*marco*
ore 10:27
Venni svegliato un improvviso ticchettio inconfondibile, ritmato, che risuonava sui vetri della finestra bagnandola.
Mi costrinse ad aprire i miei occhi nonostante volessi continuare a dormire ancora abbracciato ad Alessandro, innocuo ed incosciente della situazione.Sospirai accorgendomi per la prima volta di quanto fosse veramente bello, di quanto fece di tutto pur di restare ancora tra le mie braccia senza lasciarmi andare una singola volta, capii solo ora che il bambino infondo tra i due fossi io.
Pensavo di essere il più forte, ma in verità mi rivelai solo un indifeso privo di scelte davanti sia ad Ale che a Matteo, entrambi non mi mi meritavano, la loro scelta di allontarsi fu plausibile, lo stavano facendo per il proprio bene.
Mi alzai dal letto prima di dirigermi a preparare un'ottima cioccolata calda in cucina.
Mentre la sorseggiavo, restavo in piedi ad osservare il tempo fuori ma ogni secondo che passava stava diventando sempre peggio.
Mi soffermai a riflettere sul passato, sul perché di certe mie azioni, su quanto fu straziante lasciare Alessandro con la scusa del lavoro. (prima storia)La verità ancora non la conosceva, non sapeva di quanto nonostante tenessi il sorriso dentro stavo veramente una merda.
La paura certe volte inganna, ma ad essere ingannato, in passato, fui proprio io.
Sai quando scopri di essere arrivato al limite?
Quando un giorno per una stupidaggine di vengono le lacrime agli occhi.
Quando una parola di troppo, un gesto insignificante, ti colpiscono a fondo.Avvolte, mi ritrovavo stanco, ma di quella stanchezza che non bastava nemmeno riposare.
Arrivi in un momento dove capisci che ormai non c'è alcuna speranza, vorresti solo scomparire, dove trovi soluzione solo in piccole cose che non dimenticherai, che sono niente e invece restano più forti di tutto.Nascosi tutti quei segni che marcarono il vecchio Marco per tutto questo lunghissimo tempo pur di non sembrare un imbecille infantile agli occhi della persona a me amata.
Non potevo parlarne, non potevo parlarne con nessuno, avrebbero giudicato, e nessuno avrebbe mai capito.Certe cose non possono essere dette, non possono nemmeno essere spiegate con semplici parole, con un semplice filo di voce, così preferisci la via più plausibile, tenersi tutto dentro finché non si ripensa al passato.
Finché una specie di vuoto ti parte per la gola fino ad arrivare allo stomaco.
E lì inizi a ricordare, tutto insieme ciò che credevi cancellato, ciò che comunque non ti aveva mai fatto male.
Ti viene voglia di urlare, piangere, ma non ci riesci.
Resta tutto bloccato lì, impedendoti di respirare, non lo programmi succede e basta.Proprio in quel momento la stanza sembrò diventare sempre più cupa, come se all'interno ci fossi solamente io in mezzo al nulla, davanti al vuoto.
Le mie mani iniziarono a tremare mentre gli occhi si spalancarono restando pur sempre immobili presi dal terrore o quasi dall'incoerenza su cosa stesse succedendo al mio corpo in quell'istante."Marco tutto bene?"
Una leggere voce mi riportò alla realtà.
Presi un grande respiro prima di venire circondato dalle sue mani intorno al mio petto."Si, stavo solo pensando"
Il mio tono non era il solito, si intravedeva qualcosa di diverso nonostante il sorriso che provava a nascondere gran parte dei pensieri.
"a che pensi?"
La sua voce mi rassicurò, mi portò in uno stato di ebbrezza facendomi quasi addormentare tra le sue braccia.
"Non è importante Ale"
"Se riguarda te certo che lo è"
Mi voltai verso di lui porgendogli la cioccolata preparata pochi instati prima.
"Mi è passata la sete, vuoi?"
Annuii prendendo la tazza mentre mi inseguiva in camera da letto.
"Non cambiare discorso Marco"
Mi sedetti su una poltrona di fianco al letto.
"Ale, voglio evitare di parlarne"
Sospirò a quella risposta ma presto venni accolto da un caloroso e caldo abbraccio.
"Vabene, quando vuoi, io ti ascolterò, ricordartelo."
Sorrise porgendomi un bacio leggero ma gradito prima di bere la cioccolata.
Il silenzio venne interrotto dal bussare della porta, e presto sbucò fuori Geolier.g: mengoni, da quanto tempo com si bell mamma mij
Mi alzai dalla poltrona sorridendo felice nel vederlo.
a: quindi sta sera cena con noi giusto emanuè?
g: e certo che fa non ci sto con Marco io?
Avvolse il suo braccio intorno al mio collo mentre Alessandro roteò gli occhi e si allontanò per preparare la cena.
Iniziammo a parlare di tutto e di più, finché all'improvviso il discorso non cambiò del tutto via, prendendo una piega diversa.g: allora che mi racconti, che hai combinato ad alessà.
Restai un attimo fermo immobile confuso.
m: che vuoi dire emanuè?
Mi tirò una manata sulla spalla scherzosamente.
g: Mengoni te lo spiego con parole semplici.
Alessà sta male per te, ne abbiamo parlato ieri, cos'è successo tra la mia coppia preferita.m: C'è stato un brutto periodo, ma adesso sto facendo in modo di fargli capire che provo ancora dei forti sentimenti per lui nonostante i miei sbagli.
Geolier si alzò iniziando a girare per la stanza.
g: e perché non glielo dici?
Sgranai gli occhi verso di lui.
m: meglio evitare.
g: e perché?
Deve essere sempre lui a fare il primo passo?m: no però..
venni interrotto.
g: ed allora fallo tu, digli che lo ami ancora finché potrai Marco.
Il discorso si interruppe dalla voce di Alessandro, così andammo verso la cucina per mangiare.
La serata passò nei migliori dei modi, fino a che geolier non se n'è andò via, lasciando per la seconda volta me ed Ale sotto le coperte nudi."ti amo Marco"
Disse sussurrando mentre giocava con i miei capelli.
"anche io"
Capii che non lo stessi ascoltando, visto che il sonno mi colpì profondamente.
"buonanotte marco"
Sentii un bacio sulle labbra delicato prima di cadere nel sonno.
Forse era vero, dovevo essere io a compiere il primo passo,
perché ti voglio ancora.angolino
l'inizio è un po' diverso rispetto a tutti gli altri capitoli ma ho provato a ravvivarlo con la comparsa di Geolier.
BACIONI
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Ci risiamo
Romance(seconda storia) Passarono lunghissimi mesi da quando Marco lasciò Mahmood per lavoro. Pensano di essersi ormai persi, ma una speranza in loro resta ancora viva. Forse quel giorno, fu vero e proprio destino.