la notte del 18 marzo

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*marco*

ore 20:57

Il mare, il silenzio, il suono delle mille onde che vanno e vengono, che spumeggiano, si increspano ed infine svaniscono nella fredda sabbia in piena primavera provocarono dentro di me un forte stato di relax nonostante lo stress, la paura fosse ancora evidente per il tremore delle mie mani.
Osservavamo in cielo sperando che presto uno dei due avrebbe incominciato la conversazione pur di mettere fine a quel momento imbarazzante che assillava entrambi.

"allora? di che volevi parlarmi"

Cercai di annientare quel silenzio mortale pur sempre continuando a guardare dritto senza sfiorare minimamente i suoi grandi occhi.

"Gliel'hai detto ad Ale?"

Raccolsi un po' di sabbia secca tra le mie mani iniziando a farla cadere lentamente per terra.

"no, non ancora"

"non ti sembra il caso di raccontargli la verità?"

Sbuffai, si avrei dovuto, ma non volevo rovinare quel piccolo rapporto che si stava restaurando tra noi due.

"sono passati vari mesi non ha più importanza"

"Non ha importanza fargli sapere che l'hai tradito, solo per scappare dalla realtà, rifugiandoti in uomini che probabilmente manco conoscevi prima di me?"

Presi dalla mia tasca un pacco di sigarette prima di portarne una alla mia bocca accendendola per la forte agitazione.

"Si ok, hai ragione, dovrei dirglielo e lo sappiamo entrambi, ma cosa dovrei dirgli? 'ei guarda ti ho tradito?' "

"certo che sei sempre lo stesso Marco"

Gettai dalla bocca il fumo appena preso.

"Se mi hai fatto venire fino a qui solo per questo posso pure andarmene"

"Ma ti rendi conto di ciò che fai? Avevi lasciato quel povero ragazzo da solo utilizzando la cazzo di scusa per il lavoro ed adesso? veramente non hai nemmeno un po' di rimorso per tutte le bastardate che fai, per il tuo comportamento egoista?"

Odiavo essere nella parte del torto, ma adesso non potevo non sottomettermi alla cruda ed amara verità che avevo di fronte.
Matteo aveva più che ragione, ma quell'uomo che aveva descritto era il vecchio Marco, adesso il nuovo aveva un'altra faccia, impaurito, fragile ma soprattutto pieno di dubbi o paranoie.
I miei occhi si riempirono di lacrime che presto scesero su tutto il mio volto bagnandone anche la cartina della sigaretta.

"Hai ragione"

Matteo si voltò verso di me asciugando le lacrime col suo pollice.

"Fai bene a piangere, aiuta a sfogarti"

Con un gesto istintivo lo presi tra le mie braccia stringendolo in un forte abbraccio.

"Ho solo paura"

Sussurrai con la voce tremolante.

"Ho paura di tutto, di ogni mio singolo sbaglio, del futuro, sono confuso non so cosa fare"

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