PERDERE TUTTO

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Mi sveglio di soprassalto.
Ero talmente esausta che sono riuscita a prendere subito sonno, ma restando in dormiveglia per tutta la notte.
Quel poco che sono riuscita a chiudere occhio, i miei sogni venivano invasi dal solito terribile incubo; Josh che lascia la mia mano per lanciarsi nel vuoto.
E questa brutta sensazione di cadere nel vuoto, dove senti lo stomaco salire fino alla gola, mi ha svegliata improvvisamente, in preda al panico. È come essere stati su una montagna russa. Ed è come se anch'io stessi precipitando insieme a lui.
Mi ripeto che è stato solo un incubo, di guardare la realtà. Ma è dura guardarla, perché quell'incubo ricorrente, equivale al fatto che lui non c'è più, ed è difficile accettarlo.

Mi volto dall'altro lato del letto, pensando di trovare Noah accanto, ma la sua parte è intatta. Lui non c'è. Ho un tuffo al cuore.
Ora però ricordo, sarebbe andato a dormire a casa sua. Stranamente, avevo rimosso quella parte...
Non ho più voglia di dormire, ma ho voglia di restare ancora un po' sotto le coperte e al buio.
Prendo il cellulare, c'è un suo messaggio.

FROM: NOAH

Hey, spero che tu stia un po' meglio. Mi dispiace non essermi fermato stanotte. Comunque, siamo partiti. Il viaggio sarà un po' lungo. Ti manderò un messaggio, non appena avremo fatto tutto quanto. Noah

Vero, sarebbero partiti in macchina molto presto.
L'orologio segna le sei del mattino. Il messaggio, invece, è stato inviato un'ora prima. Credo sia meglio non rispondergli, ce lo siamo promesso.
Ci siamo promessi di darci del tempo. Non mi piace affatto questa realtà che si sta presentando davanti a me. Non mi sembra vero. Credo che non lo accetterò mai e credo che non mi perdonerò mai. Nel giro di poco, ho rovinato la vita di entrambi e non mi darò mai pace.
Butto le coperte fin sopra la testa, tirando un sonoro sbuffo. Sono totalmente un disastro! Non capisco come Noah possa ancora stare dietro ad una persona come me, soprattutto dopo quello che ho fatto. Come può non odiarmi? Come può guardarmi ancora in faccia?
Mentre mi perdo tra i miei strazianti pensieri, lo stomaco incomincia a brontolare in modo molto rumoroso. Ho fame, è un buon segno?
Non ho praticamente mangiato più nulla da ieri, dopo che Grace è andata via.
Il mio stomaco mi sta obbligando ad alzarmi dal letto e filare subito a buttare giù qualcosa.

Controvoglia, mi alzo. Non faccio neanche in tempo a tirarmi su e poggiare i piedi a terra, che la testa prende a girare malamente, offuscandomi leggermente la vista. Credo che sia a causa della debolezza e di tutto lo stress accumulato negli ultimi giorni e, soprattutto, per il fatto di aver dormito quasi nulla e per niente bene.
Dai, Sarah! Ce la puoi fare.
Mi incoraggio e ci riprovo. Funziona, riesco ad alzarmi senza avere più ulteriori mancamenti.
Lentamente, mi avvio fuori dalla stanza, con la strana sensazione di camminare sulle uova.
È soltanto lo stomaco che mi sta invogliando ad andare in cucina ed aprire il frigorifero, fosse per il mio cervello, continuerei a fare digiuno.

Finalmente, arrivo a destinazione senza problemi.
Nel frigorifero trovo ancora una bottiglia di latte ancora da aprire. Potrei farmi una bella colazione con latte e cornflakes. Ma ho un dubbio ora, non so se ho ancora una scatola di cornflakes. Controllo subito nella dispensa. Stamattina sono fortunata, sono rimaste ben due scatole.
Posso preparare una veloce colazione, così il mio stomaco è finalmente felice.

I pensieri sulla morte di Josh ricominciano a farsi strada prepotentemente nella mia testa.
Guardo la tazza ancora mezza piena e la fame si blocca immediatamente, provocandomi il voltastomaco.
Non ho più fame. Avrò dato giusto due cucchiaiate, ma mi sento già parecchio sazia.
Quei pensieri mi stanno tormentando di nuovo e non riesco a respingerli, cercandone altri.
Il problema è, che mi è impossibile andare alla ricerca di altri pensieri in questo momento. Quindi, lascio che prendano sopravvento e che facciano di me quello che vogliono.
Lascio perdere la mia tazza di cornflakes e butto la testa sul tavolo. Quelle lacrime che pensavo di aver esaurito, tornano come nuove. E di nuovo quella scelta che, pian piano, stavo mettendo da parte, si ripresenta. Qua, non ci voglio più stare, non ci posso più stare. Non è più il mio posto.
Dovrei andarmene e farlo sul serio, il prima possibile, e prima che esaurisca del tutto.
Purtroppo, c'è solo un motivo che mi sta frenando a mollare tutto e partire. Il motivo è quel piccolo puntino che dentro sta crescendo. La metà di Noah.
Ed ora che lui lo sa, farebbe ogni cosa pur di impedirmi di andarmene e mi bloccherebbe ancora qua. Ed io, senza di lui non riuscirei a crescerlo.
È tutto un girotondo infinito che non porta da nessuna parte.

La mia mano va diretta sulla pancia, è come se non sentissi più nulla ora. È così tranquilla...
Improvvisamente, un dolore lancinante mi obbliga ad alzarmi dalla sedia e buttarmi a terra, piegandomi in due dal male. Urlo a più non posso, in preda al male e allo spavento. Ho dei crampi atroci che sembrano perforarmi lo stomaco o peggio, che sembrano pugnalarmi violentemente.
Piango. Piango e urlo per il forte dolore che non mi fa tirare su da terra e piango perché ho paura.
È questa la mia punizione? Stare male fisicamente oltre che stare già male mentalmente? Ho paura, ho tanta paura. Non capisco cosa possano significare questi dolori allucinanti.
Non riesco a muovermi, non posso fare assolutamente nulla. Non posso neanche chiamare Grace o un ambulanza, perché il cellulare è ancora in camera e non ho la forza di alzarmi.

Resto così per chissà quanti minuti finché, d'un tratto, sparisce.
Sento che c'è qualcosa che non va, qualcosa che mi fa sentire ancora più male. Sento una strana e brutta sensazione addosso a me, sul mio corpo. Sento che le mie mutandine si stanno bagnando e ciò, mi mette in allarme.
No, non anche questo... non voglio pensare al peggio. Prego che non sia quello che sto immaginando.
Sto già soffrendo per Josh, il destino non può essere più orribile di quello che già è.

Ora che ho la forza di alzarmi, corro immediatamente in bagno.
Mi tiro giù di fretta i pantaloni del pigiama e controllo le mutandine. E quello che vedo, mi traumatizza.
Non voglio crederci... non è successo veramente...
Sono sporche di abbondanti perdite di sangue. Ora, inizio a capire il perché, ultimamente, non riuscivo più a percepire nulla dentro di me.
Non riesco a realizzare. Prima Josh e ora... anche il bambino non c'è più.
L'ho perso, ed insieme a lui, ho perso anche tutte le emozioni, in un batter d'occhio. Non sento più niente, mi sento solo svuotata.
Lo avrei chiamato Josh, se fosse stato un maschietto. Penso che Noah avrebbe approvato, ne sarebbe stato felice.
Ma ora, ora che ho perso tutto quanto, che senso ha ancora restare qua? Non ha più senso.
Non c'è più nulla che mi tenga ancorata a questo posto. E non c'è più nulla che mi tenga ancora legata a Noah.

INSIDE OF MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora