una notte piena d'amore

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*alessandro*

Il mio cuore batteva a mille, non facevo altro che gironsolare per casa aspettando l'arrivo di Marco impazientemente.
Come avrei dovuto comportarmi?
E se dico o faccio qualcosa di imbarazzante?
Alessandro calmati, cosa potrà mai succedere?
Sentii suonare il citofono, gettai un sospiro veloce per poi affacciarmi alla finestra dell'appartamento.
Era lui, Marco, aspettava che gli aprissi.
Si accorse che lo stavo guardando così alzò lo sguardo verso di me.

"allora? hai intenzione di lasciarmi qua fuori a congelare oppure vuoi aprirmi?"

Sorrisi.

"Direi meglio la prima"

Iniziò ad imitarmi per poi far comparire una smorfia sul suo viso.

"Scherzo, sali"

Aprii la porta in modo da farlo entrare.
Lo sentivo salire le scale, ogni suo singolo passo era sempre più vicino, finché non bussò.

"Alee"

"sisi un attimo"

Mi scordai che fossi ancora in pigiama, dalla fretta lo feci entrare nella stanza, dandogli un bacio sulla guancia per salutarlo.
Mi osservò da testa fino ai piedi con un sorriso.

"carino il pigiama"

"lo so"

Gli sorrisi mentre toglievo qualche cartaccia dal tavolino.

"Su accomodati, non credo vorrai restare in piedi tutta la sera"

Si tolse il cappotto, lo mise sull'attacca panni, per poi sedersi sul divano bianco.
Mi sedetti vicino a lui senza dire una parola.

"Ale, perché mi hai invitato?"

Le mie mani iniziarono a sudare più del dovuto, provavo ancora sentimenti per lui ovviamente, ma questo non lo doveva sapere.

"per passare del tempo insieme no?"

Mi guardò incredulo dalla mia risposta.
Nessuno dei due ci credeva, si intravedeva benissimo quanto ancora, nonostante tutto, lo amassi follemente.

"Ale"

Si avvicinò a me prendendomi le mani per stringerle nelle sue così calde e morbide.

"Voglio sapere la vera motivazione."

Ci guardammo entrambi dritti negli occhi.
Continuai a non rispondere, il silenzio era l'arma più letale.
Speravo che quel momento sarebbe finito subito, ma, se fossi rimasto in silenzio sarebbe stato ancora peggio.

"Marco io..."

Fui interrotto dal bussare della porta.

"Hai invitato qualcun altro?"

"Nono, è solo il fattorino delle pizze"

Mi alzai staccando le mie mani da quelle sue, ed andai a prendere le pizze.

"Quant'è?"

"15 euro"

Diedi i soldi e mentre tenevo in mano le pizze ritornai da Marco.
Era steso sul divano senza maglia, con una mano appoggiata dietro la sua testa.
Non potevo fare a meno di non guardarlo.
Cazzo quanto mi faceva impazzire quell'uomo, dovevo pur sempre trattenermi.
Ormai, non apparteneva più a me.
Mi rimisi seduto accanto a Marco.

"Hai caldo?"

Rimase fermo a guardare il soffitto.

"Abbastanza direi"

Posai le pizze sul tavolino ed accessi l'aria condizionata.

"Ho preso una margherita e la tua.. preferita"

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