fece riflettere.
Avevo paura? si.
Avevo paura di cosa poteva succedere semmai l'avessi rincontrato.
Prima o poi dovrò affrontarlo.
Ma non avevo il coraggio.
Uscii dalle note ed andai nella chat tra me e Marco.
Lessi i nostri vecchi messaggi.
Sorrisi al solo ricordo in particolare Marco che sembrava un boomer quando utilizzava le emoji.
Gli chiedevi una cosa?
La sua risposta era "👍🏻" , sempre quella.
Poi quando gli pareva scriveva pure abbreviato parole che in teoria non si potrebbero abbreviare.
Che scansa fatiche.
Risi leggendo tutto ciò.
Continuai finché non vidi che andò online, dal timore uscii subito dalla chat per poi chiudere il telefono.

Non avevo niente da fare (oltre che stalkerare Marco) così mi alzai da quel cazzo di letto e mi preparai per uscire.
Non uscivo da quella stanza da almeno due settimane.
Ero diventato un vero e proprio schifo.
Non volevo fare un cazzo, non pensavo ad altro che a Marco.
Quell'uomo mi stava uccidendo.
Non potevo continuare a vivere in quel modo, così, presi un bel respiro per poi uscire.
Il cielo era grigio, come se stesse per piovere.
Per fortuna presi l'ombrello ed iniziai a camminare per le strade di Milano.
Non era la stessa cosa di qualche mese fa.
Il cielo non sembrava così cupo.
A Milano pioveva spesso ma quando c'era lui sembrava sempre soleggiato.
Continuai a percorrere quelle solite strade, così vuote ma piene di speranza.
Avevo un buon presentimento.
Come se stesse per succedere qualcosa di inaspettato.

"ALE"

mi girai verso quella voce.

"Hey Noah"

Ci abbracciamo per poi staccarsi.

"allora che ci fai qui?" chiesi incuriosito.

"bah niente sai..."
Si avvicinò al mio orecchio dolcemente.

"Mi sono fidanzato" sussurrò.

Lo guardai sorpreso ed entusiasto per lui.

"Sono felicissimo per te frahhh"

"È l'uomo perfetto Ale.. è un vero e proprio sogno"

"Come si chiama?"

Alzò un sopracciglio mentre aveva quel suo solito sorriso.

"perché dovrei dirtelo"

"daii ora sono curioso Noah"

"nana non te lo dirò mai e poi mai" Disse per poi tirarmi una spallata.

"EII" gli ritirai in cambio la spallata.

"Ale ora vado sennò faccio tardi all'appuntamento"

"uuu mi raccomando allora"
Presi dei preservativi e glieli diedi.
Noah mi guardò per poi scoppiare a ridere.

"mica rimango incinto Ale"

"tu prendi lo stesso non si sa mai"

Noah li prese per poi ficcarseli in tasca.

"grazie grazie ora corro"

"vai vai"

Noah se ne andò correndo lasciandomi con un sorriso stampato in faccia.
Quel sorriso svanì quando iniziò a piovere.

"cazzo menomale che mi sono portato con me l'ombrello"

Lo aprii così da ripararmi dalla pioggia mentre continuavo a camminare.
Ad un tratto mi arrivò una notifica su ig.
Presi il telefono fermandomi vicino ad una panchina per poi aprire la notifica.
Era un post di Marco Mengoni.

"finalmente nella mia amata Milano"

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"finalmente nella mia amata Milano"


Guardai la foto perplesso.
Era davvero qui? Impossibile.
Non era fottutamente possibile.
Era sicuramente uno dei suoi soliti scherzi, non poteva essere vero.
Mi sedetti sulla panchina continuando a guardare la foto, finché non sentii una voce abbastanza familiare.
Alzai lo sguardo verso una ragazzo ed una anziana.
Il volto del ragazzo era coperto da un ombrello rossastro.

"Prego signora tenga"

"ma lei giovanotto si bagnerà tutto"

"stia tranquilla, casa mia è un passo da qui ne prenderò un altro."

Il misterioso ragazzo gli diede l'ombrello all'anziana signora, finalmente mostrò il suo volto.
Lo guardai con attenzione non credendo ai miei fottuti occhi.
Riguardai la foto per poi riguardare il ragazzo.
Analizzandoli per bene.
Era proprio lui.
Marco.

Angolinooooo

Questo è il continuo della prima parte, lasciata quando Marco se n'è andò da Ale per lavoro.
Chissà se i due si ritroveranno o no.
Detto ciò vi ringrazio ancora per tutto il supporto che ogni volta mi date.
Grazie mille.
Detto ciò BACIONI

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