Credo di essermi appisolata proprio quel poco dal risvegliarmi e ritrovarmi in un posto sconosciuto. Siamo parcheggiati davanti ad una enorme cancellata in ferro.
Provo a sporgermi leggermente dal finestrino per capire meglio dove ci troviamo, ma oltre quel cancello vedo solo un parco e nient’altro. Mi giro verso Noah accorgendomi che lui non c’è. Dove diavolo è finito?! Non mi sono accorta che è uscito dalla macchina.Bene, ora tanti attimi interminabili di terrore si stanno impossessando di me. Il solito mantra che uso recitare quando mi trovo in situazioni di disagio, questa volta ha deciso che non ha voglia di collaborare.
Provo a trovare qualche soluzione. Uscire fuori da sola non se ne parla, ancora mi ritrovo con un serial killer dietro alle spalle pronto a farmi fuori. Devo trovarne una e alla svelta.
Nel mentre che penso e ripenso a cosa fare, ecco che un’idea geniale mi arriva subito alla mente; prendere il cellulare e mandare una mail a Noah. Posso contattarlo solo in questo modo non avendo il suo numero di telefono.
Ma… dove sono finite tutte le mie cose? Oggi non ne sta andando una per il verso giusto! Il motivo è che non ho né la borsetta e di conseguenza, neanche il cellulare con me.
Accidenti però, che sfortuna! Sono bloccata in questo dannato pick up, fuori dal mondo e di Noah neanche l’ombra.
Mi viene da piangere, anche se non lo faccio, ma sono così sfinita che butto la testa sul cruscotto e penso solo a quanto sia sfigata.Rimango in quello stato di apparente apatia probabilmente per svariati minuti, finché qualcuno non decide di spaventarmi, aprendo improvvisamente la portiera dalla mia parte. <Ma…>> balbetto sicuramente qualcosa di molto sensato, dato che quel qualcuno mi ha messa sotto shock. Per “quel qualcuno” intendo Noah. Il solito deficiente che non è capace di combinarne mai una giusta ed il solito deficiente che ora sta ridendo come un pazzo guardando la mia faccia, presumibilmente traumatizzata. <<Accidenti Sarah, devi vedere la tua faccia, haha! Sei veramente buffa!>>
E ride. Continua a ridere a crepapelle, soddisfatto del suo stupido scherzo.
Non lo reggo più, allora slaccio di fretta e furia la cintura di sicurezza e mi piazzo, ovviamente mettendo le mani sui fianchi per mostrarmi sicura di me, esattamente davanti al suo naso. Beh, naso… per così dire, sarò almeno una ventina di centimetri in meno di lui. << Noah Stumphone.>> scandendo alla perfezione il suo nome. << Adesso ascoltami bene; o la smetti e mi dici esattamente dove ci troviamo, o giuro che questo sarà il primo omicidio che commetterò in vita mia.>>
Come mi sento bene adesso, per una volta che riesco a tenergli testa.
Purtroppo mi gongolo per poco, perché tutto ricomincia esattamente come prima. Quello che gli ho appena detto non gli ha fatto né caldo né freddo anzi, sembra lo abbia divertito ancora di più. Prova a prendermi per mano, ma mi tolgo subito dalla sua presa, rivolgendogli una torva occhiata. <<Lasciami, Noah! Sono stufa che continui a tenermi in bilico su tutto!>> gli sbotto adirata. C’è una cosa che devo ammettere a me stessa però, il solo avermi provato a sfiorare, mi ha lasciato una sensazione un po’ strana, e non riesco a capire se sia bella o no. È come se fosse un segnale d’allarme e un po’ mi intimorisce.Sono riuscita a spegnergli quel sorrisetto che da un po’ aveva stampato in faccia, infatti fa ciò che già mi immaginavo; quando si incupisce, porta le mani in tasca ed abbassa lo sguardo. Ormai mi sembra di conoscere ogni sua mossa.
In ogni caso, ha capito che sono davvero arrabbiata ed esausta e soprattutto stanca, essendo appena uscita da un ospedale.
<< Dai, voglio solo mostrarti una cosa. È una sorpresa.>> sembra quasi una supplica la sua.
Non voglio cedere. <<Io odio le sorprese.>> pronunciandolo ben a denti stretti.
Noah fa finta di non ascoltarmi e tira fuori qualcosa da una delle tasche dei pantaloni; una chiave.
La punta verso il cancello senza guardare, perché il suo sguardo è di nuovo rivolto a me e, mentre ci stiamo guardando intensamente negli occhi, il cancello si apre quasi per magia facendo un lieve rumore.Basta un secondo; mi giro guardando quel cancello aprirsi e immediatamente, mi rigiro su Noah. Sono perplessa e lo becco sorridere compiaciuto, guardando la mia figura che, sinceramente, in questo momento non sa più che cosa pensare. Un “ma” vorrebbe uscire dalla mia bocca, ma non fa in tempo, perché Noah si leva dalla mia vista e mi passa davanti, tornando a sedersi in macchina. Dovrei fare lo stesso anch’io. In fondo, perché stare ancora qua fuori e magari da sola, quando dall’altra parte c’è una sorpresa che mi aspetta? Sono ironica, non vorrei nessuna delle due possibilità, ma sono obbligata a sceglierne almeno una, intanto sono dispersa nel nulla e senza poter essere rintracciata.
Opto per la seconda; accettare mio malgrado la sua "proposta" e tornare al mio posto, ignara di quello che potrebbe succedere.
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INSIDE OF ME
ChickLit✨Il primo libro che apre la trilogia "Inside Of Me"✨ Two loves, a fate, one choice 💞 Prima di "Inside Of You - Far away" e "Forever Us" 🦋 Tutto ha inizio da qui. Trama Sarah Rodgerson è una semplice ragazza e molto insicura di 24 anni, trasferita...