I want you to be happy

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"Certo che io non ti capisco."

Eccolo. 

Manual sapeva che Simone non sarebbe rimasto in silenzio a lungo, dopo l'ennesima discussione col suo amico-barra-forse-ragazzo.

Certo, lui sperava con tutto se stesso che quello non fosse il ragazzo di Simone. Era fin troppo coglione per poterlo essere.

"Ti ha semplicemente chiesto come fosse andata la prima settimana di lezioni. Perché hai dovuto rispondergli così male?"

"Ma lo hai sentito come ha detto filosofia? Pareva me stesse prendendo per culo." Gli aveva dato proprio sui nervi quel tono canzonatorio, come se il suo corso di studi fosse paragonabile a una lezione di prima elementare. "Ma io l'ho già inquadrato, sai? È solo er solito studente de ingegneria che se crede de esse' chissà chi."

"Ma se studia lettere antiche. E poi non ti stava prendendo in giro, me ne sarei accorto."

Non che facesse alcuna differenza per Manuel. Quel ragazzo — com'è che si chiamava? Vabbè, comunque, quello avrebbe potuto anche essere suo compagno di corso, ma avrebbe continuato ad avere qualcosa che non andava.

Sapeva esattamente perché, ma non sapeva se era pronto a spiegarlo a Simone. Farlo lo avrebbe reso più autentico, più tangibile.

"Peggio me sento. Vorrà di' che è un Lombardi in fase de sviluppo."

Simone alzò gli occhi al cielo e si aggiusto lo zainetto sulla spalla. "Gesù, Manuel, non ti va mai bene nessuno" buttò fuori. "Michele è molto simpatico e se ti sforzassi a non aggredirlo ogni santissima volta..."

"Aggredirlo — che esagerazione."

"Almeno sapessi perché gli dai addosso."

Manuel cercò di trovare le parole per spiegare tutto quel fastidio che gli rendeva difficile persino respirare. "È che vorrei tanto tu fossi felice, Simò."

Simone aggrottò le sopracciglia e il più grande si ritrovò d'improvviso addosso tutto il peso dei suoi occhi grandi e inquisitori. "E che c'entra con Michele?"

"Capiscimi, Simò."

"No, no, no. Tu dici sempre capiscimi e non mi fai mai capire niente. Spiegati, per una volta."

"C'entra che lui non potrà mai farti felice." E la sentiva già, la voce di Simone che gli chiedeva di chiarire. Che gli faceva domande su domande. Che lo mandava a fanculo. "Perché me ricorda troppo me."

Perché forse era quello il fulcro di tutto: vedere Simone con qualcuno che non era lui, ma che avrebbe potuto essere lui era qualcosa che non smetteva mai di fargli male.

E se sa già che io non so' in grado de farti felice.

"Chi lo dice?" domandò Simone a voce bassa e Manuel quasi si chiese se fosse per paura. "Chi lo dice che tu non puoi farmi felice?"

"Perché? Credi ancora che sia possibile?"

Credi di essere ancora disposto ad accettare — ad accettarmi?

Credi di poter dimenticare tutto quello che ho fatto, tutto quello che ho detto? Di poter abbracciare tutto il sottinteso?

Pensi di poterti innamorare di nuovo di me, Simone?

"Credo che nessuno mi abbia mai fatto felice quanto lo fai tu." Simone gli rivolse un sorriso piccolo, quasi timido, che gli fece venir voglia di baciarlo. "Inspiegabilmente, certo."

Manuel sbuffò fuori una risata e gli si avvicinò quel tanto che bastava a fargli sentire il fiato dell'altro sul proprio viso. "Inspiegabilmente? Guarda che m'offendo." Ma il sorriso che aveva sul viso stava già tradendo quello che davvero provava.

Il bacio arrivò fugace e inaspettato: Manuel quasi pensò di esserselo immaginato, se non fosse stato per il respiro tremolante che Simone tirò su.

Riusciva quasi a leggere l'ansia in fondo agli occhi dell'altro — la paura tremenda di aver fatto una cazzata a cui non avrebbe potuto rimediare mai più.

Come puoi di' che te rendo felice se c'hai sempre sta paura de sbaglia'? 

Si domandò quasi subito, ma scelse di rimandare la discussione a dopo. Piuttosto, lo baciò anche lui — un bacio dolce, labbra contro labbra, lento quanto bastava per dare tempo all'altro di capire che andava tutto bene. Che stavano parlando della stessa felicità.

"E non offenderti" Simone disse, quel sorrisino sulle labbra — gli occhi un po' lucidi, le guance un po' rosse. "Piuttosto, accompagnami a casa."

Senza starci troppo a ragionare || #simuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora