Apriti sesamo

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12 CAPITOLO  Apriti sesamo



Mattia non era un'ipocrita. Non malediceva affatto il suo aspetto ancora molto giovanile e attraente: chi vorrebbe esser brutto?
Tuttavia, quella mattina, stava odiando con tutto il cuore quel bel viso da sciupafemmine, i capelli ondulati e ancora ben folti che gli conferivano un'aria selvaggia, i tratti così maschi e gradevoli e soprattutto l'intenso azzurro dei suoi occhi, che non mancava mai di fare breccia in un cuore femminile. Avrebbe potuto facilmente passare per un fotomodello norvegese.
Melania, la stalker per eccellenza, in quel paio di giorni che erano passati da quello sgradevolissimo colloquio che avevano avuto in presidenza, aveva avuto il potere di procurargli alcuni dei più fastidiosi mal di testa della sua vita.
Ma che razza di donna era, uscire con un uomo che chiaramente la detestava!
Poi concluse che era il tipo di femmina (non donna, femmina) cui interessava solo il sesso, e quelle relazioni mordi-e-fuggi che appagassero gli ormoni, proprio l'esatto contrario di ciò che desiderava lui. Certo, anche lui aveva degli ormoni che talvolta si facevano sentire fin troppo prepotenti, ma avrebbe voluto innamorarsi di nuovo, provare ancora la sensazione del cuore che impazzisce alla vista della sua lei, dello stomaco in subbuglio all'idea di incontrarsi.
Beh, il suo stomaco era in subbuglio, ma in questo caso non c'era antiacido che potesse porvi rimedio, solo la rimozione di Melania Pirazzini dal liceo Marconi, e possibilmente, il suo trasferimento in un'altra galassia.

Ci sarebbe voluta una donna di età adeguata alla sua, ma con ancora l'innocenza e la pulizia di una ragazzina. Carina, ma anche intelligente, se non era chiedere troppo.
Una come... Valentina Fortibuoni, per esempio, con una quindicina di anni in più.
Ebbe una fugace immagine di una Valentina più anziana, che gli sorrideva e lo prendeva per mano.
Scosse la testa.

Ma che cavolo vai a pensare, Mattia! Piantala di fare lo scemo e inforca la tua bicicletta. Stasera ti toglierai il dente, e prega che sia finita lì.

La classe lo guardava con occhi diversi, dopo la ramanzina, specialmente Crollo che, a dire il vero... non lo guardava proprio. Non osava, e distoglieva sempre lo sguardo quando i loro occhi si incrociavano. Bene, un po' di sana vergogna non avrebbe fatto male a quel ragazzo!
Entrò in classe, e il consueto coro di "Buongiorno, prof." più o meno composto lo accolse.
Quel giorno, poi, per la verifica di italiano, aveva da proporre una traccia proprio ad hoc:

"Elezioni americane 2016, vince a sorpresa Donald Trump, ricco magnate americano notoriamente sessista. E tu cosa ne pensi di un tale atteggiamento? Quali ruoli ritieni possa assumere la donna nella società odierna? Credi che l'ex segretario di stato Clinton sia stata sconfitta anche a causa del suo sesso?"

Dettò con voluta lentezza il titolo del tema, scandendo bene le parole, e con altrettanta lentezza i ragazzi lo scrissero.
C'era un silenzio di tomba.
Alcuni cominciarono a grattarsi la testa in segno di preoccupazione, un paio di ragazze, invece, erano sorridenti: la traccia, evidentemente, incontrava i loro gusti.
Molti, specie tra i maschi, guardavano il foglio protocollo bianco davanti a loro chiaramente sconsolati, e Crollo giunse al punto di consegnare quasi subito a Mattia, senza aver scritto una sola riga.
Era lì, in piedi, di fronte alla cattedra, che reggeva quel foglio intonso.
Mattia lo guardò perplesso.

-Riziero, perché mi sta consegnando il compito, se non ha scritto nulla?-

Il ragazzo fece spallucce.

-Non so cosa scriverci, professore. Mi metta pure tre, vedrò di rimediare in seguito.- Mormorò piano, non senza un sordo rancore nella voce. Era certo che il professore avesse assegnato quel tema per metterlo in difficoltà, dopo quello che era successo con Jessica.
Mattia, con un grosso sospiro, gli riconsegnò il foglio.

An afternoon Love  (Ti amo, professore)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora