Scappiamo

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"Katie davvero vuoi scappare? E come penseresti di fare?"
"Ci penso da giorni, durante il nostro intervallo in giardino farò in modo che due mie compagne di cella facciano rissa cosí da attirare l'attenzione poi noi approfitteremo della distrazione delle guardie andremo in atrio e fuggiremo dalla porta principale"
Disse soddisfatta.
L'idea di fuggire non era una cattiva idea intendiamoci ma non credevo pienamente alla riuscita del piano.
" Come facciamo con le guardie dell'atrio?"
"Corri"
"Corro" dissi sbuffando
"Hei Rosie ci penso io alla rissa, tu corri e basta appena le guardie sono distratte"
"E poi una volta fuori che faremo?"
"Vedremo, so che è una pazzia ma ce la faremo"
"Non abbiamo un soldo" dissi io sconcertata.
Lei non rispose mi salutò con un cenno e se ne andò.
Tornai in cella a riflettere sulla nostra imminente fuga.
Presto arrivò l'ora dell'intervallo e arrivata in cortile cercai con lo sguardo Katie.
Solo dopo 10 minuti di intervallo Kati scatenò la rissa tra le sue due compagne e quando si girò e mi fece un cenno capii che era il momento.
Inziai a camminare velocemente verso la porta piu vicina a me e una volta uscita dal cortile iniziai a correre piu veloce che potevo,attraversai un corridoio e mi ritrovai in atrio dove la mia compagna di fuga stava gia tentando di uscire , l'atrio era stranamente vuoto e ne fui sollevata. Ma Katie non riusciva ad aprire la porta, corsi verso di lei ma non si apriva nemmeno col mio aiuto. Mi assalí il panico quando quattro guardie entrarono in atrio e ci corsero in contro.
"SCAPPA" urlò Katie.
Corsi,senza una meta, svoltai almeno tre corridoi prima di trovare un ascensore e ringraziai dio quando mi trovai dentro al sicuro senza guardie che mi stavano alle calcagne.
Premetti un pulsante a caso e mi ritrovai al famoso piano arancione.
Camminai con cautela nel piano notando gli sguardi da maniaci dei pazienti.
Ero terrorizzata ma continuavo a camminare.
Ad un certo punto arrivai alla fine di un corridoio e vidi due celle diverse dalle altre,erano piu piccole,una difronte all'altra e dentro non c'erano quattro pazienti ma solamente uno per cella, non vedevo bene perchè la luce era molto debole, di colpo sparí del tutto e mi ritrovai nel buio piu totale, lo spavento mi fece indietreggiare di colpo facendomi sbattere la schiena contro una delle celle.
Feci un salto per lo spavento di nuovo quando una mano mi cinse un fianco e un'altra mi coprí la bocca.
"Non muoverti" mi sussurò una voce all'orecchio.
" Se parli o ti muovi si accorgeranno della tua presenza e ti porteranno nella stanza nera"
Io annuii , e cercai di tranquillizarmi ma mi fu impossibile.
Di colpo le luci si riaccesero e una guardia infondo al corridoio mi notò e corse da me, mi girai verso la persona della cella e scoprii che era "317".
Mi guardò in modo triste come se gli dispiacesse che mi avessero scoperta.
La guardia tirò fuori due manette e ridendo mi disse:
"Una settimana nella stanza nera ti farà bene"
Continuavano tutti a nominare quella stanza ma nessuno mi aveva detto cos'era di preciso.
"Non puoi portarla la"
Disse il ragazzo.
Fui sopresa dal suo intervento.
"Stai zitto se non vuoi rifinirci"
Ci era già stato lui?
I miei pensieri furono interrotti dall'uomo che mi strattonava per farmi camminare.
Mi portó al piano terra e mi trovai davanti ad una stanza con scritto sulla porta : <Direttore>
Si aprí la porta e fui sorpresa di vedere Katie uscire da li.
" Ci hanno beccate eh? Io dovró fare qualche faccenda per tutta la settimana" disse sbuffando
"Buona fortuna" mi sussuró
Entrata nella stanza la mia amichevole guardia spiegó l'accaduto al direttore poi uscí.
"Devi essere Rosie, la tua amica prima diceva di aver tentato la fuga con te"
Come aveva potuto fargli il mio nome?
"Sai cara è che la tua compagna di fuga ad un certo punto si è arresa mentre tu sei stata trovata su un altro piano pergiunta quello arancione"
Disse tutto d'un fiato.
"Una settimana nella stanza nera" disse e mi fece uscire.
Venni portata nella famosa stanza, era uguale alla mia cella a parte il fatto che c'era una porta al posto delle sbarre e la luce era molto molto debole.
Infondo era meglio della mia cella. Pensai.
Ero sola senza compagne, un wc tutto mio! Meglio di cosí non poteva andare. O almeno credevo fino a quando una donna fece irruzione in "cella" e mi disse:
"Niente cibo per una settimana e avrai un solo bicchiere d'acqua al giorno"
Se ne andó e mi fu spontaneo urlarle un:
"Fanculo!"

//Spazio Autore//
Ecco il nuovo capitolo che personalmente mi piace molto. Spero sia lo stesso per voi. Lasciate un voto se vi va.

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