Can I have this dance?

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Erano in cucina che ascoltavano un po' di radio, mentre preparavano qualcosa per pranzo. Manuel se ne stava a osservare mentre Simone assaggiava il sugo che avevano appena finito di cucinare.

Sapeva di avere addosso un sorrisino stupido, ma come poteva restare indifferente mentre alla radio passavano solo canzoni che gli ricordavano il suo ragazzo?

Ogni tanto si fermava a cantarne qualche pezzetto, con una o due frasi inventate e Simone lo guardava divertito.

"Sei proprio sicuro faccia così?" chiedeva e Manuel faceva spallucce.

"A me piace de più così."

Voglio farti un regalo

qualcosa di dolce qualcosa di raro

Eccola lì, un'altra canzone che gli faceva pensare sempre a Simone.

Aspettò che l'altro posasse il mestolo di legno nella padella, per avvicinarsi a lui e prendergli la mano. "Signor Balestra" disse, piegandosi in una sorta di inchino e accennando un baciamano. "Me lo concede questo ballo?"

Simone sorrise si lasciò trascinare in un lento piuttosto maldestro. "Che cosa strana" disse dopo qualche secondo, mentre Manuel già canticchiava sottovoce la canzone.

"Strano de che? Come se n'avessimo mai ballato in cucina."

Finivano sempre per farlo, tra una preparazione e l'altra e mentre rimettevano a posto le stoviglie dopo che le avevano lavate e asciugate. Era una di quelle cose stupide e romantiche che Manuel avrebbe voluto fare sempre.

"Ma no, intendevo..." disse, dondolando un po'. "Com'è che dice Luna? Non mi dai vibes da Tiziano Ferro."

"Ah, non te do le vibes? Mh?" lo strinse un po' di più a sé, mormorandogli e che te do, mh? che te do, amò? contro la guancia con una risatina. Simone rise e buttò la testa all'indietro — le punte delle orecchie rosse per l'imbarazzo. Manuel avrebbe voluto baciarlo e non smettere più. "Guarda che Tiziano m'è pure mezzo parente."

Il più piccolo tornò a guardarlo, gli occhi lucidi e gli angoli della bocca così in su che si vedevano anche le fossette. "Eh, sì. E pensi che ci creda pure?" domandò, respirandogli sulle labbra, quasi promettendogli un bacio che non sembrava arrivare mai.

La sua bocca era così bella, Manuel non riusciva a smettere di guardarla. Ma perché non si erano ancora baciati da quando avevano iniziato a ballare? "Ma che? Non sai che 'na parte della famiglia di mia madre è de Latina?" Continuò la pantomima, prima di far fare a entrambi una giravolta un po' troppo spericolata.

"Ah sì?" chiese divertito l'altro, un po' instabile sulle gambe.

Manuel lo spinse a girarsi e lo tenne stretto da dietro, mentre ancora ondeggiavano in totale disaccordo col ritmo della canzone in sottofondo. "Sembra sia 'n lontano cugino..."

Simone si voltò quanto bastava per guardarlo. Aveva uno di quei sorrisi furbi che riservava sempre per i momenti in cui sapeva che il più grande lo stava prendendo in giro. "Guarda che non ci casco, Manu."

Lui, allora, rincarò la dose. Perché la risatina che seguiva quel sorrisetto era sempre bellissima, così come il modo in cui lo guardava. "Pensa che ogni tanto le manda pure i bigliettini de Natale dall'America."

"Sì, con le renne a grandezza naturale. Ma quanto sei scemo?" domandò il più piccolo, voltandosi del tutto.

Ora potevano continuare a dondolare guardandosi negli occhi.

"E vabbè... non credermi" disse, allungandosi per baciarlo sulle labbra. Sapeva di pomodoro e peperoncino e libertà. Gli accarezzò la schiena, e si lasciò baciare a sua volta. "Però quando verrà a canta' al matrimonio nostro non fa' 'a figura der pesce lesso, eh."

Simone sbuffò divertito e alzò gli occhi al cielo. "Seh, vabbè, ora..." Manuel carpì dal suo viso l'esatto momento in cui le sue parole si registrarono nella mente dell'altro. Si morse la lingua per non ridere, quando Simone strabuzzò gli occhi. "Quale matrimonio?"

"Te l'ho detto, il nostro." E rise, ma tanto. "Che c'è? Che fai a fa' quella faccia da scemo? Guarda, Simò, che io un giorno te sposo davvero, eh."

Simone arrossì, mentre le labbra gli tremarono appena. "Me sposi?" chiese e sembrò incerto, quasi fosse la cosa più incredibile al mondo.

Manuel glielo avrebbe ripetuto ogni minuto di ogni giorno, se fosse servito. "Te sposo tutti i giorni della mia vita."

Sei tu, sei tu, sei tu, sei tu,

sei tu, sei tu, sei tu, sei tu

Il regalo mio più grande

Il regalo mio più grande

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nda sono stata così felice non appena ho notato questo prompt nella lista!! Ho visto il disegno di basietta su twitter appena lo ha postato e mi è venuta subito voglia di scriverci su qualcosa, cioè... lo avete visto quanto è bello?? Quanto sono belli?? Ma quanto talento ha??? <3

Senza starci troppo a ragionare || #simuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora