LA MIA SCELTA

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Siamo l’uno di fronte all’altra, ci guardiamo senza dire nulla.

Respiro affannosamente, l’adrenalina è a mille e avrei voglia di dirgli tante cose, ma i suoi occhi, attenti e tristi soprattutto, mi frenano.

Non si capacita ancora del perché io sia venuta qui. Me lo domando anch’io, ma più lo guardo, più sento di aver fatto la scelta giusta. Non vorrei essere in un altro posto ora, se non qui con lui.

Josh prende il suo bicchiere di bourbon, lo scola tutto d’un fiato e lo posa bruscamente sul bancone.

«Sarah… che ci fai qui?» mi domanda, scortese. Ma sia il suo tono che il suo sguardo mi colpiscono.

Josh è veramente triste e tanto deluso. Mi sento uno schifo ad aver contribuito a fargli del male. Avrei dovuto ascoltarlo tempo fa, così non avrei sbattuto la testa, non sarei finita in ospedale e, soprattutto, non avrei perso la testa per Noah.
Sarei stata ancora qua con lui, invece.

Inizio a pentirmi di tutto quanto e mentre lui continua a tenermi gli occhi puntati addosso, dandomi l’impressione di essere diventata solo spazzatura, i miei occhi iniziano a inumidirsi.

«Josh, io… dovrei parlarti…» balbetto, cercando di tirar fuori la voce in mezzo a tutto quel frastuono.

Josh si gira di spalle per ordinare uno scotch e il morale mi va sotto i piedi.

Vorrei farlo smettere di bere così tanto...

Resta di spalle mentre sorseggia il suo amato scotch. Gli dà fastidio anche solo continuare a guardare la mia faccia. Probabilmente prova solo schifo nei miei confronti.

«Avevo chiuso con te. Non abbiamo molto da dirci.» risponde seccato.

Inizio a pensare che forse ho sbagliato a venire fin qui. Avrei dovuto aspettarmi una reazione simile. E mi fa male. È come se mi avesse appena scaraventato fuori a calci. Non vuole parlarmi, e lo comprendo.

Miseramente, decido di andare via.
«Sì, giusto, hai ragione… scusami ancora… ciao, Josh.»

Continua a darmi le spalle, non ricambia il mio saluto, non dice più nulla.
Prendo tutto il mio dolore e, con le lacrime che stanno rigando il mio volto, mi incammino lentamente verso l’uscita, dicendogli addio.

Mi manca solo un passo per uscire, ma improvvisamente, il calore di una mano afferra con forza la mia.
Quel gesto mi ferma e mi immobilizza. Quella mano è la sua. Potrei riconoscerla in mezzo ad un milione.

Era da tanto che non percepivo emozioni così forti. Sentirmi stringere la mano in quel modo, mi fa capire che non ho sbagliato a venire qui e che sono con la persona giusta.

Ritorno in me, voltandomi verso di lui. È così serio, i suoi occhi penetrano dentro di me come un fuoco.

«Vieni con me!» mi grida, superando il rumore del locale.

Lo fisso come un’ebete e, prima che possa dire qualsiasi cosa, mi trascina via con sé, stringendomi saldamente la mano.

Attraversiamo tutto il locale, dirigendoci verso quel corridoio che porta con sé tante vecchie immagini. So già dove mi sta portando.

Josh apre la porta del suo ufficio e mi spinge dentro. Si piazza davanti a me, e la sua espressione dispiaciuta mi fa capire che ha appena notato quanto il mio viso sia zuppo di pianto.

«Josh, perdon…»

Non mi dà modo di finire la frase. Josh si avventa improvvisamente su di me. Non faccio resistenza, mi lascio trasportare da lui e dai suoi baci.

INSIDE OF MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora