Capitolo 28

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Il resto della settimana passò velocemente. Eveleen mi aveva aiutato molto ad affrontare il problema "Archie Nolan". Era stata il sostegno di cui avevo bisogno e mi diede la forza di affrontarlo. Passò giornate e serate intere a parlare con me, a passarmi un fazzoletto in caso di pianto estremo e, soprattutto, a farmi sorridere.
La sera del giorno in cui Arthur e i ragazzi erano partiti, Archie si presentò a casa mia come niente fosse. Gli avevo scritto nel pomeriggio dicendogli che avevo bisogno di parlargli e lui venne in un batter d'occhio. Era arrivato il momento di affrontare la situazione. Vederlo baciare un'altra ragazza non mi aveva solo fatto dubitare di lui ma anche di me stessa. Cosa avevo in meno rispetto a quella bellissima bionda? Ero insicura, lo ero sempre stata; ma in momenti come quello ti chiedi perché, e non sempre la risposta è quella che vorresti.
Quando aprii la porta lo vidi con in mano un mazzo di fiori, credo gigli. Erano quei momenti che mi facevano dubitare. Era veramente lui il ragazzo che avevo visto baciare la bionda? Era davvero lui il ragazzo che mi aveva tradita? Ero più confusa che mai. Quando si avvicinò per darmi un bacio mi scostai leggermente e lui mi guardò confuso.
«Tutto a posto?»
«Ti sei divertito ieri sera con Charles?»
Rimase colpito dalla mia domanda. Si sistemò sul divano dove ci eravamo seduti e si inventò una scusa. «Ehm.. si. È stato divertente. Siamo andati alla fiera, strano che non ci siamo incontrati... ».
«Oh in realtà ti ho visto... »
«Cosa?». Archie rimase scioccato.
«Oh, si! Mi sono anche stupidata di vedere al tuo fianco mio fratello... strano non ricordo che si fosse fatto crescere i capelli, se li fosse tinti di biondo e avesse incominciato a vestirsi con vestiti da donna... »
Lo avevo lasciato senza parole. «Maddie... posso spiegarti...»
«Oh, adesso inventerai la scusa dell'amica. L'hai baciata! Ti ho visto e non solo io, ma anche Arthur e i suoi amici! Sei uno stronzo»
«Arthur? Sei uscita con lui?». Di tutto quello che avevo detto solo quello aveva sentito? Divenne rosso e capii che era arrabbiato. Ma non ne aveva il diritto. Lui mi aveva tradita. Ok, era un bacio, ma sapevo che c'era dell'altro. Ai miei occhi Archie era sempre stato un bravo ragazzo, ma conoscevo anche la compagnia di mio fratello e il suo passato. Ero del tutto certa che anche Archie fosse stato in quei momenti, quelli delle feste, dei locali e delle ragazze, insieme a Charles per divertirsi.
«Si, e perché sarebbero affari tuoi?»
«Perché sei la mia cazzo di ragazza!»
«Non lo sono mai stata e non lo sarò! E ora vattene da casa mia!»
«Non puoi trattarmi così... » disse minaccioso e avvicinandosi. Dovevo ammettere che mi intimoriva un pochino, dovevo ammettere che forse avevo un po' di paura. Infondo non lo conoscevo bene, conoscevo solo il suo lato gentile. Alla fine tutti noi abbiamo un lato che cerchiamo di tenere nascosto, per imbarazzo, per paura o per vana comodità, e spesso ciò che teniamo nascosto è ciò che neanche noi riusciamo a controllare. Il lato nascosto di Archie era la rabbia, il suo carattere irascibile e permaloso. Doveva avere sempre tutto, doveva avere me. Ma non mi avrebbe mai più avuta.
«Vuoi che racconti tutta la questione a Charles?»
«È una minaccia?»
«Prendilo come un consiglio: vattene ora e non farti più vedere da me»
«Non ho intenzione di allontanarmi da te...» disse ancora più vicino. Il suo sguardo era vuoto, accecato dalla rabbia e il suo tono di voce mi faceva paura. Si avvicinò sempre di più e io cercai di indietreggiare fino a che sbattei la mia schiena contro il muro. Ero bloccata. Avrei potuto urlare ma nessuno mi avrebbe sentita. Nemmeno i vicini. L'idea di affrontarlo da sola era stata una cazzata enorme e stavo per pagarne le conseguenze.
«Sai una cosa Madison? Ho sempre pensato che fossi una ragazza carina, la piccola Maddie che aveva un a cotta per il migliore amico di suo fratello. Mi sono sempre sentito lusingato, sai? Ma eri davvero sovrappeso prima che mi veniva da ridere solo a guardati. Ora guardati, sei una ragazza davvero sexy che solo a guardarti mi viene duro... ». Le sue parole mi ferirono del profondo. Dov'era l'Archie che era cresciuto con mio fratello? Il ragazzo dolce e premuroso per cui mi ero presa una cotta? Era tutta una maschera? Niente di quello che c'era stato tra noi, anche se breve, era stato reale. Le paranoie che avevo scacciato con fatica si erano rivelate vere. Lui non voleva stare con me perché gli piacevo. Lui voleva avermi solo per puro divertimento. Il suo lato nascosto era appena emerso, mentre mi incominciarono a scendere alcune lacrime che asciugai rapidamente. «Lascia che ti dia io un consiglio. Vuoi Arthur? Bene. Ma essere sorpresa quando farà del male anche a te»

Appoggiò le mani sul muro e mi blocco ogni via di fuga. Di cosa stava parlando?
«Ti prego, Archie. Lasciami andare... »
«Oh, adesso non fai più la spavalda... Sai una cosa? Non sono abituato ad avere un no come risposta». Posizionò le sue mani sui miei fianchi e cercò di baciarmi. Non glielo avrei mai permesso. Cercai di divincolarmi dalla sue prese ma era molto più forte di me. L'avrebbe fatto. Si sarebbe preso ciò che voleva e io non avrei potuto far niente. Ero bloccata, spaventata, inerme. Chiusi gli occhi per non pensare. Rivissi tutti i momenti belli che avevamo passato cercando di convincermi che sarebbe stata la prima volta che sognavo. Sentii le sue mani alzarmi la maglietta e arrivare fino a toccare il mio seno. Abbassò quanto necessario i miei pantaloni e le mutande. Non mi sentivo più nulla. Sarebbe passato tutto velocemente, ripetei a me stessa. I secondi sembrarono anni e il tempo sembrò fermo. Le sue mani, su di me, con l'obbiettivo di ottenere ciò che di più puro avevo. Ero quasi completamente nuda davanti a un ragazzo che mi aveva usata, che stava per usarmi per soddisfare uno schifoso bisogno naturale. Si lasciò la cintura mentre con la mano continuò a ispezionarmi il corpo. Sarebbe passato tutto velocemente.
«Lasciala in pace o chiamo la polizia!». Mi svegliai da quello stato di trans e aprii gli occhi. Guardai oltre la spalla di Archie e vidi Isla con un telefono nella mano sinistra e un coltello nella destra. Le lacrime solcarono le miei guance. Ma potevo ancora sentire le sue mani sul mio corpo.
Il ragazzo mi lasciò, si diresse verso il divano e prima di uscire della stanza e poi dalla casa disse: «Non finisce qui...»
«Oh, io credo proprio di sì. Torcile un solo capello e ne subirai le conseguenze». Il ragazzo uscì di casa. Mi ricomposi velocemente e mi lasciai cadere a terra abbandonandomi alle lacrime. Isla corse subito da me e sì accovacciò il giusto per abbracciarmi. Se non ci fosse stata lei? Quanto oltre si sarebbe spinto Archie?
«È tutto finito, tesoro».

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