*Alessandro*
ore 12:39
Altre lacrime scesero dai miei occhi mentre i nostri sguardi si incontrarono dolcemente.
Quell'uomo disse qualcosa al ragazzino dai capelli castani accanto a se in sottovoce che se ne andò immediatamente quando Marco si avvicinò alla mia figura."Cosa vuoi?"
Dissi con un tono pieno di ira con occhi sgrananti pieni di odio, anche se probabilmente non l'odiavo veramente era solo finzione.
"Parlare"
Si sedette su un gradino di fianco alla mia sedia guardandomi.
"Non ne ho voglia"
Mi voltai verso di lui guardandolo mentre appoggiavo una sigaretta sulla mia bocca accendendola iniziando a gettare del fumo sulla sua faccia.
"Puoi evitare di fumarmi addosso almeno?"
Gettai un forte sospiro mentre mi girai dall'altra parte per non creargli fastidio.
"va bene così?"
"no, voglio guardarti"
Sentii le mani di Marco sui miei fianchi girandomi lentamente in modo che potesse guardarmi.
"non ti dava fastidio?"
"resisterò all'impulso di buttartela per terra"
Feci una smorfia prima di ricomporre quel lato serio di me.
"Allora? possiamo parlare?"
"Vabbene, allora chi era quello?"
"È solo un mio amico"
Una risata non fece a meno di farsi sentire.
"si certo come no"
"Sto dicendo la verità Ale"
Prese le mie mani tra le sue, ma con un gesto instintivo le staccai dalla sua presa.
"Si certo, ed io dovrei crederti? Dovrei credere ad uno che dopo manco un giorno si dimentica della mia esistenza?
Dovrei credere ad uno che scopa con una decina di persone al giorno solo per divertirsi senza nemmeno conoscerne il nome?"Marco mi guardò incredulo mentre stringeva forte i suoi pugni.
Non si sarebbe aspettato niente di tutte quelle parole uscite dalla persona che amava."Secondo te per me tutto ciò è un gioco? tutto quello che c'è stato tra di noi è solo una misera bugia? Finalmente mi dici la verità in faccia senza nasconderti dietro a tutti quei cazzo di sorrisi finti.
Pensi che sono solo uno stronzo approfittatore non è vero Alessandro?
È ciò che pensi di me"Adesso il mio sguardo non era più pieno d'ira, ero quasi deluso di me stesso per aver detto tutte quelle cose senza riflettere un secondo.
Il silenzio ebbe la meglio in quella situazione, ma venne spezzato dal suono della mia voce."non vorrei pensarlo"
Abbassai la testa guardando il terreno sotto di noi.
"è meglio che io vada"
Si alzò dalla panchina guardando dritto senza nemmeno voltarsi verso di me per darmi anche un solo ed ultimo sguardo ma invece mi salutò scuotendo la mano.
"Ciao Ale"
Mi morsi il labbro inferiore per la rabbia che riaccelerava dentro di me mentre lo guardavo andarsene lentamente.
Cercai di trattenere l'impulso di gridargli qualcosa, di buttare tutto al diavolo ma non riuscii a controllarmi.
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Ci risiamo
Romance(seconda storia) Passarono lunghissimi mesi da quando Marco lasciò Mahmood per lavoro. Pensano di essersi ormai persi, ma una speranza in loro resta ancora viva. Forse quel giorno, fu vero e proprio destino.