I'll still be here when you're ready

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Parte due di "I think you're beautiful"

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Suo padre aveva insistito per dar loro la sua auto.

"È più sicura della Vespa" aveva detto, lasciando cadere le chiavi nelle mani di Manuel. "E poi così mi fate pure il pieno."

Ora, Simone se ne stava immobile sul sediolino del passeggero a osservava la città che fuggiva via attraverso il finestrino, mentre il più grande cercava qualche stazione radio per sopperire in qualche modo al silenzio.

Resettiamo e basta.

Simone continuava a pensarci a quello che era successo poco prima. Non riusciva a non darsi dello stupido per aver assecondato le battutine del più grande, per non aver negato tutto subito, invece di lasciarsi illudere da una frase buttata lì forse per sbaglio (Sei bellissimo) e dal modo in cui il più grande gli era stato vicino tutto il giorno — in realtà tutto il mese.

Come se Simone fosse stato prontissimo a lasciarsi soggiogare da quegli occhi e da quella voce ancora una volta, come se in un anno non fosse cambiato nulla.

Manuel gli lanciava ogni tanto delle occhiate, se le sentiva addosso quasi fossero spilli.

Quanta voglia aveva di levarsi di dosso quella camicia, di correre a casa e a letto per nascondersi da tutto e tutti per sempre.

Resettiamo e basta.

Simone avrebbe dovuto dirlo al proprio cuore, nel momento esatto in cui aveva iniziato a rassegnarsi.

La barca dell'amore si è spezzata — ma lui piuttosto che lasciarla affondare da sola, ci era quasi morto dentro.

*

Non era semplice, cercare di passare una serata leggera mentre gli occhi di Manuel sembravano seguirlo ovunque andasse.

Ogni volta che i loro sguardi si incrociavano in mezzo alla gente a Simone veniva voglia di bere — bere così tanto da star male, bere così tanto da dimenticare.

Aveva però promesso ai suoi di non farlo quella sera, di non toccare nemmeno un goccio di alcool, e voleva mantenere la promessa. Anche solo per il senso di colpa che non smetteva di provare, ripensando al proprio compleanno.

Non è a questo che servono gli amici?
Chi lo sa, forse. Simone non sapeva esattamente a cosa servissero gli amici, ma sapeva a cosa servissero quelli come Manuel.

A farlo innamorare fino a perdere ogni sorta di coscienza di sé.

"Simò? Possiamo parlare un attimo?"

La richiesta di Manuel arrivò forte e chiara, nonostante la musica alta.

Simone si scambiò un'occhiata con Luna e Laura, con cui stava ballando, e annuì svogliatamente.

"Solo due minuti però."

Si lasciò portare sul terrazzino, lontano dalla calca di gente e dal rumore incessante della musica. Manuel si appoggiò alla ringhiera con la schiena e restò con lo sguardo basso e le mani in tasca.

Quando aprì la bocca per parlare, Simone cercò il suo sguardo, invano.

"Quello che mi hai detto, prima di uscire..." cominciò e al più piccolo quasi venne il panico a ripensarci.

"Sì, scusa se ho sbottato, ma mi sentivo un po' braccato" schiarì, sperando di riuscire ad andare oltre. A farglielo dimenticare. "Però, davvero, Manuel. Facciamo finta di nulla. Come abbiamo fatto fino ad ora, no?"

Era quello il loro equilibrio. Non parlare di quello che succedeva tra di loro, fingere che niente fosse successo per mantenere il solo fragilissimo rapporto in piedi.

Senza starci troppo a ragionare || #simuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora