Stiamo attraversando un parco immenso, immerso nel verde e fiori di mille colori e ne rimango incantata. Allungo il collo per guardare meglio ed il mio stupore cresce. <<Che meraviglia...>> lo dico sottovoce, senza farmi sentire da Noah ed immediatamente l'attimo dopo, lo sbircio timidamente e mi meraviglio di me stessa per pensare a quanto sia bello vederlo così concentrato mente sta guidando tranquillamente per questa stradina che porta chissà dove.
Continuo a pensare che il panorama è bello sia fuori che dentro. Ma non posso pensare a certe cose! Non devo essere così stupida. Che cosa mi sta passando per la testa? Sono stanca e confusa, tutto qua. Questo è il punto. Vorrei anche chiedergli dove mi sta portando, perché tutto quello che sto osservando sembra essere uscito dalle fiabe, ma il fatto è che io non sono una principessa e lui non è tantomeno, il Principe Azzurro.
Faccio voto di silenzio, finché non ci fermiamo di fronte ad una villa enorme, anch'essa di una meraviglia unica. È in stile mediterraneo e sembra essere la casa di un qualche attore hollywoodiano ultra famoso. Magari, da un momento all'altro, mi vedo uscire un eccentrico Johnny Depp dalla porta che mi viene incontro sorridente e mi dice "Hey, è un piacere conoscerti!". Certo, sogna Sarah, sogna! Non uscirà mai un Johnny Depp da quella porta.
Allora, penso sia il momento giusto per voltarmi verso di lui e chiedergli che diavolo ci facciamo parcheggiati qua davanti, intanto tra noi c'è ancora quell'imbarazzante silenzio che abbiamo mantenuto per quasi tutto il tempo.
Noah tira un pesante sospiro, sembra quasi scocciato, lo vedo corrugare la fronte nel mentre e guardare diritto avanti a se.
<< Perché ci siamo fermati qui? Davanti a questa villa? >> gli domando con un tono leggermente allarmato. Non si degna neanche di guardarmi. Lo fisso quasi imbambolata e la cosa mi fa sentire alquanto stupida. Avvampo involontariamente ma provo, nello stesso tempo, a mantenere i miei occhi puntati su di lui e a non abbassare la guardia, intanto continua a non volermi guardare ed immagino che sia per questo che un po' più di sicurezza prende il sopravvento.
Noah non vuole parlarmi, continua a fare voto di silenzio. Non risponde neanche alla mia domanda.Improvvisamente, si alza ed esce dal pick up, lasciandomi attonita seduta ancora sul sedile con la cinghia allacciata. Sicuramente il mio volto prende l'espressione dell'urlo di Munch.
Lo guardo allontanarsi e andare verso l'entrata di quella stupefacente dimora.
Che cosa fa Sarah? Beh, penso sia naturale saperlo; invece di rubargli l'auto, quindi beccarmi una denuncia e fare marcia indietro, mi slaccio la cinghia ed esco.Corro verso di lui, anzi, forse sarebbe meglio dire, che provo a correre verso di lui facendo una grande fatica, dato che fisicamente mi sento ancora molto debole.
Arrivata a destinazione, non fa nessun cenno di volersi voltare. Mi piazzo dietro la sua schiena, incurvandomi leggermente e portando le mani alle ginocchia per cercare di recuperare un po' di fiato. <<Hey!>> ansimo pesantemente, un po' per attirare la sua attenzione e un po' perché quei pochi passi fatti di fretta, mi hanno quasi ammazzata. Finalmente mi guarda, ma non apprezzo quello sguardo indifferente che mi lancia.
<< Stai bene?>> non prova neanche ad avvicinarsi e a darmi una mano. Sono mezza moribonda, che rischio di svenire da un momento all'altro e mi chiede solo se sto bene?! Il suo modo di aiutare e trattare il prossimo è al cento per cento infallibile... sono ironica, ovviamente.
Mi domando come faccio ancora a tollerare la sua presenza. Sarebbe davvero stato meglio rubargli il pick up. Sarah quanto sei cretina!
Gli lancio un'occhiataccia e mi tiro su. <<Mai stata meglio.>> gli ribatto con un tono talmente glaciale da essere, forse, riuscita a fare centro e avergli fatto calare un po' di tutte quelle arie che ogni volta si tira.
Mi fissa ancora e sorprendentemente, sulle sue labbra, vedo formarsi un lieve sorrisino. << Bene.>>
Il suo discorso monosillabico si ferma qui, perché la palla torna di nuovo a me. È quasi come un gioco di botta e risposta alquanto snervante, proprio come lui.
<<Ora, vuoi dirmi dove accidenti siamo?>>
Noah annuisce quasi divertito vedendomi tornare ad essere parecchio annervata. << A casa mia.>>
Così. Me lo dice così e con quel solito maledetto sorrisino ancora stampato in faccia. Mi ha appena fatto fare una bella doccia fredda. Se forse un minimo stavo riuscendo a tranquillizzarmi, ora mi sento più agitata di prima.
Il mio cuore ricominciare a battere velocemente, è di nuovo quella fastidiosa sensazione di voler fuoriuscire dal petto. Mi gira lo stomaco, provocandomi la nausea. Lo guardo completamente sotto shock. Non mi esce nessuna parola di bocca, sono spacciata e soprattutto, sono bloccata qua, insieme a lui, probabilmente molto lontana da casa mia, senza poter contattare nessuno, nemmeno Grace e, cosa ancora più peggiore, davanti a casa sua.
Che cosa vuole farmi? Perché non mi ha portata a casa mia? Ho il cervello che si sta fondendo da solo. Ditemi che è tutto un incubo, che tra poco mi sveglio e quindi, che tutto questo è finito.
Ho le mani che tremano per il nervoso ma non cerco di nasconderle, voglio che veda quanto sia spaventata e voglio continuare a guardarlo in faccia.
Provo a urlargli contro con tutto il fiato che mi è rimasto. << A casa tua?! >> Purtroppo, l'effetto che si può intuire dall'esterno è quello di uno stridulo mezzo roco. Ora sono decisamente impaurita, nervosa e imbarazzata.
Noah si avvicina prontamente a me e prova a prendermi dalle braccia nel tentativo di calmarmi. Mi divincolo immediatamente. Questa è una scena già vista che mi risveglia altri tristi ricordi, solo che stavolta, non cado per terra battendo la testa ma, un po' incerta, riesco a rimanere in piedi.
<< Che cosa vuoi da me, Noah?! Perché mi hai portata qui? Voglio tornare a casa mia! Non voglio stare da te e tantomeno, non voglio stare con te! Tu non mi piaci, Noah! Non mi sei mai piaciuto. E dimmi dove diavolo è finito Josh! Odio tutto questo. Odio tutto questo mistero e odio totalmente te! >> gli sbotto così, perdendo del tutto le staffe, gridando tutto ciò che già prima avrei voluto gridargli. Gli sputo addosso la verità.
Lui, in fondo, non mi è mai andato a genio; troppo egocentrico, troppo arrogante, troppo pieno di se. E, sinceramente, non ho mai provato molta stima nei suoi riguardi.
Ma improvvisamente, mi accorgo di come mi sta guardando e qualcosa dentro di me inizia a farsi sentire. Non è odio, non è amore ma... è tristezza.
Tanta tristezza ed inizio a percepire i miei occhi diventare sempre più umidi. Non capisco il perché, ma sento il bisogno di piangere. Allora qualche lacrima incomincia a bagnarmi il viso. Tutto questo, forse perché credo di non averlo mai visto così prima d'ora. Stranamente, non abbassa lo sguardo come di solito fa quando si sente toccato o deluso. No, questa volta è lì; fermo, i suoi occhi dentro ai miei, ma tanto distanti.
È come se gli avessi appena fatto a pezzi una buona parte di se. Ma quale poi? Ho sempre immaginato che fosse un tipo senza cuore. Forse mi sbagliavo? Ma tutto quello che mi ha fatto capire finora, è sempre stato tutt'altro.
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INSIDE OF ME
ChickLit✨Il primo libro che apre la trilogia "Inside Of Me"✨ Two loves, a fate, one choice 💞 Prima di "Inside Of You - Far away" e "Forever Us" 🦋 Tutto ha inizio da qui. Trama Sarah Rodgerson è una semplice ragazza e molto insicura di 24 anni, trasferita...