Cella "317"

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La mia prima notte in manicomio fu un esperienza traumatica. Le mie compagne di cella se ne stavano sdraiate per terra a dormire come se nulla fosse, mentre io osservavo i pazienti della cella davanti urlare e agitarsi, daltronde eravamo in un manicomio cosa mi potevo aspettare se non persone che urlano. La mia cella era abbastanza grande ma totalmente vuota, nemmeno un letto, una coperta,solo uno sporco e schifoso gabinetto da condividere. Le mie compagne non si erano rivelate poi cosi pazze ma non erano molto socievoli. Io non parlavo a loro e loro non parlavano a me.
Non saprei dire come e quando ma riuscii a dormire un po', alle 6 ben quattro uomini vennero a prenderci per la colazione, un uomo mi prese le braccia con forza come ormai avevo capito che erano soliti fare e mi portò al piano terra in mensa. Entrai in mensa e notai che questa era suddivisa in tre parti da dei grandi vetri, in un settore le persone avevano le divise verdi in un altro gialle e in un altro arancioni. Entrai d'istinto nel settore del mio colore e mi misi su una squallida seggiola di legno, ero da sola in un angolo della stanza affianco al vetro che dava sulla stanza dei "verdi", notai una ragazza appena dall'altra parte del vetro nella mia stessa posizione. Si girò di scatto e iniziò a fissarmi, tirò fuori dal nulla un telefono nero molto grande e mi fece segno di prenderlo anch'io, capii solo in quel momento che potevamo comunicare grazie a quei telefoni attaccati al vetro. Presi il mio e lo poggiai all'orecchio:
"Ciao" mi disse lei
"Mh,ciao"
"Mi chiamo Katie"
"Rosie"
"Sei nuova vero" disse ridendo
"È cosí ovvio?"
Lei mi sorrise.
"Quanti anni hai e da dove vieni Rosie?"
"17 e vengo dal centro di Londra"
"Io ho 16 anni e vengo dalla periferia"
Questa Katie sembrava essere simpatica e dato che non avevo amici cercai di socializare.
"Katie come mai ci sono divise di colori diversi?"
"Oh sei proprio nuova eh?! Allora ti spiego, ogni divisa corrisponde ad un settore e piano del manicomio, i verdi sono quelli che hanno commesso reati meno gravi e sono stabili di mente. I gialli sono poco stabili e hanno commesso reati gravi. Gli arancioni sono completamente instabili e hanno commesso molti reati gravi."
"Oh..." Quindi ero poco stabile?
"Mh"disse lei
"Katie da quanto sei qua?"
" Due mesetti direi"
"Come mai sei finita qua?"
"Uccido gli animali. Gia,cioè intendo che se vedo un animale lo uccido all'istante, cano,gatti,topi,cavalli...tutti."
Mi fu spontaneo ridere.
" Perchè lo fai?" Dissi divertita
" Sono la reincarnazione di demoni"
" E tu saresti stabile di mente"
Dissi ridendo.
"Rosie sono la tua unica amica non rovinare tutto" disse
"Hai ragione perdonami"
Le dissi sinceramente.
"Tu cosa ci fai qua?"
"Te lo racconto un'altra volta"
Le dissi.
"Oh okay, ora devo tornare in cella, è stato un piacere"
E cosí tutti compresa me tornarono in cella, la mattina la passai a dormire e presto fu ora di pranzo, ero impaziente di rivedere Katie.
Mi rimisi al posto di stamattina aspettandola.
"Ciao Rosie" mi disse
"Hei ciao"
"Sei di buon umore?"
"Già"
Parlammo del piu e del meno, nessuna delle due mangió nulla, entrambe volevamo semplicemente parlare.
Ad un certo punto le porte del settore arancione si aprirono e un ragazzo con le manette entrò scortato da due guardie. Me ne accorsi perchè tutta la mensa si zittí.
"317" sussurò Katie
"Cosa?" Dissi tornando a prestarle ascolto
" Quel ragazzo è chiamato 317 che sarebbe il suo numero di cella, nessuno sa il suo nome, lui non è una semplice divisa arancione, lui insieme a 318 è il più temuto del manicomio"
Un brivido mi percosse.
" C..cos'ha fatto?" Balbettai
"Non lo so Rosie, non mi è permesso parlarci, a nessuno è permesso."
Mi girai per osservarlo e ne fui attratta.
"Ciao Katie a stasera" le dissi e svelta andai senza pensarci dall'altra parte della mensa al vetro che dava sulla stanza "arancione".
Non mi girai nemmeno a guardare la mia amica e non ascoltai nemmeno la sua risposta. Presi posto difianco al vetro e iniziai a osservare "317", lui era seduto e non capivo perchè fosse in mensa se tanto non gli era permesso mangiare con quelle manette.
Ad un certo punto due ragazzi "arancioni" iniziarono una rissa e le due guardie di 317 corsero a fermarla,fu allora che lui, proprio quel ragazzo si giró verso di me, iniziò a osservarmi come io avevo fatto con lui e di scatto si alzò e venne incontro a me.
Mi fu spontaneo alzarmi e indietreggiare nonostante il vetro che ci divideva ero impaurita.
Il ragazzo si appoggiò al vetro e mi fissò intensamente, nessuno se ne accorse, erano tutti presi dalla rissa.
Vedendolo da vicino notai quanto fosse bello, aveva dei ricci meravigliosi e scompigliati, due occhi verdissimi, era alto e robusto, notai dei tatuaggi sulle braccia, dato che si era arrotolato le maniche della divisa.
Mi sorrise mentre io lo scrutavo e due fossette apparvero sul suo volto. Era proprio un figo.
Pensai.
Lui si accorse dei miei pensieri, forse ero diventata rossa o forse leggeva nella mente ma mi fece un ghigno divertito e se ne andò.

//Spazio Autore//
~Eccomi qua col secondo capitolo, come sempre vi chiedo scusa per gli errori e se poteste lasciare un voto mi rendereste felice.~
Katie-Amanda Seyfried

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