I think you're beautiful

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C'erano dei momenti in cui per Manuel non era poi così difficile capire Simone. Era un periodo in cui era sempre un po' perso nella propria mente, che sorrideva a stento e non era difficile capire cosa lo facesse stare così.

"E quindi? Lo famo sto diciottesimo?"

Era il primo compleanno che Simone passava con la consapevolezza di aver avuto un fratello. Di essere stati in due per tre anni della sua vita.

Manuel sapeva che per il più piccolo era diventato difficile pensare al proprio compleanno come una cosa positiva — come un qualcosa da festeggiare.

Anzi, se pensava al compleanno dell'anno precedente...

"Ho un'idea" disse, quando il più piccolo lo fissò con un'espressione dubbiosa. "Organizziamo tutto il 31 o l'1, così il 30 è solo per Simone e..." gli posò una mano sulla spalla. "...e Jacopo."

"Manuel..."

"Non te faccio rompere le palle da nessuno quel giorno" promise. "Chiunque provi a starte addosso quer giorno, giuro che lo meno" provò a scherzare, guadagnando un piccolo sorriso. "Soprattutto se è Matteo. Sai quanto me piace mena' Matteo."

Eccolo, il sorriso che s'allargava, gli occhi che s'accendevano un po'.

"Una festa è una festa, no?" Simone disse.

"E poi non sei venuto a quella de Halloween..."

Il più piccolo alzò gli occhi al cielo per un solo istante, ma sembrava divertito più che esasperato. "Facciamola il 31. Però..." abbassò lo sguardo, come se stesse pensando bene a quello che stava dicendo. Quando tornò a guardarlo, i suoi occhi quasi parevano più grandi del normale. "Stai con me al nostro compleanno?"

Ce starei sempre co' te, Simò. Sempre.

*

Avevano passato il compleanno di Simone insieme, a Villa Balestra.

Simone lo aveva voluto vicino, mentre riguardava il filmino del suo terzo compleanno e si perdeva a guardarne ogni più piccolo dettaglio.

"Jacopo era un po' più basso" diceva.

"Aveva gli occhi un po' più allungati, vero?"

E Manuel annuiva e gli faceva notare tutti i modi in cui si somigliavano, tutti quelli in cui avrebbero potuto continuare a essere simili.

"Papà dice che era un gran testardo."

"Perché te, invece..."

Poi, lo aveva guardato spegnere le candeline, sotto l'insistenza di Dante e Virginia. Candeline, perché Simone ne aveva chieste solo due, una per sé e una per suo fratello.

Dopo aver mangiato la torta, erano andati in piscina ed erano rimasti in silenzio — Manuel poteva sentire ancora il peso della testa di Simone contro la sua spalla e il profumo dei suoi capelli addosso.

"Grazie" aveva detto Simone dopo un po', quando il più grande gli aveva circondato le spalle con un braccio e se l'era stretto un po' più a sé.

"Non me devi ringrazia' de niente."

"Hai passato tutto il giorno con me, hai persino ignorato le chiamate di Nina per farmi compagnia."

Il telefono aveva vibrato quasi tutto il giorno, nonostante Manuel avesse chiesto di non essere disturbato.

"Questo era più importante" disse. Perché Simone era più importante persino di se stesso e lo stava capendo forse troppo tardi. Il più piccolo lo guardò con gli occhi lucidi, gli stessi con cui lo aveva guardato giusto un anno prima.

Senza starci troppo a ragionare || #simuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora