IL RICORDO DI EMMA

14 2 0
                                    

Noah sta fissando questa dannata foto da un tempo interminabile.
I suoi occhi sono persi nel vuoto ed io non faccio altro che piangere.
Mi sento tradita. La fiducia che stavo iniziando a dargli di nuovo, si sta lentamente spegnendo.
Torno a guardare la fotografia, giusto per sentirmi peggio, continuando a domandarmi “chi è questa ragazza abbracciata a Noah?"
Mi si stringe lo stomaco notando quanto lui la tenga stretta a sé e vendendo la felicità che trasmettono i loro sorrisi.

Lui non accenna a sbloccarsi, allora glielo domando nuovamente.
<<Noah… chi è?!>>
Alla mia domanda, l’unico movimento che è in grado di fare, è distogliere lo sguardo da me e dall’immagine che gli ho messo davanti.
<<Emma…>> bisbiglia, e mi sembra di vederlo turbato dopo aver pronunciato quel nome.
Mi avvicino lentamente a lui, andandomi a sedere accanto e lo guardo piena di sofferenza.
<<Chi è Emma…>> gli sussurro afflitta.
Improvvisamente, mi accorgo che sta piangendo in silenzio e ciò mi turba profondamente. Inizio a pensare che non sarò mai in grado di capirlo veramente perché, ogni giorno, scopro che sono tante, troppe le cose che mi sta nascondendo.
Manila pensava che fossi in grado di stargli accanto, purtroppo si sbagliava. Lui è capace di fare due cose; quella di portarmi subito in Paradiso ed immediatamente dopo, all’inferno. Questo è Noah, il contrasto di due persone nello stesso corpo.

Noah mi sottrae la foto dalle mani, iniziando ad accarezzarla con il pollice e quel gesto mi sconforta ancora di più.
<<Lei è stata la persona che mi ha cambiato la vita…>> riprende a mormorare. Non perdo di vista il suo viso, anche se continua a non volermi guardare.
<<Come… come è stata…>>
Faccio una gran fatica a rispondergli, perché più parlo, più la voce risulta spezzata.
Trova il coraggio di girarsi e di guardarmi ed ora, riesco a percepire tutto il suo dolore.
<<Emma era la mia ragazza. Me l’hanno portata via…>> risponde, ed i suoi occhi gonfi di tristezza ad un tratto, diventano bui.
Posa la foto sul tavolino davanti al divano, a testa in giù, in modo che così non possa più vederla.
Non posso non notare il tremolio delle sue mani.
<<Noah, scusami…>> gli dico mestamente. Perché non so cos’altro dirgli, solo che ho sbagliato ad intrufolarmi così nel suo passato.
<<Non devi scusarti, è colpa mia. Sono io che non ti ho mai parlato di lei. Dovevo farlo, ma non ne ho mai avuto il coraggio. È un dolore ancora troppo forte per me. Non so se riuscirò mai a superarlo.>> dice afflitto, e nella sua voce noto come un tono di colpevolezza. Emma era la ragazza della sua vita, ma è finita tragicamente e probabilmente, lui non si perdonerà mai per questo.
Allora che ci faccio io con te, Noah?
Mi perdo in quel pensiero ma continuo ad osservare le sue mani e, stanca di vedergliele tremare in quel modo, alla fine, scelgo di prendergliele e stringerle alle mie.
<<Che cosa è successo, Noah? Puoi parlare con me, lo sai.>>
Forse la mia è più una supplica ed un modo per aiutarlo a sfogarsi.
Sento il suo respiro farsi pesante, mentre che, per un po’, prende a scrutarmi intensamente.
<<Va bene.>> risponde esausto.
<<Emma ed io ci siamo conosciuti il primo anno ad Harvard. All’epoca ero uno stronzo di prima categoria, tipico stampo alla Stumphone.>> si mette a ridere sommessamente, scuotendo la testa verso il basso. <<Lei mi ha odiato fin dal primo giorno.>> prosegue, facendomi l’occhiolino e così, sorrido.
<<Mi ricorda qualcosa. Spero tu non abbia macchiato di caffè la camicetta anche a lei!>> ribatto scherzando. Finalmente lo vedo ridere.
<<Haha no, fortunatamente no! Odiava proprio il modo che avevo di pormi. Ero già innamorato pazzo di lei, quasi da sembrare un deficiente. E, pensa che era il mio esatto opposto. Un po’ come te. Me la ricordi tanto, sai?>> cerca il mio sguardo ed i suoi occhi ora, sono nostalgici.
<<Si, non ho potuto non notare la somiglianza fisica che abbiamo e ora, mi stai dicendo che anche caratterialmente ci somigliamo.>> gli rispondo dubbiosa. Annuisce. <<Beh si, la prima volta che ti ho vista è stato come… rivederla di nuovo.>> mi spiega tranquillamente. Ed è proprio questa tranquillità che mi intristisce.

INSIDE OF MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora