I'll help you study

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Simone aveva la matematica che gli scorreva nelle vene. E la sentiva.

La matematica era l'unica cosa nella sua vita ad avere un senso; l'unica su cui Simone potesse avere controllo.

Tutto aveva una spiegazione, un perché, supportato da una dimostrazione solida e razionale, al contrario della filosofia.

Simone è la matematica. Era quello che aveva sempre detto la Girolami, sia a sua madre che a suo padre, che a Simone stesso.

Allora perché non riusciva a risolvere quegli stupidissimi esercizi di Analisi 1?

Si lasciò scappare un gemito frustrato, strappò la pagina del quaderno e l'appollottolò. Erano cose stupide, calcoli differenziali che avrebbe potuto risolvere a occhi chiusi, ma che ora, per via dell'ansia per l'esonero, sembravano etruschi.

"Che t'ha fatto quel povero quaderno?"

Simone si fermò dallo strappare la seconda pagina e sbuffò. "Niente. Sono io che sono diventato stupido d'un colpo, guarda."

"Ma va. Te sei bravo. È solo che sei 'n ansia" disse l'altro, mentre gli rubava la dispensa da sotto il naso. "Famme vede' 'n po'."

Simone lo osservò mentre leggeva la dispensa tutto concentrato. "Ma che devi vede'? Ti ricordo che gli integrali te li ho sempre fatti io."

"In realtà, me li hai pure spiegati mentre ripetevamo pe' la maturità. E poi, posso comunque aiutarti a studia'" rispose Manuel, mentre prendeva in mano gli appunti. "Pure te non ce capivi un cazzo de Semiotica, ma mi hai comunque aiutato, no?"

In effetti. Il più grande aveva avuto un esonero giusto la settimana prima e Simone si era offerto di ascoltarlo mentre ripeteva, prima che Manuel distruggesse il pavimento a furia di battere il piede a terra per l'agitazione.

E, , Simone aveva continuato a non capirci nulla, ma Manuel aveva preso un bel 29 ("Dice che avrei meritato 30, ma agli esoneri non lo mette" aveva raccontato uscito dall'aula, la voce piena di quella sicurezza che sembrava essergli mancata per tutta la settimana.) 

Manuel prese posto accanto a lui al tavolo e puntò gli occhi sulla lista degli esercizi. "Qual è l'esercizio che non te riesce?"

"Il 3, l'8 e il 15" Simone sospirò. "Che so' pure quelli che potrebbe mettere nel compito."

Il più grande annuì, diede un'occhiata all'esercizio e poi aprì di nuovo il quaderno degli appunti. "Prima de provare a rifarlo, ripetimi come si risolve sto problema di Cauchy e come se trovano i limiti di una funzione."

E, sebbene la frustrazione gli stesse rodendo il fegato, Simone cominciò con la spiegazione e la dimostrazione.

Restarono a fare esercizi fino a quando Virginia non li richiamò per cena.

E poi, ancora, finché l'ultimo esercizio, il più difficile, non gli sembrò di nuovo facilissimo.

E finché, voltandosi, non trovò Manuel a dormire con la testa sulla scrivania.

Ecco, magari Manuel avrebbe continuato a non capirci nulla di matematica, proprio come Simone si rifiutava categoricamente di assecondare tutta quella sua amata filosofia, però sembrava chiaro che, se affrontate in due, non erano poi così difficili. 

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nda anche Simone ha preso 29 all'esonero.
Appena hanno letto il voto, Manuel ha esclamato: "Certo che è un voto infame. Ma perché non t'ha messo 30? Te meritavi 30, doveva darti 30."
"Come il tuo professore di Semiotica, no?"

:)

Senza starci troppo a ragionare || #simuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora