È il 13 dicembre, sono in macchina con i miei genitori, sono sul sedile posteriore e loro non mi rivolgono la parola. Mi stanno portando in un manicomio in periferia di Londra. Vorrei piangere ma non ne ho le forze ormai, sto dicendo addio alla mia vita, alla mia famiglia, ai miei amici, non ho niente con me perchè non mi sarà permesso tenere oggetti nella mia cella a quanto mi è stato detto. Alex è morto. Io mi sento morta. Cosa succederà adesso?
Sono sporca, e puzzo di fumo, dopo l'incendio di ieri i miei genitori non mi hanno permesso nemmeno di lavarmi.
Vedo in lontananza una struttura imponente tutta grigia e sporca e penso proprio di essere arrivata nella mia nuova casa.
L'edificio ha quattro piani noto, e pochissime finestre.
I miei genitori inchiodano davanti alla porta principale, scendo e due guardie mi prendono per le braccia e mi mettono le manette, non mi oppongo, non ho scelta. Mi giro un'ultima volta prima di entrare per salutare mia madre e mio padre ma sono già andati via.
Entro nell'edificio e una delle due guardie mi strattona con prepotenza per farmi camminare, mi portano in una stanza e mi lasciano da sola con un uomo che inizia a farmi domande.
"Nome?"
"Rosie."
"Cognome?"
"Med."
"Anni?"
"17."
"Luogo di nascita?"
"Londra."
L'uomo appunta tutte le mie risposte su un foglio e con forza mi preme il pollice in una scatolina di inchiostro nero poi preme sul foglio il dito e con voce fredda mi dice:
"Un'ultima domanda Rosie, perchè si trova qua?"
"Ho ucciso il mio ragazzo"
Dico con una morsa al cuore che non so spiegare.
L'uomo senza battere ciglio come se avessi detto la cosa piu normale del mondo prende un timbro giallo e lo preme sul foglio.
"Vai via"
Mi dice.
Una guardia ti porterà nella tua cella.
Un uomo molto robusto entra nella stanza.
"Terzo piano,portala alla cella 224. È dalle la divisa."
L'uomo mi strattona via dalla stanza, torniamo in atrio e apre un grande armadio pieno di divise, mi chiede la taglia e mi porge la mia.
Mi toglie le manette.
Mi fa entrare in una specie di sgabuzzino dove metto la mia divisa e poi butta in un enorme cesta i miei vecchi vestiti.
Mi scorta alla cella,entro poi chiude a chiave e mi dice:
"Ora ti spiego come funziona qua.
Alle 6 colazione.
Alle 12 pranzo.
Alle 19 cena.
I pasti vengono dati in mensa al piano terra.
Non uscire dalla cella se una guardia non viene a prenderti.
Il lunedi,il mercoledi, e la domenica hai diritto ad una ora di "libertà" nel cortile interno.
La divisa la cambi tre volte a settimana. Ti verrá data da un addetto che prenderà la tua e la portarà a lavare.
Se infrangi una regola in modo non troppo grave ti viene data come punizione qualche faccenda da svolgere al manicomio se infrangi in modo grave le regole vai una settimana nella stanza nera."
Sono confusa, mi ha dato troppe informazioni e credo di non ricordare nulla.
"Domande?"
Mi chiede lui.
"Dovè il bagno gli chiedo?"
E lui con ghigno divertito indica qualcosa alle mie spalle.
Mi giro e noto che il bagno è nella mia cella, quindi non solo farò la pipí davanti a quelli della cella davanti ma sarò anche in compagnia di altre 3 ragazze che a quanto pare condividono con me questo schifo.
Le tre ragazze mi osservano ridendo,una delle tre si alza e dice:
"Bene, bene nuova arrivata.
Come ti chiami tesoro?""Rosie Med"
Dico con tono indifferente.Lei inizia a ridere mentre le altre due sorridono dietro di lei.
Apre la bocca e dice divertita:
"Benvenuta in manicomio"//Spazio Autore//
~ciao a tutte, questo è il primo capitolo e spero davvero che vi piaccia, mi rendereste felici se lasciaste un commento o votaste. Mi scuso per eventuali errori. Per quanto riguarda la storia nei prossimi capitoli capirete perchè Rosie si trova in manicomio.
Volevo farvi sapere che mano a mano che aggiungo personaggi vi dirò a quali persone li ho abbinati.~
Rosie-Lily Collins
Alex- Sam Claflin
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FanfictionRosie si ritrova in un manicomio all'età di 17 anni. Lí incontra Harry, un ragazzo piuttosto interessante che entrerà a far parte della sua vita.