Oggi
«Mi dici dove stiamo andando?» mi chiese ancora Madison.
«Bello vedere che in cinque anni sei ancora la bambina testarda che odia le sorprese».
Non ci credevo nemmeno io che mi trovavo sulla mia moto, quella ancora di quando ero ragazzino, con lei dietro di me. Mi sembrava di essere tornato a diciotto anni. Era tutto così surreale. Come la morte di Nonna May.
Mi ricordo ancora il giorno in cui durante un allenamento in America, ricevetti una sua chiamata. Ci eravamo sentiti raramente durante gli ultimi anni, ma quando passavo per Stevenage, anche questo molto raramente, per passare a vedere come stava mia madre, passavo al suo negozio. Una parte di me sperava di vedere Maddie lì, intenta a studiare qualche manuale complesso di ingegneria e con la felpa di Oxford addosso. Ma non era mai successo, come non era mai successo che chiedessi di lei. Chiedevo soltanto se stava bene. Quello era importante per me. Ma non volevo altre informazioni che mi avrebbero portato fino al suo campus universitario e pregare per il suo perdono. Ma guardavo il suo profilo social, e mi facevo del male così. Avevo fatto una scelta, per il suo bene. Nonna May durante quella chiamata mi chiese di andare a trovarla. Una richiesta che mi fece insospettire. Presi un aereo e volai da lei. Pronto al peggio. La incontrai e mi sembrò che gli ultimi cinque anni fossero cancellati. Mi raccontò della sua malattia, di come tutti, sopratutto Maddie si stessero prendendo cura di lei, e come fosse infondo infondo serena al pensiero di rincontrare suo marito.
Ma anche durante quell'incontro non vidi Madison. Non so se Nonna May lo aveva fatto apposta o meno, ma gliene fui grato. Non so cosa avrei fatto appena l'avrei vista.
Ma la vidi al funerale. La vidi correre via da tutta quella gente. E la seguii. Non potevo non farlo.
Appena la vidi mi resi conto che forse nulla era cambiato. O forse tutto lo era. Come poteva non esserlo poteva non esserlo? Erano passati cinque anni. Cinque anni durante i quali non ci eravamo ne visti ne parlati. Cinque anni in cui tutti e due avevamo vissuto la nostra vita. Cinque anni erano passati da quel giorno, il giorno in cui le dissi addio, in cui scelsi il suo benessere al mio. Perché era quello ciò che avevo fatto. L'avrei delusa, come avevo già fatto prima di quel momento. Continuai a ripetermi quello per tutti i mesi successivi, mesi in cui nulla sembrava andare per il verso giusto. Ma mi ripresi. Mi ripresi grazie alle sue parole. Lo dovevo fare per Theo. Non per me. Per me non avrei mai fatto nulla. Ma per lui, avrei vissuto la mia vita al massimo condividendo ogni momento con lui nel mio cuore.
La vidi a terra, sotto quell'albero che da bambini era stato la fonte della nostra promessa più grande. Ubi tu, ibi ego. Promessa che per me era sempre stata salda.
«Arthur.. dai. Quanto manca?». Sorrisi. Era rimasta la solita bambina.
«Siam arrivati» le dissi dopo circa venti minuti. E sapevo che forse non avrei dovuto, che forse non era la cosa che un ex avrebbe dovuto fare, ma l'aiutai a scendere, l'abbracciai e le diedi un bacio sulla fronte.
Il suo viso si illuminò alla vista del cartello alle mie spalle e sussurrò «South Dorset».
«Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere...».
«Grazie, Arth» mi sorrise e mi sembrò di essere di nuovo il ragazzo con una cotta per lei da tutta la vita. Ma erano passati cinque anni durante i quali andai avanti, come immaginai avesse fatto lei. Ma sarebbe sempre rimasta una dei ricordi più importanti delle mia vita.
«Non mi devi ringraziare di nulla. Ci son sempre, lo sai...». Anche se non ero stato lì fisicamente ero sempre stato con lei.
«No, non è vero» disse brusca. Incominciò a camminare a passo molto rapido e notai che la fisioterapia aveva dato i suoi frutti. Cinque anni. Continuavo a ripetermelo. Certo che si era ripresa. Avevo visto le foto sue, di Eve e Jack in vacanza insieme qualche anno prima. Lei che si tuffava in mare da un scogliera, non troppo alta, ma comunque rischiosa.
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Quello che non ti ho mai detto
ChickLit"Maybe you weren't the one for me, But deep down I wanted you to be". Madison Hill è cresciuta a Stevenage, una cittadina dell'Inghilterra non molto distante da Londra. Ha appena terminato gli studi di ingegneria meccanica ad una delle migliori un...