UNA MATTINATA INASPETTATA

47 3 0
                                    

Sapevo che Grace aveva l'abitudine di portarsi dei vestiti di ricambio, non ho mai capito il perché e ho sempre evitato di chiederglielo, ma dovevo riparare al danno subito.
Corro nel corridoio luminoso, arrivando affannata e frastornata davanti alla porta del mio ufficio. Tento di riprendere un po' di fiato, scacciando via le immagini di lui dalla mente e coraggiosamente, decido di entrare.

Questa azienda non finisce più di stupirmi. All'interno, un immenso spazio, anch'esso molto luminoso, pieno zeppo di scrivanie con ognuna munita di un pc fisso di ultima generazione.
Questo, a differenza degli altri, è abbastanza caotico. Dirigenti che corrono spazientiti ed agitati da ogni lato della stanza, altri che rispondono a voce alta al telefono ed altri concentrati mentre scrivono al computer.
Sembra di essere entrati a far parte del cast del film di Di Caprio in "The Wolf of Wall Street".

Mi metto a ricercare visualmente la mia amica Grace e, puntualmente, la ritrovo seduta nell'ultima fila in fondo intenta a scrivere attentamente qualcosa al computer.
Grace, è bellissima come al solito. Farebbe cadere ai piedi chiunque e, se ci fosse stata lei poco fa nella identica situazione davanti a quel tipo, si sarebbe comportata a dovere, senza fare figure orrende come solo io posso fare, modestamente.
Alta poco più di un metro e sessanta, ho spesso invidiato il modo in cui le donano i vestiti perché, nella sua esile corporatura dalla pelle liscia e perfetta di color marmoreo, riesce sempre a far risaltare le sue dolci forme e curve, donandole un aspetto alla Marylin Monroe. Il contrario mio, perché sono si, esile, ma senza curve, eccetto per il sedere ben pronunciato. Il contrario mio anche nel curare l'aspetto. Lei, sempre ordinata, alla moda e senza una imperfezione. Il viso paffuto dalle guance rosate, gli occhi azzurri ed il nasino alla francese fa ricordare molto una bambolina di porcellana. Io, al contrario, beh...lasciamo perdere!
Non mi trucco, eccetto in casi veramente rari, ho il naso non così minuto e la mia pelle, a volte, tende al giallognolo. Mi curo poco e non ho quel bel biondo platino e luccicante dal taglio medio e liscio come se fossi appena uscita dal parrucchiere. No anzi, sono crespi, fuori moda e di un colore assurdo. Ma va bene così, lei è perfetta e ne sono felice e la devo ringraziare tantissimo.

È la prima volta che la vedo vestita formale. Indossa una semplice camicetta di seta bianca leggermente aperta sul davanti, quasi come se volesse far notare il suo ben accentuato davanzale ed una gonna nera e stretta corta fin poco sopra le ginocchia, che mostra un paio di gambe che calzano alla perfezione nelle sue decolleté nere. Sembra anche più grande della sua età conciata in quel modo.

Mentre mi avvicino, alza gli occhi su di me e mi fa un enorme sorriso mostrando tutti i suoi denti bianchissimi, stile spot Mentadent.
<<Ciao Sarah!>> la sua voce squillante con quel suo accento californiano risuona per tutta la stanza. La saluto distrattamente perché, ovviamente, non si fa sfuggire nulla. Punta direttamente gli occhi sulla mia macchia e si mette a ridere stupita, indicandomela. <<Ma...cos'hai combinato?>>
Io la guardo nervosamente cercando di trovare le parole adatte.
<<Vorresti dire: che cosa mi hanno combinato!>>
Grace annuisce pensierosa. Nel frattempo, mi volto a posare la borsa sulla mia attuale scrivania posta davanti a quella di Grace e tiro un sospiro di sollievo. Non vedevo l'ora di toglierla dalle spalle, stavano iniziando a farmi male a causa del peso.
Noto che mi sta osservando incuriosita, tipico suo. E, sono sicura, che tra poco inizierà a riempirmi di asfissianti domande, ma ho solamente voglia di svignarmela, dato che mi vergogno ad inoltrarmi in quel tipo di argomento. Ancora non riesco a levarmelo dalla testa... mi ha rapita, ipnotizzata...accidenti!
Cosa potrebbe avermi mai fatto?! È un alieno. Si...sicuramente arriverà da Marte!

<<Diciamo che un cretino mi è piombato addosso mentre stavo cercando di prendermi un caffè in santa pace, qui sotto.>>
Grace, con il suo sguardo di mega interesse e curiosità, si appoggia con tutta calma allo schienale della sedia girevole e, come è suo solito fare quando vuole impicciarsi in qualcosa, posa una mano sotto il mento, strofinandoselo con le dita.
<<Ah! Interessante come primo giorno di lavoro!>> ammicca scherzosamente.
<<E chi è questo bravo gentiluomo?>>

INSIDE OF MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora