perché non vuoi lasciarmi?

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*Alessandro*

ore 14:57

Napoli era così bella, un'emozione unica che mi travolse il cuore, ogni parte che giravo sembrava sempre una sorpresa inaspettata.
Fu un'impresa trovare il mio hotel, ma per mia fortuna riuscii a cavarmela.
Entrato all'ingresso della camera gettai le valige per terra e dopo poco mi sedetti su una sedia stanco.
Guardavo il cielo, era soleggiato, il sole ricopriva ogni parte della stanza.
Una risata scivolò fuori dalla mia bocca, stranito al solo pensiero che adesso poteva esserci un po' di luce a differenza di Milano che pioveva sempre.

Presi il telefono dal mio zaino per contattare Geolier in modo di fargli sapere che fossi arrivato, ma il mio sguardo si concentrò su altro.
Fissavo i messaggi di Marco, frasi stupide di rimorso e rancore nell'averlo lasciato da solo senza una spiegazione.
Un po' di rabbia si fece spazio nel mio corpo, perché dovevo essere sempre io a dare una spiegazione a tutto? Perché dovevo essere sempre io a tenere stretta una persona a me con la paura che questa se ne potesse andare via?

Non risposi, stetti in silenzio, lasciai solamente il visualizzato a tutte quelle stupide parole scritte al momento, probabilmente non pensava nemmeno ciò che aveva scritto, forse lo diceva solo per riottenermi e poi buttarmi via come un giocattolo come sempre.
Ma adesso non più, non potevo pensare sempre e solo ai suoi bisogni, dovevo avere un po' di spazio per me stesso,
dovevo recuperare quel tempo gestito dalle mie attività preferite, non ricordo nemmeno l'ultima volte che feci skin care.

Scrissi a Geolier per vederci, anche solo per parlare visto che camminare non è il mio forte.
In men che non si dica ricevetti una sua risposta.

"Certo Alessà te veng a piglià mandami la posizione"

Feci come disse lui e dopo ben qualche minuto sentii urlare da sotto il palazzo.

"ALESSÀ SCINNI"

Scesi le scale con una velocità tale che manco mi accorsi di esser arrivato all'ultimo scalino.
Camminai a passo veloce da lui con un sorriso stampato sul volto contento di vederlo.

"Madonna mi quanto si' fatt gruosso"

Mi grattai la testa confuso non capendo il suo accento, ma presto venni raggiunto da una toccata di mano sulla spalla.

"vabbè abbiamo capito Alessà non mi capisci, andiamo fratm ora ti porto in un posto mozzafiato"

Ci incamminammo ad osservare tutta questa meravigliosa città mentre Geolier spiegava tutte le zone, fino a portarmi al murales a lui realizzato mettendosi in posa come esso.

"ci assomiglio vè?"

Mi appoggiai al muretto mentre ridevo.

"Bha ti direi si abbastanza"

"Troppo bello oh fammi na foto"

Mi passò il telefono ed incominciai a scattarne un bel po' fino a che non gli andassero bene.
Dopo qualche minuto finii con questo set fotografico ed allora ci incamminammo verso un'altra zona.

ore 18:46

Arrivammo alla galleria Umberto I e ci misimo seduti su delle sedie fuori ad uno dei tanti bar mentre gustavamo i nostri gelati.

"allora Alessà come va con Marco mengoni? So che c'è stato qualche intoppo tra voi due"

Abbassai lo sguardo, come se non ne volessi parlare, ma era giusto che lo sapesse.

"Le cose non funzionano come previsto, non andiamo molto d'accordo"

"Cos'è successo?"

"Diciamo che non porta abbastanza rispetto ne a me, ne alla nostra relazione se così la posso chiamare.
Insomma, fa un po' ciò che gli passa per la mente capito?"

Geolier mise la sua mano sul mio braccio accarezzandolo dolcemente in segno di conforto.

"Mi dispiace Alessà, quando scendo a Milano gli faccio vedere io a Marco mecoglioni"

Con Geolier il tempo sembrava quasi scomparire come se fosse velocizzato, ironizzava su qualsiasi cosa e questo mi divertiva molto, era uno dei pochi a sapere tra me e Marco ma ero ugualmente felice di poterlo condividere con chi veramente tenesse a me.
Passarono le ore, si fece notte, così dopo aver passato del tempo insieme, Geolier mi riaccompagnò all'hotel per salutarmi.

"Questo è l'hotel, non ti perdere sennò poi devo venirti a cercare strada strada"

"Grazie Emanuè veramente"

Finimmo per cadere sulle braccia dell'altro abbracciati come due bambini.

"Quando vuoi, io ci sono.
Ora vai a dormire sennò domani non ti svegli"

Disse ironizzando prima di sparire con la sua macchina.
Rientrai nella mia camera stremato, le gambe non resistevano più da tutto quel camminare.
Mi gettai sul letto col telefono in mano per distrarmi in modo da cadere nel sonno.
Fu allora che arrivò una sua chiamata, proprio dalla persona da cui non volevo sentirne nominare neanche il nome almeno per questi pochi giorni che sarei rimasto qui, a Napoli.
Continuavo a rifiutare, a far finta di niente come se non mi fossero mai arrivate, ma dopo la millesima decisi di rispondere.

"cosa vuoi?"

La mia voce era irritata, come se fosse infastidita solo a sentirlo.

"Ti ho disturbato?"

"No"

Sentii un sospiro di sollievo come se fosse convinto che ora potessimo avere finalmente una conversazione.

"Ale, so di aver sbagliato molte volte, e l'ho capito solo adesso che non ci sei, ho capito quanto veramente tenessi a te anche se la maggior parte delle volte ti trattavo come se tu non valessi niente e ti chiedo profondamente scusa, perché io.."

Lo interruppi immediatamente.

"Probabilmente questa è solo finzione, non lo pensi realmente e mai lo farai, vuoi solo prenderti gioco di me per poi passare come quello che non ha mai fatto niente? Come se fino a ieri non stavi a scoparti il tuo amico Marco, ed ora vieni da me a chiedermi scusa? Ma con quale coraggio me lo stai dicendo."

Iniziai a mordermi il labbro dal nervoso.

"Ale lo so scusami ho sbagliato veramente tanto ma ti scongiuro perdonami dammi un'altra possibilità"

"Dovevi pensarci prima. Ciao"

Interruppi la chiamata, non volevo più continuare a soffrire per lui.
Dovevo reagire, non passare per lo scemo che crede a tutto.
Dovevo farmi valere.

angolinoEHY, avete già ascoltato la nuova canzone fuoco di paglia? Vi giuro è qualcosa di bellissimo

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EHY,
avete già ascoltato la nuova canzone fuoco di paglia? Vi giuro è qualcosa di bellissimo.
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